PREMARIACCO (33040)
Sede municipale: Premariacco, v. Fiori dei Liberi, 23
tel. 0432729009
Superficie Kmq 39,72
Altitudine m 67 - 220
N  46°03.55  -  E 013°23.75

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Premariacco visto dalla sponda sinistra del Natisone

PREMARIACCO
A.Ceschia

Il territorio comunale complessivamente conta oltre 3900 abitanti, sparsi fra il capoluogo e le frazioni di Azzano, Firmano, Ipplis, Leproso, Orsaria, Paderno, San Mauro e alcuni casali. Occupa una superficie di Kmq 39.43 pari a 3943 ettari e a 11.266 campi friulani ed è situata ad un'altitudine media di m. 110 sul livello del mare con punte massime di 168 m sulla Rocca Bernarda. Le sue coordinate geografiche sono 46 gradi di latitudine nord e 13 gradi di longitudine est.
L'area fu certamente abitata sin dai tempi preistorici. Le prime testimonianze risalgono all'età dei metalli, numerosi rinvenimenti in diversi siti del circuito cividalese appartengono all'età del bronzo. Nella prima età del ferro comparvero i Veneti, giunti da Oriente attraverso l'Illiria che occuparono tutta la regione alpina e subalpina diffondendosi fino all'Austria. Ad un'epoca compresa fra il II°  e il I° millennio a.C. risalgono i castellieri le cui tracce sono state rinvenute nelle località di Firmano e di Orsaria. Con ogni probabilità fin dal IV° secolo a.C. si può segnalare la presenza gallo -celtica sul territorio. Lo stesso Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia menzionava la presenza di un gruppo di Galli, detti Celti, il cui territorio confinava con i Giapidi. La loro presenza fu spazzata via dalla colonizzazione romana partita da Aquileia nel 181 a.C., che diede avvio ad una poderosa opera di centuriazione del territorio di cui lo stesso comune di Premariacco mantiene qualche traccia.

Gli agrimensori romani tracciarono reticoli orientati secondo il cardo ed il decumano dividendo interi territori in centurie quadrate che misuravano 20 actus (710,4 metri) di lato e in questa fase sorsero molti nuclei abitati.  La toponomastica offre un significativo contributo nella ricerca storica relativa al territorio. Lo stesso toponimo di origine prediale Premariacco con l'aggiunta del suffisso celtico -acco contiene una base etimologica che sembra indicare il nome di un contadino o di un soldato assegnatario di un lembo di terra, il praedium, o podere, e quindi starebbe ad indicare il "campo di Primarius" o "Premariacus ager". Del resto, la favorevole ubicazione del luogo che sorgeva sul fiume Natisone, la posizione intermedia fra la principali arterie viarie esistenti e la vicinanza con il municipium di Forum Juli, Cividale, furono certo un significativo incentivo allo sviluppo di questi nuclei abitati. La vocazione agricola, ed in primis vitivinicola del territorio dovette prevalere fin da allora quando il territorio pianeggiante, delimitato dai dolci declivi della Rocca Bernarda, doveva essere dominato da "aratori vitati", campi coltivati attraversati da filari di viti "maritati ad alberi da frutto". La successiva discesa dei Longobardi nell'aprile del 568 al seguito di Alboino e di Gisulfo che, occupando la regione ne divenne Duca, aprì le porte ad una nuova convivenza per le popolazioni locali, che si protrasse per ben due secoli e che ha lasciato numerose tracce sul territorio oltre che nel linguaggio comune. Il momento longobardo è testimoniato dalla necropoli romano - longobarda scoperta nel 1953 a Firmano, da altri rinvenimenti messi in luce nel capoluogo nel 1893, nel 1924 nel fondo "del Fari" al centro del paese, nel 1959 a Orsaria nel cortile dell'abitazione di Alfonso Orgnacco, nel 1957 ad Azzano e altri ancora. La prima menzione di una località del territorio "Leproso" risale all' 807, mentre il primo documento ufficiale che nomina la villa di Premariacco è del 1015. L'istituzione della parrocchia di Premariacco avvenne nel 1182. 

