GLI EMIGRANTI
SI RACCONTANO
Elide Filipetto
(Un po'
della mia vita, il paese di Fanna una volta...)
Da tanto tempo avevo un piccolo desiderio: raccogliere i ricordi
della vita di una volta, nel nostro paese, da parte di alcuni
familiari o conoscenti, che per vari motivi (quasi sempre la
miseria!) si sono trovati con la valigia in mano, per andare in
cerca di fortuna all'estero.
Molti ne hanno fatta, e
tanta!, alcuni... "cosģ cosģ", altri ancora hanno avuto una vita
fatta di poche rose e tante spine.
Tanti Fannesi hanno
scelto Paesi europei, come destinazione del loro emigrare
(Inghilterra, Francia, Olanda, Belgio, Germania, Svizzera... ),
altri hanno attraversato l'Oceano (Stati Uniti, Canada, Venezuela,
Cuba...) e pochissimi sono andati ancora pił lontano: Australia!
Volendo collocare i
ricordi nel tempo, va detto che le testimonianze raccolte riguardano
persone di etą compresa tra i 65 e i 95 anni.
Non č mai stata mia
intenzione entrare nella "privacy" della loro vita, ma semplicemente
aiutarle a dar voce ai loro ricordi, per riportarli poi, nel modo
pił fedele possibile, senza ambizioni di documentazioni storiche.
Dopo un comprensibile momento di difficoltą iniziale... sembrava un
fiume in piena! Ricordo in particolare una signora che, ad un certo
punto del suo racconto, per un senso di pudore e di ammirevole
dignitą, si č fermata per raccomandarmi: "Na sta disi ch'i erin
cussi poarčs!"
E' stata veramente una
bella esperienza ascoltare tanti racconti, forse talvolta poco
precisi, per stessa ammissione da parte di qualcuno, ma certamente
utili a far sģ che... non vada tutto dimenticato.
Per evitare che si
verificassero doppioni su alcuni argomenti, specialmente riguardo
alla scuola, ai negozi, ai personaggi del paese... ho cercato di
evidenziare, in ciascuno, qualcosa di diverso, in modo molto
semplice.
Degli Emigranti che
tornavano a Fanna in vacanza quand'ero bambina, o poco pił, mi sono
rimaste impresse nella mente le lunghe macchine, per lo pił
americane, ed una frase che non dimenticherņ mai, pronunciata da
un sior, mentre si guardava in giro, nel negozio dei Fort (Ugo e
Lidia: "Perņ, encja in Italia i včit... "
Quelle parole non le
ricordo con piacere, ma non esprimevano, per fortuna, la sensibilitą
della maggior parte dei nostri emigranti!
Sono un modesto campione
di persone, quelle che ho incontrato o che mi hanno inviato le loro
storie, e le ringrazio tutte di vero cuore per la disponibilitą
dimostratami. Abbiamo fatto delle grandi risate insieme, ma ci sono
stati anche momenti di commozione, perché non c'erano solo cose
belle da raccontare... Alcuni dei protagonisti sono rientrati ormai
definitivamente a Fanna, mentre altri vivono ancora all'estero e
vengono nel paese d'origine solo per qualche viaggio... e tanta
nostalgia!
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GLI EMIGRANTI SI RACCONTANO
(Intervento di Margherita Penzi)
Bisugna disi chi Elide a ą scuviert no soul la vita di chiscju
nostris emigrants ma encja la cultura di una volta, che condizion
spiritual ch'a si permčt di riconossi valours autentics, conservāts
e tramandāts. Chiscju emigrants,
lassāts libars da contā la lour vita e dā alis ai recuarts, a si ān
fat conossi soradłt il timp dorāt (a na si sa ce tant) da la lour
infanzia: recuarts di scuela, baronadis e encja
personis ch'a na ąn
mai dismintiāt. E alora ve comparī i
mestris: il mestri Masutti, clamāt Pegna, la mestra Bitina Zanussi,
clamada
"Cogometa", la mestra Catina da la Comāri, li Calligaro, la
Colonnello, la Ballarini. E po i fraris antonians, plens di
iniziativis e tant lodāts par vź fat la sala dal cine e la banda.
Recuarts colms di malincunia par chel sensu ch'a ti dā la
transitorietāt da la vita. Recuarts par no pierdi la glagn da la
lour storia, da la lour lenga, da l'anima, ta la curnīs di un mont
ch'al sta cambiant. E cussģ Mary De Marco
(Canada) a discjama un sac di recuarts e di sintimints: a na parla
da la vita in Canada ma da la vita a Fana: fotografiis fatis saltā
four da la cjamara scura da la sō anima. Cenēa sfuarē, a gjava li
pomulis dal veil ch'al ten cuviert il siō vivūt. Chistu memorā al ą da l'incredibil:
un elencu di noms di personis chi i residents, comi me, a ąn
dismintiāt: a pār ch'a spalanchi una fignestra par stā a vuardā la
Fana di un timp. E cussģ a tornin a la
ribalta la Garbina e Toni di Sutila, Tita Cjampanār, la Catina di
Rizzo, la Tarisina di Sac e Anzul Mit cui noms dai curtīs: i Nocjus,
i Madalenņns, i Saars, i Gazeos. A Mary a fasin seguit
tancju altris: Guido e la Catinuta e Meni D'Agnolo Vallan, ch'al
recuarda cun granda tristeēa la partenēa par il Canada e cuant chi
sō mari a i ą mitūt in sacheta doi ous durs da mangjā di lunc la
strada par rivā a Gjenova. E slanēus di italianitāt comi chel di
Sante Zanetti orgoglious, oltri misura, da fa il portabandiera dal
tricolour in tuna manifestazion a Bristol. Al č biel e comuvint vivi
chiscju brandei di vita ch'a si viergin comi ventai e a deventin
struments par refuarēā i leams e fa conossi a li novis gjenerazions
i trois da la speranēa, batuts da chista nostra gent e li cualitāts
ch'a ąn duvūt impiegā par costruisi un nouf avignģ. Liint chisti
vitis i na pudģn fā di mancul di pensā chi dismintiā la nostra
storia (e chista a č storia) al č comi brancolā tal scūr. A son storiis pi o mancul
importants ma dutis degnis di atenzion, dutis leadis a chistu toc di
cjera ch'a si clama Fana, che Fana a cui Cadel a i voleva ben pi chi
a sō mari. |