Majano (UD), 9 Luglio 2017
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo


          Siamo tornati a Majano, anche nella nostra rubrica numerosi sono i servizi effettuati in quella località e dopo una veloce ricerca vi proponiamo i relativi link...  22 LUGLIO 2001  -  01 AGOSTO 2010  -   13 MAGGIO 2012  -  01 MARZO 2014  - 06 LUGLIO 2016. Il nostro era solo un motivo di curiosità dopo il clamore suscitato dalla sanzioni al parroco per il disturbo causato dal suono della campane. Non vogliamo aggiungere altro a quanto scritto sui vari giornali, ma visto che di campane ne abbiamo ascoltate e registrate parecchie nelle varie località del nostro Friuli, ci ha colpito la "intelligente" azione della nostra magistratura che ha disposto la misurazione dei dB delle campane incriminate, come se fosse possibile modificarne il valore semplicemente ruotando una manopola. Le campane sono campane ed hanno sempre suonate così per centinaia e centinaia di anni... non si può imbavagliarle o... suonarle più piano. Si può invece intervenire sul numero, sulla durata e sugli orari della scampanate. Le tre suonate (forse troppe) che abbiamo monitorato sul posto a distanza di un quarto d'ora una dall'altra a partire dalle ore 10:00, hanno emesso i loro rintocchi per 4 minuti e 35 secondi (anche se noi abbiano ridotto la suonata a due minuti tagliuzzando qua e la...). Dopo un minuto e mezzo ci si accorge che la corrente viene staccata, ma in proporzione alla loro stazza, per inerzia le campane continuano a suonare ancora... Per concludere il nostro modesto ragionamento, vogliamo ricordare a chi decide di farsi una casa o abitare nei pressi di un campanile, che deve mettere in conto questi eventuali "disagi" e sopratutto che il buonsenso ed il dialogo è il miglior atteggiamento da usare sempre...


...la normale cerimonia eucaristica senza coro e senza organo, celebrata da Don Felice Snaidero della Parrocchia di Avilla, è stata ingentilita dalla presenza dei genitori e padrini della bambina Lisa Margherita, desiderosi che la loro piccola venisse accolta nella locale comunità parrocchiale con il Sacramento del Battesimo...


...che con il permesso dei genitori sinteticamente vi presentiamo...


         
CANTO E PREGHIERE DI APERTURA


...la cerimonia alle Letture...


...e all'omelia di Don Felice...



PREGHIERE DEI FEDELI


...dalla liturgia eucaristica al Padre Nostro...

 
...dopo la comunione...


..si sono svolti i riti finali per il battesimo della piccola Lisa Margherita...



PREGHIERE FINALI E BENEDIZIONE



CANTO DI CHIUSURA

Campane, suono che unisce la comunità
(Erika Adami -
La Vita Cattolica del 5 Luglio 2017)

