.TAIPANA (33040)
Sede municipale: p. Municipio
tel. 0432788020/788035/788049
Superficie Kmq. 65,47
Altitudine m 295-1636

N   46° 14.95  -  E  013° 20.45  -  m 500 slm

CENNI STORICI

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Magia del Borgo
Piccoli paesi da presepio, immersi nel verde e nel silenzio della montagna; piccole case rurali, ben curate e circondate da orti e giardini, abitate da persone che coltivano gelosamente e tramandano con orgoglio la storia del loro territorio, a cavallo tra Friuli e Slovenia. Particolarmente interessante è il dialetto locale, di matrice slovena, ma arricchito di suoni ed espressioni variabili da vallata a vallata e non riscontrabili altrove. Sono rimasti anche molti toponimi caratteristici, la cui lettura è Importante per ricostruire la storia del territorio, nei suoi aspetti geografici ed antropologici, spesso ormai sensibilmente diversi dall'attuale. Al centro, non solo fisico, dei paesi, la chiesa, tra cui spiccano quella di Monteaperta, intitolata alla SS. Trinità ("Sveta Trojica") del 1455, con begli affreschi all'interno e la bella Chiesa di S. Leonardo di Prossenicco.

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Giochi Magici
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Ogni anno, a rotazione, i paesi di Taipana, assieme ad alcuni centri della vicina Slovenia, si cimentano in tornei della tradizione, che mettono in luce le abilità particolari degli uomini di montagna: un modo per rivivere costumi e stili di vita mai dimenticati. Tra questi, il taglio degli alberi, il taglio col segone (vince la coppia che riesce a segare un tronco di grosse dimensioni nel tempo più breve), la "kuota" (carbonaia nel dialetto locale) che dura più giorni: da una catasta di legna predisposta in maniera particolare e ricoperta di terra, si deve riuscire ad ottenere il carbone, con una combustione senza fiamma.

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I Sentieri Magici
Forse il modo migliore per conoscere questo angolo di paradiso è percorrerlo in lungo e in largo in bicicletta o in mountain-bike. La fitta rete di strade, sentieri e piste forestali consente di scoprire, attraverso percorsi tanto facili quanto suggestivi, angoli di vera poesia, lungo tutto il territorio comunale. Ma Taipana è l'ideale anche per chi, a piedi, voglia godere del panorama e della tranquillità con passeggiate di grande relax, o, in stagione, dedicarsi alla raccolta di funghi (la raccolta è regolamentata: per i permessi, rivolgersi al Comune di Taipana); o, ancora per chi si voglia cimentare in trekking più impegnativi.

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Può così capitare di imbattersi anche in sportivi che si dedicano ad attività molto particolari, come il parapendio (i punti di lancio migliori sono sulla Catena del Gran Monte), o il Kayak, praticato con entusiasmo sul Torrente Cornappo, o più semplicemente impegnati in belle cavalcate tra monti e foreste (un attrezzato maneggio, si trova a Campo di Bonis).

Magia delle acque
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Poco distante da Udine, da campi coltivati e vigneti, si apre un angolo di montagna dove la foresta, grazie al clima e alla fertilità della terra ha riconquistato un territorio progressivamente ceduto dall'uomo. È un ambiente incontaminato, spesso selvaggio, il cui unico denominatore comune è il verde della vegetazione e lo scorrere delle acque, ora lento e placido, ora turbolento e scrosciante, ma sempre suggestivo. Lo si incontra subito, risalendo la Valle del Cornappo, ricco di gamberi di fiume, e, verso Taipana, dove si può ammirare la Šeroka Dolina, una lunga e profonda valle, costellata da una serie di cascate splendide e diverse create dal Rio Gorgons, o proseguendo verso Platischis, dove il Rio Namlen forma la bellissima cascata della Cukula. A nord-est, c'è la piana di Campo di Bonis, un piccolo paradiso di prati, residuo di un lago di origine glaciale, contornato da boschetti, dal quale si possono facilmente raggiungere le cascate del Rio Boncic; ad est la piana cade bruscamente nel profondo intaglio della valle del Rio Bianco, un altro torrente che poco oltre, confluendo con il Rio Nero, dà origine al Fiume Natisone.

