nuove dal friuli e dal mondo

Osoppo (UD), 20 Ottobre 2010
 

Ricordo di Ottavio Valerio
a 20 anni dalla sua scomparsa

Sabato 30 ottobre 2010 dalle ore 10.00 a Osoppo, suo paese natale
Ricordo di Ottavio Valerio, voce e anima del Friuli a 20 anni dalla scomparsa

Iniziativa della Filologica insieme al Comune, Ente Friuli nel mondo e Furlans pal mont
 


In ordine d'entrata, sono intervenuti: il sindaco Luigino Bottoni...


...il presidente della Filologica Lorenzo Pelizzo e il nuovo presidente
di Friuli nel mondo Piero Pittaro, Ottorino Burelli e Alberto Picotti


...una panoramica sulla sala...

          Il 15 luglio 1990 si spegneva la voce di Ottacio Valerio, figura molto conosciuta in Friuli e all’estero per l’importante opera svolta con appassionata intelligenza a favore della più schietta e viva friulanità. A 20 anni dalla scomparsa, il Comune di Osoppo, la Società Filologica Friulana, Ente Friuli nel mondo e Cjase furlans pal mont vogliono ricordarlo con l’incontro Ottavio Valerio, vôs e anime dal Friûl, sabato 30 ottobre 2010 a Osoppo, suo paese natale. Alle 10 è previsto un momento di ricordo in cimitero e alle 10.30 nella Sala del Consiglio comunale la cerimonia con il saluto delle autorità e la relazione di Ottorino Burelli Ottavio valerio, om furlan educadôr. Saranno anche proiettati alcuni filmati originali sulla vita di Valerio e la sua attività.
          Grande educatore e oratore, Valerio era nato a Osoppo il 4 dicembre 1902. Dedicò tutta la sia vita all’educazione dei giovani in veste di istitutore e fu direttore in diversi collegi. Assieme a Chino Ermacora e Lodovico Zanini fondò Friuli nel Mondo, di cui fu responsabile dal 1963 al 1982. Da sempre socio della Filologica, fu Vicepresidente del Sodalizio dal 1955 al 1963. Uomo simbolo del Friuli, cittadino onorario in diversi comuni, gli furono conferiti numerosi premi e riconoscimenti: ricordiamo il Premio Epifania nel 1956, il Nadâl furlan nel 1988, la medaglia d’argento del Ministero della pubblica istruzione per meriti scolastici, letterari ed artistici.  
          L’auspicio degli enti promotori di questa iniziativa è che il messaggio e la ricca esperienza di vita di questo grande uomo friulano, ancor pieni di attualità, abbiano eco tra i più giovani e che la sua memoria non vada persa, come troppo spesso accade per i grandi del passato. Il ricordo di Ottavio Valerio deve diventare invece occasione di incontro tra i friulani di ieri, di oggi e di domani, tra i friulani della regione e quelli all’estero, per una comprensione reciproca e per comprendere che il Friuli di domani si forma sulle radici della nostra cultura.

I friulani nel mondo uniti grazie a Ottavio Valerio
(Nicola Cossar - Messaggero Veneto del  31 ottobre 2010 )

