PADERNO

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Appunti storici tratti dal libro ORSARIA di Paolino Urtovic e Mario Stoller
pubblicate da Arti Grafiche Friulane nel 1976

Paderno (nome comune, derivante da: fundus paternus) è la seconda filiale di Orsaria, più vicina alla parrocchiale: paese pacifico, religioso e benestante nella maggioranza. Fino a pochi anni anche questa filiale era provveduta di Sacerdoti, nativi del luogo stesso.Famiglia antichissima di questa borgata è la famiglia De Sabbata dalla quale uscirono parecchi Sacerdoti. Pochissime le memorie da noi raccolte su questa Villa.
20-3-1802. Si domanda di fare il saliso del Coro e della Chiesa: item: restaurazione del Cimitero.
4-6-1794. Ampliamento della Sacristia e restauro del Coro. Spese L. 1888.
14 maggio 1785. Spese per indumenti sacerdotali L. 382,10. Molinari Sante, sarto fece.
13 settembre 1845. Il parroco Mesaglio domanda di demolire uno degli altari reso fradicio dal tempo. t concesso.
2-4-1849. Su istanza del parroco Mesaglio, il Capitolo annulla l'antica consuetudine che il parroco di Orsaria si porti a Paderno il giorno di Pasqua, alla mattina per confessare e per la benedizione delle case, e assegna un altro giorno, fra l'ottava, come si costuma oggi a fare, specialmente per comodità di portare la Pasqua agli infermi di detta filiale.
24-11-1865. 1 frazionisti domandano sussidi per la loro Canonica.
18-7-1871. La Fabbriceria di Orsaria domanda della terra da prelevarsi dai fondi comunali per rifondere il Cimitero di Paderno.
Nel 1868 la popolazione di questo luogo segnava 164 abitanti. Ora sono accresciuti di numero. Degno di nota che i fanciulli frequentano in modo esemplare la Scuola e la Dottrina nella Parrocchiale. Per un amichevole accordo, il parroco di Orsaria viene qui a celebrare una volta alla settimana, possibilmente il venerdì.
Nel 1912 i buoni villici vollero alzare di un metro e mezzo il tetto della Chiesa nell'occasione dei restauri che si imponevano al tetto stesso.
Nel 1914 poi la popolazione suggerita dal Parroco fece l'acquisto di una bella e artistica statua di S. Anna, per la spesa di L. 200 circa, in sostituzione di un'altra ormai logorata dal tempo.

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    INAUGURATA LA CHIESA A PADERNO

L'Arcivescovo di Udine Mons. Alfredo Battisti era presente Domenica 5 Settembre alle
ore 17:00, per l'inaugurazione della chiesa di Paderno dopo il lungo periodo di restauri.


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S.Ilario e Taziano in Paderno