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I tanti rii favoriscono una vegetazione rigogliosa, dove è facile incontrare fiori di una bellezza incredibile (Asfodelo, Iris e diversi tipi di Lilium) e piante officinali di gran pregio; così come hanno ricreato l'habitat ideale per tanti animali selvatici, come il cervo e l'orso, la lince e il gatto selvatico. Di casa ormai è il Grifone, ma si possono avvistare anche il Gallo Forcello, quello Cedrone, la Coturnice, assieme all'Aquila e ai Falchi. Oltre, a settentrione, la catena del Gran Monte, la lunga dorsale che unisce la Valle dei Torre alla Slovenia, è ricoperta da fitte faggete, mirtilli e rododendri nel versante nord e da ripidi prati a sud. Da qui l'occhio e l'anima può veramente perdersi, e vagare da Taipana alle Alpi Giulie e Carniche, fino alla pianura friulana e al Mare Adriatico, su un intero fantastico mondo.

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Magia delle Grotte
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 Per gli amanti della geologia e speleologia, la zona è ricca di sorprese: passeggiando tra Monteaperta e Taipana è facile imbattersi in reperti geologici di grande interesse, o in anfratti e grotte di origine carsica. che hanno alimentato leggende e miti, ed ora sono oggetto di studio e ricerca da parte di molti appassionati. Le grotte non sono sfruttate turisticamente: per saperne di più, si consiglia di rivolgersi al Gruppo Speleologico T. Seppenhofer" di Gorizia (Tel. 0481/520537-528353).

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"... nelle notti di tregenda, tra il giovedì ed il venerdì, "lis Aganis" (o le Štrihje, nel dialetto locale, le streghe dell'acqua) vengono dalla valle del Torre, unite a quelle delle Valli della Carnia, e s’incontrano con quelle della Val Cornappo: assieme si dirigono verso la valle del Natisone, meta dell'incontro per i loro riti. Volano alte nel cielo, chiamandosi l'un l'altra, e facendo con le loro scope rumori simili al vento. Rumori che puoi udire, piccolo mio, solo vicino alla cappa del camino. Non puoi uscire di casa dopo il suono delle campane della sera: "lis Aganis" scendono a ghermire i bambini disubbidienti per portarli in dono alle streghe della Val Natisone. "

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T A I P A N A

CENNI  STORICI

            Il come e il quando di TAIPANA si lega ad alcuni rilievi toponomastici, dei quali vengono presentate tre ipotesi:

1) TAIPANA, fatta derivare da un toponimo prediale, cioè riferito come aggettivo a fondo rustico o podere, cioè OCTAVIUS, un presunto colono romano. Il suddetto toponimo legato al sistema romano della centuriazione, cioè all’uso di dividere l’agro occupato per la fondazione d’una colonia, in tanti appezzamenti regolari detti praedia = poderi, da distribuire ai colonizzatori. Si chiamava con il suffisso ana o anum, cui corrispondeva il celtico: acum - icum, se la popolazione del luogo era indigena.

2) TAIPANA derivato da un sostrato prelatino. Ciò sarebbe molto interessante se questo significasse esattamente d’una lingua diffusa in un primo tempo, sovrapposto in seguito ad invasione od a degli influssi culturali diversi. Esso risulterebbe composto dal prefisso “taèa”, che vuol dire: rupe e da “tifa” corrispondente a: zolla di terra.

3)  la terza ipotesi che potrebbe avvalersi pure d’una citazione storica ben precisa, vale a dire: TAIPANA = TEYPANA, potrebbe intenersi formata da: teypa = tepa, che nella parlata locale: po našen, significa piccola pera, tipica del circondario, prodotta dall’omonimo albero di pere, che in più esemplari, cresceva proprio in vari punti d’ognuno dei vari borghi locali. Allora, si può dire formato dal prefisso tepa = pera e dal suffisso: ana, locuzione aggettivale o avverbiale di luogo che allude propriamente al luogo stesso.

