S. Giovanni al Natisone
(33048)
Sede municipale: S. Giovanni al Natisone, v. Roma, 144
tel. 0432756041/756461  fax 0432757846
Superficie Kmq 23,92
Altitudine m 36 - 128
N  45°58.85  -  E   013°24.25

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Chiesa parrocchiale dedicata a S.Giovanni Battista

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SAN GIOVANNI AL NATISONE (UD)

     Esistente fin dall'epoca romana, durante le invasioni barbariche S. Giovanni fu teatro degli scontri tra il Duca longobardo Gisulfo e le popolazioni avare. In epoca patriarcale il villaggio, donato dal Patriarca Enrico all'Abbazia di Rosazzo, seguì le vicende dei Conti di Gorizia. Nel 1348 un terribile terremoto distrusse S. Giovanni e ne decimò la popolazione. Nel 1523 il paese passò sotto il dominio austriaco e vi rimase fino al 1866.

     Arte e cultura:
     La Chiesa parrocchiale, dedicata a S. Giovanni Battista, è costruita su progetto dell'architetto udinese Andrea Scala (1825-1892): ha facciata di tipo neoclassico per la presenza di timpano, lesene corinzie e robuste cornici modanate inserite in una struttura a parallelepipedo di bello slancio verticale.
     All'interno, altare maggiore barocco in marmi policromi con statue dei Ss. Giovanni Battista e Gottardo, dipinti raffiguranti gli Evangelisti e la Crocifissione e de corazione del gemonese Barazzutti, altari laterali eseguiti su disegno dello Scala, vetrate di Arrigo Poz (1982). Il dipinto raffigurante l'Adorazione dei Pastori, attribuito a Jacopo Bassano, è in deposito dalla Quadreria de Brandis.
     Di lontana origine è la Chiesetta di S. Giusto, con campaniletto a vela in facciata e portico sostenuto da otto colonne: il portale è del 1525, cinquecentesca è anche la pala d'altare lignea intagliata e dipinta, molto rovinata.
     Il Santuario della Beata Vergine "de Taviele", distrutto nella prima guerra mondiale, è stato rifatto in forme antiche nel 1922 ed ingrandito nel 1962 su progetto dell'architetto Renato Fiorini di Udine; la Chiesa di Bolzano, inaugurata nel 1870 (con forme che riecheggiano al tranquillo Settecento di periferia) e quasi completamente distrutta nella prima guerra mondiale, riedificata in seguito e rimessa a nuovo nel 1954, è stata decorata dal gemonese Antonio Della Marina.
     La Parrocchiale di Dolegnano conserva una Madonnina lignea della prima metà del secolo XVI (scuola del Martini) ed un'opera firmata dal pittore udinese Leopoldo Zuccolo, una pala del 1788-89 raffigurante S. Lucia e un'altra Santa: lavoro non eccezionale di un artista che ebbe qualche merito soprattutto come "critico d'arte" e primo "sovrintendente" agli scavi di Aquileia.
     Maggior interesse desta la Chiesa dei Ss. Filippo e Giacomo a Villanova del Iudrio, con facciata di gusto settecentesco, antico torrione campanario a fianco e, all'interno, un altare in marmo nero trasportatovi da Cividale (secolo XVIII). Recenti lavori hanno rimesso in luce affreschi del 1558 dovuti all'udinese Giacomo Secante: piuttosto malandati (con larghe perdite di colore e pesanti ritocchi che ne hanno in parte compromesso la leggibilità) essi raffigurano, sulla parete di destra, scene evangeliche con episodi relativi alla vita di Cristo (Adorazione dei Magi, Pentimento della Maddalena, Tradimento di Giuda, Ultima Cena, Apostoli al Sepolcro).
     Ricco il patrimonio di ville e di palazzi: spettacolare è la Villa Trento a Dolegnano (secolo XVIII) con due barchesse che si inoltrano nel bosco, vasto parco e peschiera; appena restaurata è Villa de Brandis, a S. Giovanni, edificata a partire dal 1722, danneggiata nel corso della prima guerra mondiale, divenuta di proprietà del Comune nel 1984: facciata con piccolo timpano, ricco arredo antico nell'interno, affreschi di Antonio Picco (secolo XIX) raffiguranti paesaggi in una stanza a pianterreno e importante Quadreria, con una sessantina di buoni dipinti dal XIV al XX secolo, con opere di artisti italiani, toscani, veneti e friulani in particolare (tra questi Francesco Colussi, Antonio Dugoni, Antonio Milanopulo, Enrico Ursella, ecc.), archivio fotografico ricco di più di seimila fotografie dal 1860 ai giorni nostri e biblioteca familiare con circa settemila volumi antichi.
     A Bolzano, casa natale di Pietro Zorutti, celebre poeta friulano (1792-1867).

