appunti di viaggio

Viaggio a Clauzetto
19 Dicembre 2004

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Da qualche tempo ho perso l’abitudine di scrivere gli appunti sui miei viaggi attraverso le contrade del nostro Friuli. Mi sono lasciato scappare l’occasione di descrivere alcuni interessanti percorsi effettuati recentemente, specialmente nelle mie trasferte domenicali per la rubrica “Biel lant a Messe”. Avrei potuto scrivere sui miei tragitti più lunghi come Bovec (Plezzo) in Slovenia, Chions e Forni Avoltri, ma avrei potuto raccontare delle sensazioni provate in località più vicine, luoghi che non avevo mai avuto occasione di visitare.

Purtroppo, se trascorre un po’ di tempo i ricordi vengono avvolti dalla nebbia e diventa più difficile riviverli e descriverli. E’ per questo motivo che butto giù a caldo queste quattro righe sul viaggio a Clauzetto, località che avevo scelto sabato sera prima di andare dormire, dopo una rapida consultazione alla cartina della Regione, per cercare di alternare le zone delle mie escursioni domenicali.

Partito da Leproso elle 8.31, sebbene alla periferia di San Daniele abbia imboccata la strada sbagliata, intorno alle 10 stavo già girovagando per le strade di Clauzetto, per avere una panoramica sulle cose più interessanti da fotografare ed in cerca della miglior inquadratura del soggetto principale: la Parrocchiale. Alle 10.15 avevo parcheggiato da pochi minuti davanti alla chiesa, quando il suono delle campane mi ha trovato impreparato, dato che in teoria avrebbero dovuto suonare alle 10.30. Sono riuscito a registrare molto di più di quello che mi sarebbe servito per mettere in rete, ma è molto importante cogliere i primi rintocchi, oltre agli ultimi… tanto c’è sempre la possibilità di “tagliare” al centro del brano per rientrare nei 3 minuti necessari. Dal sagrestano contattato subito dopo, ho saputo che le campane avrebbero suonato tutte e tre insieme a mezzogiorno in punto…

Prima di entrare in chiesa, ho avuto tutto il tempo per scattare qualche fotografia dal “balcone del Friuli” (come viene chiamato quel punto), verso la vallata dove scorre il Tagliamento e verso la pianura friulana fino al mare, anche se ero in posizione controluce e c’era una discreta foschia.

Sono rimasto sorpreso nell’ammirare la maestosità, all’interno di quel luogo sacro, non conoscendo ancora l’importanza del ruolo che aveva rivestito nei secoli quel Santuario. Infatti, in uno degli altari si conserva la Reliquia del Preziosissimo Sangue che, secondo la credenza, aveva il potere di liberare gli “spiritati” dai loro malefici. I “posseduti dal demonio”, che arrivavano anche dalla Slovenia e dalla Croazia, pregando salivano in ginocchio la lunga scalinata per raggiungere il sagrato della Chiesa e ricevere la benedizione dagli esorcisti.

Dopo una serie di fotografie in una chiesa ancora deserta, dieci minuti prima delle 11 è giunto il parroco, che mi ha subito avvertito che per fare  fotografie all’interno della chiesa, bisogna avere il permesso dalla curia. Per me naturalmente è stata una doccia fredda, ma ritenendo che non fosse stato ben capito il tipo e lo scopo delle mie riprese fotografiche, ho ottemperato solo in parte alle sue raccomandazioni, scattando qualche foto durante la cerimonia senza usare il flash, ritenendo ingiusto aver percorso tutti quei chilometri senza portare a termine il mio servizio. Nella pagina dedicata alla Messa, ho cercato di ridurre al minimo le foto dell’interno della chiesa, in attesa di una risposta da parte dell’Ufficio Beni Culturali della Curia Vescovile di Pordenone, alla “raccomandata” che ho già provveduto ad inoltrare.

verso la Pieve di San Martino...

Come programmato, dopo la Messa ho atteso mezzogiorno per ascoltare e registrare un bel concerto di campane, che hanno riempito la vallata con i loro rintocchi, mentre con la mia digitale inquadravo il panorama da quella posizione privilegiata. Alla fine mi sono allontanato dal “terrazzo” dove è collocata la chiesa, cercando una posizione per fotografarla meglio, imboccando invece una strada che indicava “la pieve di San Martino”. Dopo aver praticamente portato a termine la missione, non avevo particolari urgenze per il rientro, ma mi preoccupava il fatto che la strada stretta ed in salita si inoltrava sempre di più attraverso il bosco, e speravo di trovare uno spiazzo per invertire la marcia. Cominciavo a spazientirmi!!!, quando finalmente davanti a me si è aperto un ampio  spiazzo erboso, al lato del quale è collocata la chiesetta di San Martino d’Asio, e da dove si può ammirare la vallata sottostante (probabilmente la Val Cosa) e la pianura friulana in direzione sud-ovest.

Ora potevo ritenermi più che soddisfatto, ma ritornando a Clauzetto, non ho resistito a fare altre tappe per riprendere delle imperdibili inquadrature di quei bellissimi luoghi. Ancora una volta il mio pensiero è andato a quelle genti, che hanno versato sudore e sangue per tracciare quelle strade e quei sentieri, che noi ora percorriamo stando comodamente seduti nelle nostre vetture.

Castelnovo del Friuli - Borgo Rizos

Non ancora completamente soddisfatto, ho percorso ulteriormente le strade che si dipartono dal centro del paese, scattando foto a destra e a manca, finchè dando un’occhiata all’orologio mi sono reso conto che era ora di rientrare… alle 16.00 in punto dovevo essere all’Abbazia di Rosazzo per assistere ad un Concerto Corale. Sbagliando ancora una volta strada, mi sono ritrovato a costeggiare il Torrente Cosa, riconoscendo quel luogo e commuovendomi al ricordo dell’amico Meneto Foghin che dopo tanti anni di emigrazione, ora riposa per sempre in riva al suo fiume nella terra che amava tanto.
D’impulso ho infilato Borgo Rizos, sostando per alcuni minuti davanti alla sua casa. Mentre osservavo quel barbecue spento, che un giorno avevo visto fumante e frizzante, mentalmente ho dedicato a Meneto un Pater Noster, invocando quel Dio che anche lui amava, ma che chiamava con un altro nome.

Clauzetto, visto dal Ponte di Pinzano

Per stringere i tempi, sono stato costretto a rinunziare al solito piatto di gnocchi con sugo d’oca all’Agriturismo Loner, ed a rifiutare l’invito ricevuto “in corsa”, per una pastasciuttata presso dei cari amici a San Daniele. Sono arrivato in tempo all’appuntamento in Abbazia solo perché,  davanti ai miei computer, con una mano tenevo un panino al salame e con l’altra scaricavo le foto e le registrazioni audio raccolte nella mattinata.

Dopo il concerto all’Abbazia di Rosazzo, avevo cinque minuti di tempo per raggiungere la parrocchiale di Premariacco dove sarebbe stata gradita la mia presenza… ma avendo a quel punto già superato il limite della mia resistenza fisica, sono rientrato direttamente a casa. Dopo una buona scodella di pane e latte, ho staccato la spina ai computer e mi sono infilato sotto le coperte, controllato a vista da  “briciola”…!

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