            Dopo quanto detto sopra, passando da una breve cronistoria, qualcosa di merito si può collegare. Infatti s’abbozza una certa attinenza storica fino al IV secolo a.C., perfino con i resti della civiltà romana riscontrati in posti non tanto lontani, vale a dire sul CORNAPPO, presso TORLANO, in località: MACIGNACH. Al VI secolo d.C. con il sorgere delle PIEVI, le prime strutture civiche prendono piede e si arriva così ad una prima organizzazione di piccoli insediamenti pure ad andamento periodico (bella stagione), da parte di pastori sloveni e qualche casuale sbandato o fuoruscito che sfuggendo sopra tutto gli AVARI ed agli ILLIRI, entrambi popoli invasori, si fermano poi in pianta stabile, viste poi le condizioni del posto, fuori mano, e non tanto facilmente accessibile. Essi vivono appartati dal mondo nelle loro misere abitazioni, prima addirittura in umide grotte di fortuna, poi in casupole in sasso nudo, senza camino, coperte di lastre ed illuminate da piccoli pertugi.  Gli uomini vestivano rozze lane e pelli di capra, pecora o montone. Corti erano i loro calzoni, grossolane le scarpe o calzari in genere, larghi cappelli. Folte barbe e lunghi capelli fluenti che appena appena lasciavano libero il lobo sul quale spiccavano grossi orecchini. Le donne in veste nera, cinte ai fianchi da bande bianche ed un grezzo scialle, spesso a coprire le provate spalle, use a tante fatiche che incontravano quotidianamente nei lavori, non da meno faticosi rispetto ai maschi. Vivevano stentatamente del prodotto delle loro mandrie: latte, burro e cacio. Inoltre cacciavano nei vari boschi la selvaggina assai numerosa e pure per legittima difesa gli animali ritenuti più pericolosi, come lupi, orsi, cinghiali.  Le carni le arrostivano sulle braci di approssimativi spiedi. Così come cucinavano e facevano largo uso, con lo stesso fuoco, di brodaglie a base di erbe spontanee e  alcune pure coltivate. Solo dopo il XVI secolo con l’introduzione della coltivazione dei cereali (successivamente pure il granoturco che poi sarà il vero alimento), preparavano altri piatti o minestre, oltre ad una specie di farinata, conditi con il burro spesso cotto o lo stesso grasso e sego animale. Da notare che essendo la loro unica fortuna o risorsa, l’estensione dei pascoli, spesso erano costretti a ricorrere alle Autorità superiori (addirittura nel tempo a Venezia), per difendere le loro proprietà dagli usurpi dei vari Pievani di NIMIS e TORLANO, così dicasi per i vari Signor Feudatari, come vedremo a loro sottomessi. Proseguendo con la Storia, troviamo ad esempio che intorno al 1000 qualcosa di emblematico succede. Così come in FRIULI stesso v’è una mescolanza di vari popoli, così qua è ben marcata l’unione di Sloveni e Ladini. ritenuti già Friulani. Questo fatto crea l’elemento etnologico e etnografico, favorito dall’insediamento dei suaccennati Sloveni. Ma caratterizzò pure un momento difficile da punto di vita linguistico. Spesso fra gli stessi abitanti si creavano forti diversità di linguaggio, a volte incomprensibile e poco assimilabile, soprattutto contrassegnato dalla diffidenza per gli estranei, ritenuti responsabili delle loro stesse disgrazie e sofferenze. Dal XII al XIII secolo, oltre alle poche notizie e documenti attendibili, si può parlare d’un periodo oltre modo oscuro, pure funesto per tanti brutti eventi: fatti di sangue, lotte spesso fratricide, saccheggi, terremoti, carestie e perfino la peste, innondazioni, grandinate, invasioni di cavallette ecc. Dal XII al XV secolo questa misera gente, sebbene marginalmente travagliata dalle lotte feudali, trovò una protezione naturale nei suoi luoghi, non tanto accessibili, cosichè pure gli arrivi dei vari sbandati, perseguitati politici, rei con la giustizia, in cerca di asilo, non crearono altro disagio a quello già patito in precedenza, Sotto il dominio di Venezia non avvennero sostanziali mutamenti. Risultò comunque sempre problematico l’inserimento con le popolazioni della pianura, che continuò fino all’annessione all’Italia nel 1886. In precedenza ci fu una sudditanza austriaca e una breve permanenza francese dovuta all’espansione Napoleonica.  L’ amalgamazione di questa gente, ritenuta più o meno una minoranza slava, arrivò per gradi a dimostrazione che essa, pur attraversando miseria ed emarginazione, si dimostrò e si comportò pressochè indipendente sotto qualsiasi dominazione.

