nuove dal friuli e dal mondo

Villacaccia di Lestizza, 14 Agosto 2008
Agriturismo Ai Colonos


 
Italie-France 6-4
commentata in friulano da Bruno Pizzul



 ESTRATTO

Ritorna per il pubblico di Avostanis l'ormai tradizionale appuntamento di ferragosto, che quest'anno riserva un'eccezionale sorpresa di carattere sportivo. Domani sera nel cortile dell'agriturismo Ai Colonos di Villacaccia, verrà proiettata la finalissima dei mondiali di calcio del 2006, quella con cui l'Italia a Berlino riuscì a battere ai rigori la Francia per 6 a 4, divenendo campione del mondo per la quarta volta. La novità della serata risiede nel fatto che, grazie alla collaborazione con la Rai regionale del Friuli-Venezia Giulia che ha anche messo a disposizione il documento registrato, la partita sarà commentata in diretta, dal vivo, in lingua friulana da Bruno Pizzul, celebre telecronista sportivo che dal 1986 al 2002 ha seguito per la Rai, presso la quale era stato assunto nel 1969, tutti gli incontri nazionali di calcio.



 ESTRATTO FINALE

Francia-Italia 6-4 - CAMPIONI DEL MONDO 
le pagelle  (a bote cjalde)

     BUFFON 7 - Toglie ancora una volta le castegne dal fuoco. Su Zidane è splendido. Saracinesca umana. All'inizio del Mondiale deve aver stretto un patto con Cannavaro: "di qui non si passa". Immenso. 
ZAMBROTTA 7 - Lotta come un leone. Nelle ultime partite ha fatto più il terzino che il cursore, lasciando la ribalta ad un tale Grosso ... è diventato un difensore straordinario.
     CANNAVARO 7,5 - Capitano o mio capitano. Semplicemente sovraumano. Difficilmente una persona di 32 anni può giocare a questi insostenibili livelli in piena estate e dopo una stagione massacrante. Lui può. Solo Henry lo ha fatto soffrire un po', ma anche lui si è dovuto arrendere.
     MATERAZZI 7,5 - Comincia male entrando scordinatissimo su Malouda e causando il rigore. A causa sua partiamo ad handicap dopo soli 6 minuti. Ma si riprende. Segna il pareggio, sfiora il vantaggio ed è sempre attento in difesa. Rigenerato da Lippi.
     GROSSO 8,5
- Signori e signore ecco a voi il vero uomo del Mondiale. Procura eroicamente il rigore contro l'Australia, segna il gol decisivo contro la Germania e ci regala la gioia più grande con l'ultimo rigore della lotteria. Chapeau.
     GATTUSO 8 - E' stato detto che questa è la Nazionale dei Gattuso, e forse è vero. Corre per tutto il campo, morde le caviglie degli avversari e lo fa con una vigoria sorprendente. E poi è uno di quelli che ha costruito un rapporto splendido con Lippi. Come si fa a chiedergli di più?
     PIRLO 8
- Visto che Totti latita e ha sempre latitato in questo Mondiale, deve aver detto ai suoi compagni: "date palla a me e ci divertiremo". Cassaforte. Non perde mai un pallone, detta i tempi, allarga sulle fasce, tira anche. Giocatore totale.
     PERROTTA 6
- Anonimo. Non corre, non morde, non conclude. Peccato finire così.
     DE ROSSI 6,5 - Leggermente meglio di Perrotta, ma neanche tanto. Messo sulla fascia dove non è di casa, cerca i lanci lunghi non avendo la progressione. Ma non è neanche Pirlo. Redento per la stupidaggine commessa contro gli USA.
     CAMORANESI 7 - Corre sulla fascia e salta l'uomo come sa ben fare. Quando però è stanco comincia a fare falli, viene ammonito, perde palla in inutili ghirigori.
     TOTTI 4,5 - Semplicemente penoso. E meno male che era una finale. Doveva essere la sua ultima partita in Nazionale, ma al confronto Zidane lo ha sovrastato, pur avendo non pochi anni in più. Almeno non ha perso la brocca come il francese. Mondiale negativo, negativissimo.
     IAQUINTA - 6,5 Questa volta entra e non spacca il mondo come contro la Germania. Comunque lotta e graffia. Anche per lui un grande torneo.
     DEL PIERO 6,5 - Causa persa. Entra per allargare la difesa francese con Iaquinta a destra e Toni al centro, ma non va. Rallenta l'azione, non salta mai l'uomo e si accontenta dei passaggini laterali, il più delle volte a Pirlo. Cerca tristemente falli che non esistono. Almeno ha il buonsenso di difendere la fascia e di stare alle calcagne di Zidane.
    TONI 7 - A parte una traversa nel primo tempo che ci fa sobbalzare improvvisamente, non ha avuto altre possibilità di mettersi in mostra. E' inutile, nella Fiorentina gioca in un modo completamente diverso. Ma almeno lotta come un leone, prende falli, fa salire la squadra.
    LIPPI 9 - Se Grosso è il giocatore che più ci ha spinto fino alla conquista Mondiale, Lippi è colui che ha guidato la truppa in un modo incredibile. Mai visto una squadra più unita. Merito suo. Ha difeso i suoi giocatori, le sue scelte più discusse, e alla fine può ben dire: "ve l'avevo detto".