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia

APPUNTI GEOGRAFICI

       Il Comune di San Giovanni al Natisone (UD), 66 metri sul livello del mare, ha una superficie di 36 Kmq e oltre 5.700 abitanti distribuiti nel capoluogo, nelle frazioni di Dolegnano, Medeuzza e Villanova dello Judrio, e nelle località di Bolzano e Cascina Rinaldi. E' posto sulla linea ferroviaria Trieste/Udine, e lungo la strada statale n. 56 che collega le medesime città.    Il suo codice di avviamento postale è il 33048 e il prefisso telefonico lo 0432.


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Il Municipio

CENNI STORICI

      Il territorio di S. Giovanni al Natisone si estende nell'area collinare orientale del Friuli ed è caratterizzato dalla presenza ad est del corso del torrente Judrio e ad ovest di quello del fiume Natisone, dal quale trae il nome (invero attribuitogli in questa forma nel 1928, in quanto fino ad allora era noto come S. Giovanni di Manzano).
     Nella zona non sono stati ritrovati reperti archeologici significativi, ma è quasi certo che un insediamento abitativo sorgesse nel territorio in epoca romana, come luogo di sosta sulla strada che collegava Aquileia e Cividale.
      La più antica notizia scritta, comunque, si trova in un documento del 1319 - il cosiddetto "Necrologium Rosacense" -, dove viene ricordata la donazione dei 'colli di San Giovanni' fatta nel 1070 dal Patriarca di Aquileia Enrico all'antica Abbazia di Rosazzo.
      Nel corso del Medioevo conobbe uno sviluppo simile a molti altri piccoli centri friulani contesi fra i feudatari locali, in particolare fra i signori di Manzano ed i Gramogliano. San Giovanni rimase sotto la Gastaldia di Manzano fino al 1420, fino a quando cioè il Patriarcato di Aquileia cadde sotto la dominazione della Serenissima. Con la caduta della Repubblica Veneta ed il conseguente trattato di Campoformio del 1797, dopo le alterne vicende fra Napoleone e la casa d'Austria, San Giovanni passò nel 1814 sotto il dominio austriaco, rimanendovi sino all'unificazione del Friuli al Regno d'Italia avvenuta nel 1866.

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      Durante il primo conflitto mondiale, per la sua posizione strategica vicina al confine con l'allora Impero Austriaco e lungo la direttrice Udine-Trieste, grazie inoltre allo scalo ferroviario che permetteva una notevole celerità nel movimento delle truppe e dei rifornimenti per il fronte, divenne sede di vari comandi di corpi militari e due suoi importanti edifici, Villa de Brandis e Villa Trento, furono trasformati in ospedali militari.

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SAN GIOVANNI NEL DISTRETTO DELLA SEDIA