            TAIPANA  ebbe il suo momento abbastanza felice verso la fine dell’Ottocento, per poi subire ancora fra le due guerre (1915 - 1945) un trentennio burrascoso, funestato da un  buon tributo di sangue con i propri figli caduti, dispersi e feriti per la Patria. Altri raminghi in cerca di fortuna all’ Estero. Aggiungi inoltre: carestia, fame, mancanza oppure razionamento di certi generi di prima necessità, in pratica un regime di autarchia, con l’aumento del contrabbando, del mercato nero e delle famigerate tasse. A questo punto ci fermiamo, perchè il resto è Storia recente, intendendo riprenderla opportunamente in un secondo tempo.  Invece sarà opportuno accennare e sottolineare cronologicamente alcune date storiche, che hanno caratterizzato finora questa TAIPANA  STORY.

1175 - La prima citazione storica di TAIPANA, riferita probabilmente al passaggio dell’allora Villa alla Chiesa di AQUILEIA.

1221 - La Villa o Vicinia, passa sotto la Gastaldia di TRICESIMO.

1247 -Con l’inserimento della costituita “Plebs di Nimis”, nell’elenco delle Pievi appartenenti alla Diocesi di Aquileia, pure Taipana subisce l’influenza della suddetta Pieve, che pone e svolge un ruolo determinante sulla vita spirituale e sociale delle popolazioni,  sia friulane che slave. Ad esempio deve accettare che la sepoltura dei propri morti, il battesimo dei nati, la comunione dei fedeli, avvengano in sede, cioè a NIMIS, pur attraverso mille difficoltà di percorso, di cui verrà fatto cenno. Inoltre la disposizione che tutti i vari ministri di Culto, allora Cappellani, per TAIPANA ed altre ville designati, si alternassero, una volta quello di provenienza friulana, poscia di quello di provenienza slava.

1329 - TAIPANA, ha una sua ben definita e pubblica citazione storica come TEYPANA.

1300 - Verso il citato anno sorge la Cappella, in onore di S.MATTIA, ubicata nel Borgo di sotto o COOS.

1366 - Il Vicario di Nimis affida ad un certo Padre ILARIO la cura della Villa. Prende alloggio in una delle misere catapecchie, situate sotto e sul fianco della Rupe, ove sorge l’accennata Cappella.

            Qui vale la pena accennare a due note importanti :

a) Lo Zupan era il Capo indiscusso della Comunità  e rappresentava la popolazione nei rapporti esterni.

b) La Vicinia era l’adunanza dei capi famiglia del Comune o Villa. Essa discuteva e deliberava tutte le cose inerenti le varie questioni di pubblica utilità. Si teneva sulla piazza principale, sotto il caratteristico Tiglio. Era presieduta dal Decano e due o più Giurati, coadiuvati dal Brico, una specie di segretario, il solo che in pratica sapeva scrivere e leggere, da notare purtroppo che in quel periodo la gente era nella quasi totalità analfabeta.

23 maggio 1518 - Il Comune e la popolazione informano ed avvertono gli Organi competenti delle difficoltà incontrate nel trasportare i loro morti a Nimis, visto l’ingrossamento dei torrenti, in specie il Cornappo, con un unico attraversamento a   valle fatto su trave, sopra TORLANO. Inoltre per le disagevoli condizioni che             vengono a crearsi durante le copiose nevicate, aggiungi poi il sentiero percorso sdrucciolevole, spesso presentante sbarramenti di sassi e franamenti, che costituiva allora l’unica via di comunicazione con la pianura friulana.

1526 - Accanto all’ altare della Chiesa vengono costruite due Ancone, una per S.MATTIA e l’altra per i SS.Apostoli FILIPPO e GIACOMO.

28 Luglio 1644 - Confermato ed operante il diritto di Bene Comunale anche in questo Comune. Il suddetto Bene in pratica non è altro che il diritto ed il possesso di pascolare, di tagliare la legna, di falciare l’erba in tutte le cosidette Comugne, corrispondenti a vari appezzamenti della Villa Taipanese.