Dopo il primo tempo si credeva proprio ce l'avremmo fatta senza troppi patemi d'animo. E invece nella ripresa siamo arretrati. Punti da un Henry in gran spolvero abbiamo davvero sofferto. Poi è stato solo un lunga spasmodica attesa. Fino all'apoteosi.

     Dunque, alla telecronaca di oltre duemila partite che hanno segnato una grande carriera si aggiunge questa volta quella in friulano, e mentre tutti sono curiosi di sapere come se la caverà con la "testata di Zidane" e i "calci di rigore" Pizzul si mostra divertito e dice sornione: "No pensi di vê nissun problem, parce che jo o pensi diretamentri par furlan" (non penso di avere alcun problema, perché io penso direttamente in friulano".  

Pizzul: "Io, telecronista per caso"
(di Silvano Bertossi)

     LESTIZZA - Mondiali di calcio: Italia - Francia 6 a 4, Berlino 9 luglio 2006, 75 mila spettatori. Sono questi i dati che hanno incoronato l'Italia calcistica ai Mondiali, in pieno scandalo calciopoli. Partide patide, partita sofferta, allo spasmo, l'arbitro argentino diventa il sivilot argentin, il pressing pression, una spinta fallosa un sburt, il dribbling schiribicjâ. Di quella partita rimane nella storia la voluta e violenta zuccata di Zidane che, a tutta forza, colpisce lo sterno di Materazzi. Zidane si avventa sullo stopper come un cjastron.  E poi, per finire in gloria, nella massima gloria, i calci di rigore  i tîrs di rigôr.      Nell'aia dei Colonos di Villacaccia, per Avostanis 2008, è andata in onda la finalissima dei Mondiali di calcio, un filmato messo a disposizione dalla Rai regionale del Friuli Venezia Giulia, commentato però, in diretta dal vivo, in lingua friulana (con la consulenza di Gottardo Mitri, autore del Dizionari dai sports olimpics), dal telecronista Bruno Pizzul, notoriamente friulano.      Abbiamo incontrato un Pizzul, che era alle prese con una pasta e fagioli, conosciutissimo da mezzo mondo per i suoi servizi televisivi, in tutta libertà, accompagnato dalla signora Maria Luigia, friulana anche lei. Un Bruno Pizzul casalingo, nonno di dieci nipoti: Elena, Dario, Chiara, Paolo, Giulia, Filippo, Marta, Marco, Anna, Diego. Il colloquio è spaziato dallo sport al Friuli di adesso, alla cucina e alla forza persuasiva dei nostri vini bianchi.
     Come nasce Bruno Pizzul giornalista sportivo? - "Assolutamente per caso. Da giovane ho provato a diventare giocatore di calcio andando in giro un po' per l'Italia e i giornalisti sportivi che parlavano delle mie prestazioni erano piuttosto severi, visto che il mio talento era alquanto basso. Quindi la categoria mi era, francamente, antipatica. Poi ho preso parte ad una serie di colloqui in Rai, incontrando Paolo Valenti che mi ha incoraggiato a partecipare a un concorso per radiotelecronisti".
     Come ha accettato questo nuovo lavoro? - "Ero abbastanza restio ad affrontare nuove avventure zingaresche in giro per il mondo. Stavo bene al mio paese, insegnavo materie letterarie alle medie di San Lorenzo e mi ero fatto un certo nome come giocatore di briscola e tressette".
     Come trova il Friuli di oggi? - "Molto cambiato. I friulani sentono comunque molto il senso delle radici. Mi pare di percepire, in maniera abbastanza netta, una difficoltà di comunicazione generazionale. Un problema che si riscontra dappertutto".
     Il Friuli, pur piccolo ... - "Il Friuli dà molto sul piano della singolarità perché in un fazzoletto di terra esistono molte diversità territoriali, di costumi, di linguaggio, della stessa cucina".
     Salva o condanna questo Friuli? - "Lo salvo integralmente perché, nonostante tutto, c'è ancora il senso dell'attaccamento territoriale. La qualità della vita è accettabile. Ci sono meno frenesie, meno coinvolgimenti. Qui si vive ancora una vita a dimensione d'uomo".
     Una battuta sull'Udinese. - "L'organico c'è, la società è stata molto brava a trattenere i giocatori che avevano una certa valenza di mercato come Di Natale, Quagliarella e altri. Però se ci fosse qualche giocatore friulano in più non sarebbe male".
     Una battuta sui vini che lei conosce bene. - "Al di là di qualsiasi giudizio che può sembrare campanilistico, i bianchi del Collio sono unanimemente riconosciuti, senza discussione, i migliori del mondo. Sono riusciti a strappare delle quote di mercato molto importanti. Il Tocai è il vino di riferimento anche dal punto di vista storico culturale".
     La frase Bruno mole il bevi del comico Mandi Mandi è diventata molto popolare. A lei ha dato fastidio? - "No. Anzi. Nella prima partita dell'Italia ai campionati del mondo del 1994, che si sono disputati negli Stati Uniti, dove l'Italia giocava contro l'Irlanda, al Giants Stadium di New York ho visto con stupore e piacere, nella tribuna difronte a quella dove mi trovavo io, uno striscione di una ventina di metri con scritto proprio Bruno mole il bevi".
     Il piatto preferito? - "Io amo molto la pasta e fagioli. Sono di gusti popolari".