Passata prima sotto la giurisdizione temporale dei patriarchi di Aquileia, sotto autorità arcidiaconale del Capitolo di Cividale prima e, sotto il dominio delle città lagunare dal 1419, continuò a far parte della Giurisdizione della comunità di Cividale. Aspri dissidi e scontri armati si unirono ad eventi calamitosi, condizioni atmosferiche eccezionali, epidemie e carestie di cui le ricorrenti crisi annonarie sono segnalatori efficaci,  mettendo a dura prova le popolazioni locali fino alla prima metà del XVIII secolo, al termine del quale nuove speranze vennero alimentate dalla fugace presenza delle truppe francesi del generale Bonaparte e dei suoi accoliti. Poi, dopo la parentesi austriaca, il territorio di Premariacco fu, nel XIII^ Distretto di Cividale, parte del Regno Lombardo Veneto, quindi, dal 1866 annesso al Regno D'Italia. La villa di Premariacco nelle sue mille peripezie condivide e testimonia il travaglio storico dell'intero Friuli. Non attraversa il primo conflitto mondiale senza versare pesanti contributi, mentre nella seconda guerra mondiale è purtroppo teatro di episodi tragici e penosissimi come il sacrificio di tredici ostaggi che vengono impiccati per rappresaglia dai nazisti. Premariacco diede i natali a uomini eccellenti. Secondo la tradizione, avallata dal Madrisio e dal De Rubeis, fu nativo di questa villa  "S.Paolino Patriarca di Aquileia" pare fosse un membro della famiglia Saccavini e che, grazie ai suoi meriti, Premariacco, unico fra tutti i comuni dell'Istria e del Friuli, fosse esentato dalla decima. Il secolo XII°, secondo l'antica "Cronaca Patriarcale", vide i natali di un altro fra i personaggi illustri del luogo, il patriarca Gerardo, che pontificò per nove anni e  fu destituito dal papa Onorio II° perché favorevole all'antipapa Celestino II°. Nel 1345 circa un altro personaggio importante, Fiore dei Liberi, venne alla luce nel nostro paese, nel suo continuo andare fra le corti dei Principi dell'Italia medioevale fu abile maestro d'armi e di duelli. Il 14 aprile 1802 nacque a Premariacco anche Giuseppe Onorio Marzuttini, figlio di Paolino e Orsola del Dose, che, avviato al Sacerdozio, coltivò con gli studi teologici, il suo acutissimo ingegno. Unì allo studio letterario l'apostolato evangelico. Alla brillante attività di insegnamento aggiunse la composizione di tante opere scritte, tradotte e raccolte.

Anche alcune manifestazioni, per quanto sono importanti, richiamano l'attenzione: nel capoluogo la classica festa di primavera di S. Filomena che in concomitanza presenta l'oramai famosa mostra di pittura corredata da altre rassegne; a Orsaria "La storica mascherata" intrisa di leggenda e di personaggi pieni di fascino, la festa di Sant'Antonio e la ormai collaudata manifestazione musicale "Aria di musica"; la festa del vino di Ipplis che da gran tempo ha raggiunto la maturità; la festa di S. Paolino a S. Mauro, di antichissima tradizione; la festa di S. Giovanni a Firmano che a sua volta ha radici molto lontane nel tempo. Pur avendo mantenuto la sua vocazione agricola e vitivinicola il Comune (che è entrato a far parte dell'Associazione città del vino) si è sviluppato notevolmente dal punto di vista artigianale ed industriale ed si avvia ad assumere sempre di più un ruolo di comprimario nell'area del Distretto della sedia. Attualmente il 10% della popolazione è dedito all'agricoltura, con prevalenza del settore vitivinicolo, il 55% all'industria e all'artigianato e il 35% al terziario in genere.

