.Seconda visita a Meneto

Presento un breve resoconto di due-tre magnifiche ore, trascorse con Meneto Foghin e sua moglie Carmen, che stanno godendo gli ultimi giorni di permanenza nella loro "casa furlana" in Borgo Rizzos, a Castelnuovo del Friuli. Nella mia seconda visita a Meneto, da quando è arrivato da Caracas, mi sono fatto accompagnare dal mio caro amico Armando Miorini che, abitando a Vacile, si può considerare un compaesano di Meneto.

Sembra impossibile che possa nascere un'amicizia così profonda e sincera, tra persone che si sono conosciute solo da pochi mesi ... e per mezzo della "fredda tecnologia informatica" ... invece è accaduto ...!
Ho la sensazione di conoscere Meneto e sua moglie Carmen ... da cent'anni ... !!!

Sicuramente, a permettere questo miracolo ha contribuito ... l'amûr pal nestri Cjâr Friûl ...!

Sopra, la signora Carmen, padrona di casa e ... addetta ai fornelli ...
Sotto, Meneto con il mio amico e collaboratore al "Di cà e di là del Nadison", Armando Miorini di Vacile.


In questo servizio del sottoscritto si vede solo il pollice della mano sinistra
che sorregge una cornice con una "vecchia" fotografia.


Il primo che indovina chi sono questi due bei giovani, si guadagnerà un bel ... ma che bravo !

Questa polenta non ha la caratteristica forma della "polente sulle bree", ma vi assicuro che era molto buona.
Di farina della "bassa furlana", la polenta "sposava" molto bene con i funghi (mazze di tamburo) raccolti  nel bosco la stessa mattina, e con le trote pescate il giorno prima da Meneto e signora, nel Lago di Cornino. Non trovo le parole adatte per descrivere il sapore di quelle trote cucinate dalla graziosa cuoca, tanto che ad Armando è venuta l'idea di prendere degli appunti e includere la ricetta nelle pagine del nostro sito. Non siamo sicuri che si tratti di una ricetta di "cucina friulana", ma siamo testimoni diretti della sua prelibatezza e, particolare molto importante,  tutti gli ingredienti sono "roba nostrana"...!

Come che si pò ben viodi, auè in te cjase furlane di Meneto, non si podeve murì nè di fàn nè di sêt ...

Mandi a ducju ...!

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