Dobbiamo a Ottavio Valerio, piú che a chiunque altro, la visibilità, la credibilità e l’affetto di cui il Friuli e i friulani godono oggi ovunque nel mondo. E dobbiamo a lui – non solo a lui, ma soprattutto a lui – la riscoperta delle radici, la dignità di una lingua e di una cultura che significa identità, orizzonti, rotta, speranze e sfide da affrontare uniti da un percorso ideale comune, da valori che non passano di moda, come la laboriosità e l’onestà intellettuale e morale, la granitica centralità della famiglia, la fede e il campanile, l’amore per la gente e per la patria, piccola o grande che sia. Ieri come oggi (a 20 anni dalla morte), dobbiamo gratitudine a Ottavio Valerio per un percorso educativo straordinario per lunghezza (71 anni) e intensità tra Udine (Bertoni), Parma, Rubignacco e di nuovo Udine (Toppo Wassermann, 1948-1980): serio rigore pedagogico e tenerezza umana, cultura somma e affabile condivisione racchiusi nel grande cuore di un maestro della parola, di un seminatore dell’identità friulana, nonché di un pellegrino, di un ambasciatore (sempre a titolo gratuito) di questa orgogliosa identità tra i friulani del mondo, dove Barbe Tavio era e rimarrà sempre il conterraneo piú popolare e amato proprio perché quelle radici comuni le aveva caparbiamente rivitalizzate (in particolare nel ventennio di guida dell’Ente Friuli nel mondo) quale supremo atto d’amore fraterno per il suo popolo. L’amico, il fratello, il padre e il maestro Ottavio Valerio, «l’uomo necessario al Friuli», in un mosaico della memoria color del cuore, è stato ricordato ieri nella sua Osoppo nel corso di un incontro voluto, con il Comune, dalla Società filologica friulana, dall’Ente Friuli nel mondo (nato 60 anni fa proprio grazie a lui, a Chino Ermacora e a Lodovico Zanini nell’humus di un congresso della Sff) e dalla Cjase dai furlans pal mont. Accanto al figlio Valentino e ai familiari c’erano davvero tutti coloro che hanno voluto bene a Valerio. Ma proprio perché il seme di questo protagonista della friulanità non deve andare disperso, sarebbe stato bello fossero presenti anche i bambini e i ragazzi delle scuole, se non altro perché queste scuole si trovano in via Ottavio Valerio (educatore) , ma evidentemente c’erano impegni e problemi insuperabili e più urgenti... Peccato, perché l’incontro è stato di altissimo profilo culturale e umano. Introdotti dal canto del violoncello della bravissima Ilaria Del Bon, e in alternanza con immagini e registrazioni audio, hanno portato il loro saluto e i loro ricordi il sindaco Luigino Bottoni, il presidente della Filologica Lorenzo Pelizzo e il nuovo presidente di Friuli nel mondo Piero Pittaro. Ognuno aveva un aneddoto, un «grazie» da dire ancora, con commozione, a un maestro e a un esemplare e fiero piccolo grande uomo della cultura friulana. La commemorazione ufficiale, affettuosa, precisa, nitida e sobria, era affidata a Ottorino Burelli. Di centinaia e centinaia di discorsi di Ottavio Valerio – ha detto Burelli – ci sono rimaste soltanto poche righe, eppure le sue parole erano fiammate, capaci di accendere intelligenze e fogolârs , di educare generazioni di giovani, di portare speranza e solidarietà in giro per il mondo, di testimoniare la marilenghe in ogni occasione da vero e autentico «cantore del Friuli, di un Friuli bello e forte, cristiano e laico, sempre mosso dal prepotente desiderio di ridare dignità alla sua gente, di aiutarla a riscattare la propria storia, per la quale ha pagato forse un prezzo troppo alto». Valerio testimone e seminatore, ma anche maestro della parola, in Filologica e nell’Ente Friuli nel mondo, orgoglioso figlio di una Tiare benedete , come ha ricordato al termine l’amico Alberto Picotti (che rappresentava la Cjase dai furlans). Ottavio Valerio aveva disposto che fosse affidata proprio a lui l’orazione funebre e Picotti ce l’ha riletta con la stessa grata commozione di vent’anni fa. Un mandi poetico e leggero nella sua spiritualità, così come le due dediche – dette da Eddi Bortolussi – di Renato Appi e Lelo Cjanton con cui si è concluso l’incontro.

 Oltre all'apertura dell'incontro e ad alcuni intermezzi musicali...

...con il suo violoncello Ilaria Del Bon ha fatto da sottofondo alle letture di Eddi Bortolussi....



 ESTRATTO