1720 - sul monte ZUFFINE, sopra Taipana, i Signori ZANCHI  di Bergamo costruirono un Castello fortificato.

1760 - Lo stesso castello passa di proprietà ai Signori ANTONINI di UDINE. Mantenuto per un po’ di tempo (pare 4 o 5 anni), poi di esso non rimane più traccia, dato che sul  suo posto crebbe una fiorente cava di pietra.

1790 - La Villa di Taipana si serviva allora di due piccole campane, come prevedevano le Autorità religiose, poste sopra un torretta sovrastante il tetto della vecchia Chiesa. Nello stesso anno si diede inizio alla costruzione del nuovo Campanile, lasciando il vecchio, tutt’ora in piedi, il quale non potè mai ottenere la collocazione delle  campane sopra, vista la costruzione non ritenuta idonea, insufficente a tale scopo.

1868 - Con la Legge 30 agosto 1868, inerente le strade comunali, si dà inizio alla viabilità.  Rimane ancora male agevole e pericolosa l’appena carreggiabile lungo il CORNAPPO, che sostituisce finalmente il vecchio e fin troppo ricordato sentiero di prima. Da notare però che il tratto PLATISCHIS-TAIPANA rimane allo stato di ampia  mulattiera e nel 1885 si pensa di sostituire il predetto tratto stradale con una più agevole carreggiata entro breve tempo, ma ciò avverrà appena dopo la fine della 1^ Guerra Mondiale (1918).

1870 - Primo norcino nella persona di PIETRO VAZZAZ, noto come Pjere MEKELIN.

1880 - Anche Taipana, come del resto le altre frazioni appartenenti al Comune di Platischis ha la prima Scuola. Da premettere che l’accennato Comune si forma dopo il 1800, in base ad una disposizione napoleonica del 1797, che vuole raggruppare più paesi e frazioni più o meno vicine, in un’unica Unità Comunale. Prima maestra elementare per Taipana la sig.ra TERESA STRUZZO.

1893 - Viene benedetta la Nuova Chiesa, ubicata al centro del paese, in Borgo di mezzo. E poi consacrata il 10 marzo 1903 dall’ Arcivescovo di Udine, Mons. ZAMBURLINI. Mentre per restare in tema, il nuovo campanile ad essa annesso viene ultimato il 4 ottobre 1928, solennemente inaugurato dal nuovo arcivescovo Mons. Giuseppe NOGARA, nel novembre (esattamente il 25) dello stesso 1928.

Verso il 1900, circa all’inizio, risulta il primo fornaio il Sig.Valentino NOACCO detto TIN FADIN, pure 2° carrettiere. Mentre il primo era un MICHELIZZA Giuseppe, con il soprannome di ŠKURSOR, munito di carretto ad un cavallo di traino, il quale prestava servizio postale dalla sede di Nimis, da dove oltre la posta trasportava altre derrate  alimentari, fieno, legna, farina, crusca, con più di qualche cosidetta mano di pane, perchè non tutti lo compravano in loco, soprattutto perchè mancavano o scarseggiavano i soldi. Da ricordare che la mano detta pure bina era costituita da dieci panetti attaccati fra di loro su due file.

1912 - Primo medico, un certo dott.ROSSI. Prima gli ammalati venivano portati a TARCENTO.

1913 - Sorge la prima Latteria Turnaria Sociale, sita sotto il vecchio Municipio, poi demolito. Prima i proprietari di latte si riunivano in gruppi per lavorare il latte. Usavano come misura una bacchetta di legno con un segno contrassegnato per determinare il livello.

1932 - TAIPANA diviene definitivamente Sede Comunale.

1939 - Alla vigilia praticamente del 2° conflitto mondiale la popolazione raggiunge una delle punte massime, con circa 470 abitanti.

1940 - 41 - TAIPANA capoluogo, nell’anno scolastico in corso, raggiunge il massimo degli   scolari frequentanti le Elementari. Infatti compresi frai 6 e i 14 anni risultano ben 70.

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 Come si arriva a Taipana
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20 Km da Udine (autostrada AlpeAdria), in direzione Tarcento, quindi si può raggiungere Lusevera e Monteaperta, oppure Nimis e direttamente Taipana. Dalla Slovenia e Cividale, si raggiunge direttamente Prossenicco.