      Oggi, San Giovanni al Natisone è un ricco comune che alterna una non scarsa attività vitivinicola con un'intensa e produttiva attività industriale, le cui origini risalgono all'artigianato dei seggiolai avviato in quest'area nel '700. Il comune fa parte infatti, con Corno di Rosazzo e Manzano, del cosiddetto "Triangolo della Sedia" : forse in assoluto la più importante zona di lavorazione del legno, con prodotti esportati in tutto il mondo. La produzione è molto vasta e variata, in grado di soddisfare ogni tipo di esigenza, ed ha indotto l'avviarsi in parallelo di tutta una serie di attività connesse quali il sorgere di studi di designer, di pubblicità, artigiani che lavorano in proprio parti componenti, esercizi pubblici specializzati nella commercializzazione dei prodotti.
Nel 1969 la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Udine istituì un'azienda speciale, denominata CATAS (Centro Regionale di Assistenza Tecnica Aziende Settore sedie e mobili in legno), con sede in San Giovanni al Natisone, nella quale vengono eseguite prove di varia natura sulle materie prime ed ausiliarie utilizzate da aziende italiane ed estere per la produzione di sedie e mobili, e che dispone altresì di una biblioteca specializzata nel settore.
      Sempre a seguito dell'industria del legno, è sorta a San Giovanni al Natisone una sede coordinata dell'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato "A.Mattioni" di Cividale del Friuli, specificamente rivolta ad una formazione professionale in grado di rispondere alle esigenze delle industrie e delle aziende artigiane impegnate nel settore. L'Istituto, in particolare, è fortemente motivato alla valorizzazione delle antiche tradizioni artigianali, e soprattutto al contemperamento di queste ultime con le più recenti innovazioni tecnologiche. L’IPSIA di San Giovanni, oltre ad una stretta collaborazione con il CATAS per il laboratorio prove nel settore del legno e dell'arredo, ha trovato il modo di avviare proficui rapporti con omologhe scuole europee, mirando con questo allo scambio di esperienze e conoscenze diverse.
      Sono previsti due percorsi formativi, che portano rispettivamente - dopo tre anni - al diploma di Operatore dell'Industria dei Mobile e dell'Arredamento , e - dopo cinque anni - al diploma di Maturità per Tecnico dell'Industria del Mobile e dell'Arredamento.
      La qualifica professionale del primo consente la conoscenza e la capacità di gestire i processi produttivi nel settore industriale e artigianale del legno e dei materiali affini, conoscendo le tecniche di lavorazione delle materie prime, promuovendo il recupero delle tradizioni artigiane in unione a specifiche competenze nel design industriale. Il Tecnico dell'Industria del mobile e dell'Arredamento svolge, viceversa, il ruolo di organizzatore e di coordinatore delle varie fasi produttive, avendo competenze relative alla progettazione di arredi per ambienti interni ed esterni, conoscendo le tecniche più progredite di progettazione ed ottimizzazione dei processi produttivi, essendo in grado di gestire autonomamente i magazzini, e possedendo le nozioni per affrontare e risolvere i problemi connessi con la sicurezza e la tutela degli addetti nell'ambiente lavorativo.


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Madone de Tavjele

ARTE E CULTURA

      Il paese è un vivace centro con alcune eminenze architettoniche di indubbio valore.
      La Parrocchiale, dedicata a San Giovanni Battista e costruita su progetto del noto architetto Scala fra 1830 e 1832, è accompagnata dall'antico campanile risalente nelle strutture al XIV o XV secolo, e conserva al suo interno la bella tela di Jacopo Bassano (1515 ca. - 1592), con I’ “Adorazione dei pastori”, facente parte della Quadreria de Brandis, di proprietà del Comune.
Poco distante sorge la chiesetta di San Giusto, un raccolto oratorio con leggiadro portico e campanile a vela, nel cui interno è conservata una pala d'altare lignea intagliata e dipinta del XVI secolo Risale, come testimonia il piccolo atrio con colonne tipico dello stile romanico, all'anno mille circa. Attraverso i secoli esso ha subito numerosi rifacimenti : il portale risale al 1525 così come l'altare ligneo fino alla mensa (la parte superiore è invece di recente fattura). Il coro è stato rifatto in stile gotico dopo che era crollato nel 1917, a seguito delle vicende della Prima Guerra Mondiale. Di notevole valore è la statua in legno di S. Giusto risalente al 1600. Nell'Oratorio sono conservate alcune urne cinerarie di epoca romana ritrovate nei luoghi ove un tempo sorgeva l'insediamento di Modoletto, nonché la campana mezzana trafugata dai tedeschi nel 1917 e ritrovata poi a Vienna alla fine della guerra. Attualmente l'Oratorio è dedicato, come monumento, ai caduti.