          IL SUONO DELLE CAMPANE supera la soglia fissata per legge dei 60 decibel e al parroco arriva la multa. È successo a Majano e il caso è finito anche sui giornali nazionali. Tutto è partito da un esposto presentato l’anno scorso da quattro compaesani che si lamentavano dello scampanio troppo rumoroso. A marzo l’Agenzia regionale per l’ambiente ha effettuato i rilevamenti, posizionando nel paese una centralina per rilevare i decibel del suono. E questi hanno dato ragione ai quattro: le campane della chiesa di San Pietro e Paolo suonano troppo forte. Quindi è scattata la sanzione,notificata dalla polizia municipale per aver violato le norme relative all’inquinamento acustico, alla quale si aggiungono anche le spese per le prestazioni fornite dall’Arpa. Il suono delle campane, per usanza antica ed espressione della tradizione religiosa, ha lo scopo di raccogliere i fedeli alle sacre celebrazioni, di richiamarli in momenti particolarmente significativi e importanti per la vita comunitaria e di invitarli alla preghiera. Ma, oggi, alla luce della normativa nazionale, il suono delle campane viene in pratica paragonato al rumore provocato da una ruspa, da un martello pneumatico o da un impianto di condizionamento! Possibile?!
          Don Emmanuel Runditse, originario del Burundi dove è nato nel 1957, parroco di Majano dal marzo del 2014, non ci sta. «Chi equipara il suono al rumore sbaglia di grosso, non conosce la tradizione, non conosce forse nemmeno la religione. Le campane sono uno strumento usato per richiamare l’attenzione della comunità, annunciano un messaggio, richiamano alla preghiera. Qui si dimentica il valore religioso, culturale e civile delle campane. È lo stesso senso della comunità che viene messo in discussione e questa è la cosa più dolorosa», afferma il sacerdote, che nella vicenda in corso ha registrato la solidarietà della maggior parte della comunità. L’auspicio? «Che si riparta dall’educazione ai segnali che non sono solo di fede, ma piuttosto di appartenenza alla comunità. Dispiace che siano gli stessi cristiani a mettere in discussione i loro valori, non distruggiamoci da soli». Quanto ai 60 decibel stabiliti dalla normativa nazionale, don Runditse osserva che «tutte le campane d’Italia dovrebbero smettere di suonare, perdendo una tradizione di secoli e secoli. Ma che confusione possono fare le nostre campane, che suonano alle 7, alle 12 e alle 21? O se muore qualcuno». Il parroco di Majano non intende, però, andare contro la legge. Invoca, sì, un chiarimento sul concetto di suono e rumore relativo alle campane, ma «se la sanzione sarà confermata, la comunità parteciperà insieme per coprire le spese, perché questo è il momento di unirsi, di tirare fuori la buona volontà, non di polemizzare». Il caso di Majano non è certo l’unico. Proteste e denunce sono state registrate in tutta Italia. E non è una questione recentissima.
          Già nel 1995, l’allora Arcivescovo di Udine, mons Alfredo Battisti, osservava in un apposito decreto che «negli ultimi tempi, per le mutate condizioni culturali, in alcune località dell’Arcidiocesi sono sorte delle difficoltà che talvolta si sono trasformate in cause giudiziarie avverso il suono delle campane e il battito delle ore. Prendendo occasione da questa circostanza riteniamo opportuno ormai, su questo argomento, tenere conto sia delle mutate esigenze della gente quanto della necessità di promuovere, nella comunità cristiana, una sensibilità nuova verso questa bella e secolare forma di comunicazione che aggiorni la tradizione per diventare espressione compresa di testimonianza di fede». Mons. Battisti dettava così alcune norme (per esempio, «le campane non abbiano a suonare prima delle ore 7 e dopo le ore 22, a eccezione della notte del Santo Natale, della Veglia pasquale e in altre straordinarie occasioni»), anche in attuazione al contenuto delle norme vigenti in merito all’inquinamento acustico.
          Ebbene, a oltre 20 anni di distanza, le cose non sono cambiate poi molto e avvenimenti come quelli di Majano «lasciano sempre l’amaro in bocca, perché ci sentiamo sempre più lontani da un mondo in cui il contesto religioso era sentito, frequentato – commenta don Loris Della Pietra, rettore del Seminario interdiocesano di Udine, Gorizia e Trieste e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano –. Si avverte una presa di distanza da ciò che in altri tempi e contesti era sentito con naturalezza e apprezzamento ». E ancora, «il suono delle campane, almeno nel nostro contesto, è una esperienza di condivisione, che riguarda la vita dell’intera comunità, fa parte del nostro dna. Abbiamo bisogno di esperienze condivise e il suono delle campane appartiene a tutti, ci fa sentire parte di un ambiente, di un tempo, è qualcosa che aiuta a toglierci dall’isolamento dove molti ormai stanno scivolando anche per timore dell’altro, del nuovo, del diverso. Mi chiedo infine se il suono delle campane dia più fastidio dei tanti rumori che sentiamo nelle nostre strade, nelle nostre piazze, nei locali pubblici, dove tutto è permesso, il rumore dei motori, dei caroselli calcistici. Non sappiamo più distinguere il rumore che dà fastidio dal suono che introduce in un ambiente, in un clima, in una dimensione particolare che è quella dell’esperienza religiosa e della condivisione sociale. Questo è il grande dramma». Attenersi alle norme, dunque, è necessario, ma «ci vuole un po’ di buonsenso per andare oltre gli interessi personali o familiari» e «bisognerebbe lavorare sul fronte culturale, per un ritorno a un sentire che sia comune, a esperienze simboliche che hanno fatto e fanno tuttora il tessuto delle nostre comunità, non soltanto cristiane, del Friuli. Lottare contro le campane, contro i campanili vuol dire anche lottare contro la nostra dimensione simbolica più profonda e noi abbiamo bisogno anche di simboli, perché nei simboli troviamo il senso della vita».