nuove dal friuli e dal mondo

Ottawa, Dicembre 2003

Addio all'ultimo reduce dalla Russia

A metà del mese di Novembre scorso, la comunità friulana di Ottawa ha dato l’ultimo addio a Leo Brun Del Re, originario di Fanna (PN), persona molto stimata da tutti. Leo aveva più volte ricoperto la carica di tesoriere nel Fogolâr Furlan, e per due volte è stato Presidente dell’Associazione Alpini di Ottawa.
Alpino del battaglione Tolmezzo della Julia, alla partenza per la Russia, Leo era stato aggregato ad un Ospedale da Campo, come autista di camion Fiat 626. Per un paio di mesi trasportò munizioni al fronte, ritornando poi a prestare servizio presso l'Ospedale da Campo. Qui si trovava al momento dell'accerchiamento della Julia, ma ebbe la fortuna di poter fuggire alla sacca con il suo camion e ritornare da quell'inferno.
A Fanna, tra morti o dispersi sono mancati altri nove suoi commilitoni e questo aveva influito molto negativamente sui superstiti come lui. Qui ad Ottawa, vivevano quattro o cinque reduci dalla Russia e lui era rimasto l'ultimo.


 Dedicato a Leo  >>>

 

 Elegia di Paolo Brun del Re, suo fratello, letta in chiesa durante la celebrazione funebre

Chi fu mio fratello Leo?
     Leo fu una persona presa, suo malgrado, nel vortice dell'ultima guerra mondiale. Nacque a Fanna nell'allora provincia di Udine, ora di Pordenone, l'undici Maggio del 1922. Compiute le elementari, assieme al fratello Lino fecero un anno di preparatoria nel collegio Vescovile di Portogruaro, iscrivendosi poi ambedue ai corsi della scuola mosaicisti di Spilimbergo, che frequentarono per tre o quattro anni, conseguendo il diploma a pieni voti non solo dei corsi di
mosaico, ma pure dei corsi serali della scuola di avviamento e di disegno.
     Agli inizi della guerra, a soli diciotto anni venne arruolato con gli Alpini nella divisione Julia. Ben presto questi giovani vennero a rigonfiare le file della Divisione, scarnite dalla campagna di Grecia e il conseguente affondamento della nave che portava i superstiti in Patria. Quindi, con la Julia, fece parte della campagna di Russia. Leo ebbe la fortuna di ritornare dalla Russia illeso nel corpo, ma ferito nello spirito (del resto come succede a tutti i reduci dei vari campi di battaglia), e questa esperienza l'ha lasciato certamente una persona cambiata con conseguenze durate per tutta la sua lunga vita.
     Finita la guerra trascorse un decennio in Svizzera per poi emigrare in Canada con la moglie Maria e due figli: Romano ed Ezio. La figlia Antonella nascerà dopo in Canada. Rimasto vedovo, si convolò in seconde nozze con Lucia Trinco, la quale fu la sua compagna per ben diciotto anni, assistendolo con dedizione e amore fin negli ultimi mesi penosi della sua malattia.
     Leo era una persona retta, ordinata ed una persona amante della simmetria, e dell'estetica, e questo senza compromessi di sorta (da bravo alpino e da bravo friulano, direi) e in un mondo che stava cambiando di giorno in giorno tutt'intorno di lui.
     Lasciatemi terminare raccontando un fatto per dimostrare questa sua concezione dell'ordine e della simmetria: Alcuni anni fa trovandoci contemporaneamente in Italia, con mia moglie e mia suocera, andammo assieme a Leo al Santuario della Madonna delle Grazie di Udine, diretto dai Padri Servi di Maria, come la nostra Chiesa qui di san Antonio. In quel giorno la Santa Messa era concelebrata da tre sacerdoti. Il celebrante festeggiava il suo 50o anniversario di sacerdozio. Questo celebrante era un po' piccolo, mentre alla sua destra concelebrava un sacerdote di media statura e il terzo concelebrante, alla sua sinistra, era di statura assai alta. Leo si voltò verso di me e mi disse che la composizione dei tre concelebranti non era giusta. Chiesto il perchè, mi disse che il più grande avrebbe dovuto stare nel mezzo, il medio alla sua destra e il piccolo alla sua sinistra. Io gli ho detto: "Ma se è il piccoletto che celebra il suo 50o anno di sacerdozio!" Al che lui mi rispose: "La simmetria e l'estetica vanno sempre rispettate, e il piccolo festeggi il suo 50o nel suo posto che dovrebbe essera alla sinistra del celebrante alto"!
     Leo non mancava mai alla Santa Messa domenicale, partecipava attivamente alle attività del gruppo dei Friulani. Non ha mai cessato di sentirsi un buon italiano, ma soprattutto non ha mai cessato di sentirsi un buon Alpino. Leo lascia Lucia, i tre figli con i loro sposi e spose e due nipoti Philippe e Natalie, oltre ai fratelli e lascia pure una sorella in Itala.
     Questo era Leo e la sua perdita non è solo una perdita per i familiari, ma è una perdita pure per tutta la nostra comunità.

Paolo Brun del Re - 19 Novembre 2003