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Chiesetta di S.Giusto

      Il Comune è arricchito dalla presenza di una serie di splendide ville, dimore signorili che testimoniano dell 'architettura friulana e che talvolta si avvicinano ai prototipi delle ville venete, e che costituiscono in ogni caso un patrimonio significativo per il territorio. Villa de Brandis e Villa Trento, insieme a Villa Arreghini, alla tenuta della famiglia Bigozzi, a Villa de Puppi e a Villa de Carvalho sono piccoli gioielli che illustrano lo stile architettonico del Friuli settecentesco. Lungo la via principale, protetta da un muro di cinta con bei cancelli in ferro battuto, si trova Villa de Brandis, donata con lascito testamentario al Comune di S. Giovanni nel 1984 dalla contessa Caterina de Brandis, ultima discendente del nobile casato. La villa, la cui costruzione risale al 1718, conserva al suo interno importanti collezioni artistiche quali la Quadreria (nella quale sono raccolte opere comprese fra il XIV e il XX secolo), ed un cospicuo numero di arredi lignei originali, porcellane ed altre suppellettili preziose (XVI-XIX sec.). La biblioteca di famiglia (circa seimila volumi editi fra il 1501 e il 1980), l'interessantissimo archivio fotografico che annovera quasi seimila immagini realizzate fra il 1867 e il 1980, nonché le carte dell'archivio gentilizio, originariamente presenti in Villa, sono attualmente collocate presso la Biblioteca Civica di San Giovanni per opportunità di conservazione. La villa è inoltre completata da uno splendido parco di 40.000 metri quadrati che il conte Niccolò de Brandis, grazie alla sua sensibilità naturalistica, fece sistemare dall'architetto milanese Giuseppe Rho.
     Oggi la struttura è destinata dall'Amministrazione Comunale ad accogliere manifestazioni a carattere culturale quali esposizioni artistiche, convegni, conferenze, mostre di antiquariato, etc... Nei mesi estivi, poi, essa costituisce lo sfondo ideale a tutta una serie di manifestazioni all'aperto ormai divenute un piacevole appuntamento per un pubblico sempre più numeroso.

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Villa de Brandis

     Nella frazione di Dolegnano sorge l'imponente Villa Trento, risalente anch'essa alla prima metà del 1700 : è circondata da un vasto parco e presenta un corpo centrale affiancato da due barchesse, secondo un'impostazione architettonica che richiama più da vicino quella delle ville di tipo veneto. Soggetta più volte a ruberie, attualmente si trova, purtroppo, in stato di grave degrado.
     Risale invece al 1500 la Villa de Puppi sita a Villanova dello Judrio la quale, forse, a quell'epoca apparteneva ai conti di Manzano. Nel 1600 venne acquistata dai conti de Puppi (famiglia originaria del Casentino toscano) che ne fecero la loro casa di caccia. Luigi de Puppi, sindaco di Udine e deputato a Roma, abitò per molti anni questa villa. Essa presenta esternamente una struttura cinquecentesca. Internamente è fornita di archi e di volte. Il salone delle feste mantiene ancora il pavimento in cotto dei XVI secolo.
     Fra i beni dei conti de Puppi, i quali fin dalla fine del '700 avevano la giurisdizione sul paese di Villanova, si deve annoverare anche una casa colonica che oggi, grazie all'opera di restauro compiuta dell'attuale proprietario, il marchese Carlo de Carvalho, è divenuta una vera attrattiva in quanto rappresenta un tipico edificio dell'architettura friulana. Oggi l'edificio, restaurato nel rispetto delle costruzioni esistenti e con l'uso di materiali tipici (pietra, legno, cotto,...) oltre che dimora permanente del proprietario, è il centro di un'azienda agricola ed agrituristica da cui si può ammirare una splendida vista sulla campagna aperta avendo come sfondo i Colli Orientali e le Alpi Giulie.

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     Non ha certo le caratteristiche di una villa, ma piuttosto di una semplice dimora, la casa sita in località Bolzano, di uno dei più grandi poeti friulani, Pietro Zorutti (1792-1867) il quale, interprete genuino e puntuale delle tradizioni e dei costumi provinciali della nostra “Piccola Patria”, ha soggiornato a lungo nella nostra Comunità.

Testi tratti dall'opuscolo
"In viaggio ... A S.GIOVANNI AL NATISONE"
e gentilmente concessi dalla
Edizioni SVILUPPO 2000

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Il Natisone... a S.Giovanni al Natisone ...!

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