Durante il terremoto del 1976, la chiesa dei santi Ilario e Taziano di Paderno ha subito danni notevoli. Crepe rilevanti sono comparse sulle pareti laterali, l’arco centrale si è spezzato, le vele del presbiterio si sono alterate e il campanile, battendo contro la facciata, ha creato delle spaccature paurose. Se a questo si aggiunge la vetustà del tetto, con travature marce, in particolare quelle sul lato nord-ovest, si comprende quanto urgente era restaurare la chiesa. Purtroppo il tempo, le leggi, i governi e altro... passavano e la chiesa era sempre la stessa, o meglio, sempre in condizioni più pericolose.
Fortunatamente nel 1995 una proroga del finanziamento di una legge sul terremoto, ci ha consentito, in extremis, di avere la copertura della spesa per i lavori di recupero dell’edificio sacro.
Dopo mesi febbrile attività, per ottenere tutte le autorizzazioni comprensive di concessione edilizia, per le gare d’appalto ed altro, nell’autunno del 1996 la ditta SICEA srl del signor Tracogna di Faedis apriva il sospirato cantiere edilizio.
Nei giorni precedenti l’inizio dei lavori, durante la fase di sgombero degli arredi sacri, in particolare del confessionale, ecco la sorpresa: sotto l’intonaco tracce inequivocabili di colori, che potevano far pensare a possibili affreschi.
Mobilitato chi di dovere, si procedeva ad una tassellatura che individuava un’area di circa 50 metri quadri con affreschi. Non vi narro di quanti problemi abbiamo dovuto affrontare a seguito di tale scoperta - l’ingegner Lorenzo Saccomanno, direttore dei lavori, ne avrebbe per una lunga serata invernale accanto ad un caminetto - basti ricordare che per quasi un anno i lavori sono rimasti bloccati per avere la nuova autorizzazione a procedere.
Quello che conta è però il risultato! Per tre mesi le operatrici della cooperativa " Centro Ricerca e Restauro" di Cividale hanno lavorato con bravura, mettendo in luce ciò che ora noi possiamo, con orgoglio, ammirare.
Le opere, stando ad una iscrizione - a dire il vero poco leggibile - ed alle tecniche pittoriche usate, potrebbero essere attribuite a Gian Paolo Thanner e datate inizio 1500. Le pitture, però nascondono un lavoro precedente - riscontrabile da tracce di iscrizioni, poste quasi alla base del zoccolo nord - certamente del 1400. Di più non è dato a sapere, pena la distruzione di quanto posseduto. Vale la pena distruggere quanto c’è di bello per cercare quello che potrebbe non esserlo? Lasciamo qualche dubbio e qualche lavoro ai posteri.
Al fine di comprendere il periodo storico in cui a Paderno si è lavorato nella chiesa e per capire chi era questo G.P.Thanner, vi propongo di seguito quattro testi:
* il primo, tratto dell’Enciclopedia del Friuli, presenta la situazione socio-polica-religiosa della nostra terra alla fine del quattrocento - questo per far apprezzare la lungimiranza ed il gusto artistico, nonché il sacrificio economico fatto da Paderno alla fine del quattrocento, per realizzare la chiesetta ed abbellirla con gli affreschi - ;
* il secondo un articolo di don Giuseppe Marchetti, grande esperto di chiese e dell’arte del Friuli, sulla figura del Thanner, tratto da Sot le nape del 1957;
* il terzo di Alberto Rizzi, già direttore dei musei civici di Udine, sempre sul Thanner, tratto anche questo da Sot le nape - rivista della Società Filologica - del 1978.
* il quarto dell’ing. Paolo Pellarini, collaudatore delle opere strutturali della chiesa, nonché conoscitore ed amante dell’arte pittorica popolare del Rinascimento friulano.

