appunti di viaggio

Viaggio al Lago di Barcis

Ormai ho una certa esperienza e so che per i miei spostamenti domenicali “dilà da l’aghe” (oltre il Tagliamento), devo partire prima delle 8 del mattino. Questo mi diventa sempre più difficile, soprattutto perché la sera prima resto attaccato al computer facendo le ore piccole. Sabato scorso, di ritorno dalla rassegna corale di Mariano, ho preferito rimandare l’attivazione della solita pagina provvisoria ed andarmene a letto, non prima di avere scaricato le foto dalle smart-card e messo sotto carica le batterie.

Mentre l'indomani stavo abbandonando il “paese più bello del mondo”, l’orologio della mia vettura segnava le ore 07.48 e il conta-chilometri segnava 11.972… era l’inizio di una “scarpinata” di 120-130 chilometri.

Dopo un’occhiata alla carta del Friuli, avevo deciso di puntare decisamente su Maniago, strada che conosco, e poi indirizzarmi verso Montereale Valcellina per arrivare a Barcis. Questi erano anche i suggerimenti dell’amico Bruno Corva di Cavasso Nuovo, che avevo deciso di andare a salutare al mio rientro.

Senza accorgermi ero arrivato alla periferia di Maniago, forse perché la mia attenzione era concentrata sui paesaggi che si aprivano davanti a me, mentre con una mano tenevo la mia fotocamera digitale 3Mpixel, sempre pronta allo scatto. Passato il Meduna ed avvicinandomi a Fanna, ero intento a cogliere al volo le indicazioni stradali, con lo sfondo delle montagne tanto care a Guido Zanetti di Kingston. Poteva anche essere l’occasione per riprendere il “suo” Monte Raut, ma la visione era disturbata da una leggera foschia e non ho creduto fosse il caso di fermarmi per effettuare la “panoramica” che Guido mi ha tanto raccomandato.

Della zona oltre Maniago conosco solo la parte nord che ho  visto in occasione della Messa a Pofabbro, e avvicinandomi a Montereale Valcellina ero attento a memorizzare i nuovi scenari, in previsione di future occasioni di viaggio. Una certa emozione l’ho provata attraversando la lunga galleria prima di sboccare nella vallata del Lago di Barcis. Per uno come me, che praticamente non è mai uscito dai confini regionali, percorrere 3.964 metri nel ventre della montagna, ha fatto un certa impressione. Pur non soffrendo di claustrofobia, quando in fondo al tunnel ho scorto il chiarore dell’uscita, ho tratto un sospiro di sollievo, e mi sono completamente rilassato inoltrandomi nella ridente vallata avvolta da una leggera foschia. Sul momento non ero interessato al panorama, perché mi premeva arrivare in tempo per registrare le campane, ma poi mi sono accorto che avevo a disposizione più di mezz’ora prima dell’ipotetica scampanata delle ore 10. Ho quindi avuto tutto il tempo per fare un giro per Barcis e lungo la riva sinistra del lago, per scattare una magnifica serie di foto.

Dopo i rintocchi delle 10 e delle 10.30, le campane sono rimaste desolatamente immobili, tanto che spazientito, ho preso il pesante borsone delle apparecchiature e sono entrato in chiesa.

Un signore entrato poco dopo di me (si trattava del sagrestano), mi ha dato la desolante notizia che la Messa sarebbe stata celebrata alle 16 del pomeriggio e che una suonata “doppia” di campane la avrei potuta registrare a mezzogiorno. Per qualche secondo sono rimasto senza parole (era la prima volta che mi capitava un simile “incidente”), ma poi ho pensato che la mia missione domenicale era comunque fattibile, anche se in formato ridotto.  Rimasto completamente solo, ho predisposto la mia apparecchiatura per registrare i rintocchi delle 11 ore, mentre con la digitale da 2Mpix, ho fatto un giro all’interno della chiesa fotografando tutto quello che ritenevo importante.

Davanti all’altare della Madonna, ho poi acceso un cero, e la mia voce ha rimbombato in quella chiesa vuota, mentre recitato un’Ave Maria per me e per tutti i visitatori del “natisone”…

Dopo aver caricato in borsa tutto l’armamentario sparso sui banchi e facendo attenzione a non dimenticare gli occhiali (ne ho persi una mezza dozzina), ho raggiunto la mia automobile, parcheggiata poco lontano, incamminandomi pian piano verso la strada del ritorno. Non oppresso dalla fretta, ho immortalato varie vedute del Lago di Barcis, che a causa della siccità e per l’utilizzazione dell’acqua in pianura durante l’estate, attualmente è ad un livello che si può definire… storico.

 

 Sopra, com'era il lago di Barcis oggi 21 Settembre 2003...
 Sotto, com'è in condizioni normali...

 ALTRI PARTICOLARI   

Suonava mezzogiorno, quando giunto a Cavasso Nuovo cercavo di ricordare dove abitava Bruno Corva, ma mentre armeggiavo con il mio cellulare, la sua chiamata mi ha tolto dai pasticci.

Mi ha fatto molto piacere rivedere Bruno, che attualmente sta passando dei momenti di difficoltà per problemi ad una gamba. Avevo pregato Bruno di non insistere affinché rimanessi per il pranzo, ma ho dovuto cedere al cortese invito della padrona di casa. Era la seconda volta che avevo l’occasione di apprezzare la buona cucina della signora Teresa.
Prima della fine del convivio siamo stati raggiunti da Elio Toffolo di Fanna, che aveva velocemente abbandonato gli amici dell’osteria per venirci a salutare.


 Io con Bruno Corva ed Elio Toffolo

Saranno state le 13.30 quando ho salutato tutti gli amici, riprendendo la marcia di riavvicinamento a Leproso, con qualche difficoltà per problemi di indigestione e per sole che picchiava forte.

Arrivato a casa ho deposto il borsone delle apparecchiature senza aprirlo, salendo in camera da letto seguito da Briciola. Dopo duo ore ero di nuovo pronto al via...
...e alle 18 mi aspettava l'Abbazia...