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Premariacco com'era nel 1917


I MONUMENTI

Tra i monumenti degni di nota, la maestosa Chiesa Parrocchiale dedicata a San Silvestro Papa in stile neogotico, costruita tra il 1904 e il 1914. Affiancato da uno svettante campanile realizzato dall'architetto cividalese Pio Morandini, è un edificio di notevoli dimensioni. Accanto ad esso la cinquecentesca Chiesa di S. Silvestro, antica Parrocchiale di impostazione romanica, sconsacrata all'inizio del Novecento che con i recenti restauri ha restituito un'intero ciclo di pregevoli affreschi realizzati da Gian Paolo Thanner noto come Zuan Paolo Tonero , realizzati nel 1521. Nelle quattro vele della volta : i Dottori della Chiesa, simboli degli Evangelisti, San Silvestro e gli angioletti, nel presbiterio: gli Apostoli, Crocifissione, Scene relative al Nuovo Testamento, busti di Sante, nell'intradosso: Annunciazione e nell'arco trionfale: Eterno padre. E' possibile intravedere altri riquadri con lacerti di affreschi, inoltre il restauro novecentesco ha consentito il ritrovamento, sotto il pavimento, delle fondazioni relative all'antica chiesa di epoca romanica. A San Mauro si erge la Chiesa dei SS. Maria e Mauro Abate, eretta fra 1740 e 1742 sulla precedente chiesa quattrocentesca che, a sua volta, conserva in  una cappellina laterale che costituiva il coro della vecchia chiesa interessanti affreschi del Thanner (1520 c.), raffigurano Dottori della Chiesa e Simboli degli Evangelisti, nelle vele della volta Scene della vita di Cristo e dei SS. Pietro e Mauro e  Apostoli nella lunetta e sulle pareti, nell'intradosso otto figure di Sante con i simboli del martirio. All'interno della chiesa vi è un altare ligneo in stile barocco con una pala d'altare di Fulvio Griffoni del 1650. Per quanto attiene l'architettura civile bisogna menzionare la trecentesca Casa della Confraternita....


Casa della confraternita dei Battuti
(Tratto dall'opuscolo del Comune di Premariacco, in occasione del IX meeting della solidarieta' fra gli Azzano d'Italia)

L'edificio, situato nei pressi della cinquecentesca ex Chiesa di San Silvestro, sorse come sede della confraternita nel secolo XIV. A Premariacco esistevano, oltre alla confraternita dei Battuti (la più antica, secolo XIII) quella del Sacramento (1596) e quella della Madonna del Rosario (1695).
Nell'edificio si tenevano anche le riunioni della vicinia (capifamiglia) che venivano convocate dal suono della campana, per discutere i problemi della comunità sotto la guida del decano e di alcuni giurati. Il fabbricato, recentemente restaurato ex sisma, si compone di due parti con diversa altezza elevantesi a due piani che si sviluppano all'interno di una pianta rettangolare con murature in pietra a scarpa accentuata da contrafforti.
La facciata principale a destra, priva di simmetrie, è caratterizzata da una scala esterna in pietra con poggiolo monolitico sorretto da barbacani lapidei su cui prospettano due aperture arcuate in mattoni e due piccoli vani di finestra.
Nella parte bassa a sinistra della facciata si nota una porta d'ingresso, anch'essa con riquadri in pietra, sormontata da una trifora in mattoni.
La facciata di testa presenta una apertura arcuata in mattoni con soprastante finestra riquadrata.
L'edificio, all'inizio del secolo XX, era privo della trifora nonchè del parapetto in ferro battuto che ora sostituisce quello in legno.

 A seguito delle opere di restauro successive al sisma che ha colpito il Friuli il 6 maggio 1976, pregevoli affreschi cinquecenteschi del Thanner sono stati scoperti nella vicina ex chiesa di S. Silvestro, ora auditorium.

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Prima ...

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Dopo il restauro.

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Casa Birri (ex mulino) e sullo sfondo il Matajur