Elegia di Paolo Brun del
Re, suo fratello, letta in chiesa durante la celebrazione funebre
Chi fu mio
fratello Leo?
Leo fu una persona presa, suo malgrado, nel vortice dell'ultima
guerra mondiale. Nacque a Fanna nell'allora provincia di Udine, ora di
Pordenone, l'undici Maggio del 1922. Compiute le elementari,
assieme al fratello Lino fecero un anno di preparatoria nel
collegio Vescovile di Portogruaro, iscrivendosi poi ambedue ai
corsi della scuola mosaicisti di Spilimbergo, che frequentarono
per tre o quattro anni, conseguendo il diploma a pieni voti non
solo dei corsi di
mosaico, ma pure dei corsi serali della scuola di avviamento e di
disegno.
Agli inizi della guerra, a soli diciotto anni venne arruolato con
gli Alpini nella divisione Julia. Ben presto questi giovani
vennero a rigonfiare le file della Divisione, scarnite dalla
campagna di Grecia e il conseguente affondamento della nave che
portava i superstiti in Patria. Quindi, con la Julia, fece parte
della campagna di Russia.
Leo ebbe la fortuna di ritornare dalla Russia illeso nel corpo, ma
ferito nello spirito (del resto come succede a tutti i reduci dei
vari campi di battaglia), e questa esperienza l'ha lasciato
certamente una persona cambiata con conseguenze durate per tutta
la sua lunga vita.
Finita la guerra trascorse un decennio in Svizzera per poi
emigrare in Canada con la moglie Maria e due figli: Romano ed
Ezio. La figlia Antonella nascerà dopo in Canada.
Rimasto vedovo, si convolò in seconde nozze con Lucia Trinco, la
quale fu la sua compagna per ben diciotto anni, assistendolo con
dedizione e amore fin negli ultimi mesi penosi della sua malattia.
Leo era una persona retta, ordinata ed una persona amante della
simmetria, e dell'estetica, e questo senza compromessi di sorta
(da bravo alpino e da bravo friulano, direi) e in un mondo che
stava cambiando di giorno in giorno tutt'intorno di lui.
Lasciatemi terminare raccontando un fatto per dimostrare questa
sua concezione dell'ordine e della simmetria: Alcuni anni fa
trovandoci contemporaneamente in Italia, con mia moglie e mia
suocera, andammo assieme a Leo al Santuario della Madonna delle
Grazie di Udine, diretto dai Padri Servi di Maria, come la nostra
Chiesa qui di san Antonio.
In quel giorno la Santa Messa era concelebrata da tre sacerdoti.
Il celebrante festeggiava il suo 50o anniversario di sacerdozio.
Questo celebrante era un po' piccolo, mentre alla sua destra
concelebrava un sacerdote di media statura e il terzo
concelebrante, alla sua sinistra, era di statura assai alta. Leo
si voltò verso di me e mi disse che la composizione dei tre
concelebranti non era giusta. Chiesto il perchè, mi disse che il
più grande avrebbe dovuto stare nel mezzo, il medio alla sua
destra e il piccolo alla sua sinistra. Io gli ho detto: "Ma se è
il piccoletto che celebra il suo 50o anno di sacerdozio!" Al che
lui mi rispose: "La simmetria e l'estetica vanno sempre
rispettate, e il piccolo festeggi il suo 50o nel suo posto che
dovrebbe essera alla sinistra del celebrante alto"!
Leo non mancava mai alla Santa Messa domenicale, partecipava
attivamente alle attività del gruppo dei Friulani. Non ha mai
cessato di sentirsi un buon italiano, ma soprattutto non ha mai
cessato di sentirsi un buon Alpino.
Leo lascia Lucia, i tre figli con i loro sposi e spose e due
nipoti Philippe e Natalie, oltre ai fratelli e lascia pure una
sorella in Itala.
Questo era Leo e la sua perdita non è solo una perdita per i
familiari, ma è una perdita pure per tutta la nostra comunità.
Paolo Brun del Re -
19 Novembre 2003 |