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UN GIOIELLO A PADERNO
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Il Friuli possiede un patrimonio storico popolare non abbastanza conosciuto e valorizzato, in particolare le cente (i nuclei originari dei paesi) e le chiesette votive. Per ognuna di queste c'è un evento particolare , un voto, un lascito testamentario che spinse la comunità locale ad edificare , anche in mezzo ai campi, lavorando gratuitamente per la Chiesa.Anche la Chiesetta di S.Ilario e Taziano e' una di queste: con il sagrato ( un tempo cimitero) recintato da un muretto nel mezzo di un piccolo borgo costruito successivamente. La dedicazione è interessante e viene ricordata il 16 marzo nel rituale ecclesiastico. Sant'Ilario è il secondo vescovo di Aquileja : Ilaro o Ellaro, in seguito e' divenuto un cognome molto diffuso in Friuli. La tradizione vuole che Ilario con il diacono Taziano venissero martirizzati sotto Numeriano nel 284 d. C. Ad Aquileja esisteva un martyrium ottagonale del IV sec. : ma alla fine del sec. VI temendo i Longobardi, il Patriarca Paolo portò a Grado i corpi dei martiri compresi Ilario e Taziano. Gli stessi sono venerati come patroni della Citta' di Gorizia , anche se già nel sec. XIII era loro dedicata una chiesa. L'attuale chiesetta si presenta con una navata ed un' abside sopraelevata; che risalgono al sec. XV . Il campanile in fronte col passaggio d'ingresso sottostante è raro rispetto a quelli piu' diffusi a vela (un esempio simile lo troviamo a Risano).  Gli affreschi interni, in parte riportati alla luce durante il restauro, sono opera di Gian Paolo Tonero o Thanner, figlio di quel Leonardo Teutonico, fu Girardo Thanner, intagliatore proveniente da Landshut, Bassa Baviera, ma che nel 1475 abitava a Tarcento : anche Giovanni Paolo Thanner net 1499 abitava a Tarcento avendo sposato Caterina q. ser Bernardino del Ponte. Immaginiamo che il pittore, prolifico per le sue opere in tutto il Friuli, facesse una vita itinerante , muovendosi con un cavallo o un mulo trainanti un carro con tutti gli attrezzi del mestiere ( impalcature, colori, pennelli...). Non pensiamo che si arricchisse a spese dei camerari o delle piccole comunità e quindi usasse l'oro ed il blu, colori pregiati solo sulla base del compenso : anzi spesso dovette ricorrere all' autorità religiosa per ottenere quanto pattuito. Ed anche se con questo artista la critica ufficiale e' molto severa, considerandolo provinciale e grezzo, dobbiamo riconoscere lo spirito popolare con cui ha impregnato le sue opere, lo stile facilmente riconoscibile, la rappresentazione frequente dei costumi dell'epoca ( quindi particolarmente documentaria) ed una luminosità dell'affresco pur ricorrendo a diversi colori e tonalità. Come numero di opere nella storia d'arte della Regione , possiamo annoverare prima di lui Pomponio Amalteo, Lorenzo Bianchini e Giovanni Antonio detto il Pordenone, pittori (che a parte la valenza) hanno prodotto una maggiore quantità di opere. I temi preferiti sono quelli comuni: l'annunciazione , la Nascita di Gesù, la Resurrezione, la Crocifissione, l'Eterno Padre che ritroviamo anche nella Vecchia Parrocchiale di Premariacco ( datati 1521) e nella cappella della Chiesa di S. Mauro dove in particolare raffiguro' i dottori della Chiesa ed i simboli degli Evangelisti. Si può pensare , che l’artista si sia fermato in questo paese tra il 1519 ed il 1522 circa per completare gli affreschi di ben tre edifici religiosi.
Nella Chiesa dei SS Ilario e Taziano la disposizione degli affreschi è quella classica : a destra la nascita, al centro la crocifissione ed a sinistra la Resurrezione. Tra i fregi laterali, di altra mano possiamo interpretare la vita dei due martiri, ma uno studio approfondito degli esperti sarebbe opportuno per dare una successione temporale agli affreschi messi in luce e possibilmente una traduzione delle scritte presenti sul lato destro dell'arco trionfale. Nella lettura delle scene , anche perché ben conservate troviamo una dovizia di particolari e piacevoli effetti cromatici.
Sottolineamo, per concludere , anche in prossimità all'evento del Giubileo la nostra profonda e radicata fede religiosa che si sorregge su Santi e martiri locali come Ermacora, Fortunato ma anche Ilario e Taziano, di cui ritroviamo evidenziata la loro festa anche sui Catapan o Necrologi di Rizzolo e Qualso ,che risalgono al 1300 : la data più antica di questi documenti è proprio la dedicazione della Chiesa dei Santi Ilario e Taziano proprio a Rizzolo. Indubbiamente quindi preziosa questa opera d'arte, testimone della nostra religiosità popolare, un piccolo gioiello della nostra pianura friulana.
Il mio augurio è che qualche esperto conoscitore dell’arte pittorica, si interessi a quanto scoperto a Paderno e ci consenta di conoscere meglio questa figura di artista, che tanto ha dato al Friuli. Sarei grato, anche, se ci potesse far gustare queste immagini che io so solo descrivere.
PAOLO PELLARINI

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 IL CICLO DI PADERNO

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Parete nord.
Lo spazio è suddiviso in cinque quadri ed una lunetta. I quadri descrivono cinque momenti essenziali della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. In alto, da sinistra, si vede Ponzio Pilato in trono che si lava le mani di fronte ai Sommi Sacerdoti ed al popolo che gli presenta Gesù.
Di fianco Gesù è flagellato ad una colonna. Da notare la presenza, in tutti quadri dello stesso aguzzino, stempiato con grandi baffi, e di un soldato barbuto sempre nella stessa posizione. Nella fascia centrale, una splendida incoronazione di spine, con Gesù bendato. Interessante il tentativo di creare uno spazio prospettico con gli elementi architettonici dello sfondo con due finestre che si aprono su un paesaggio ideale fatto di alberi, laghi e monti. A fianco la scena dell’ Ecce Homo: Gesù è condannato al supplizio della croce, la stessa compare nello sfondo. Alla base la grande scena di Gesù che attraversando la città di Gerusalemme, rappresentata con edifici rinascimentali, sale al Calvario portando la croce. La figura sulla destra del quadro, il soldato che porta uno stendardo, è la prima che è stata portata alla luce, durante i lavori di tassellatura. E’ l’immagine proposta sul bollettino del 1997. In tutte queste immagini si può notare la non perfetta proporzione delle forme - teste abnormi e gli occhi quasi applicati in orizzontale - e la mancanza del colore blu, era un colore molto caro a quel tempo. Nella lunetta che chiude questa parete c’è un ieratico San Giuseppe che porta in braccio Gesù Bambino. Nello zoccolo decorato della base s’intravvedono quelle iscrizioni, precedenti agli affreschi evidenziati, che fanno supporre la presenza in epoca precedente ( fine 1300 inizio 1400?) di altre pitture...

Arco centrale
Sicuramente anche l’arco di trionfo, che delimitava il presbiterio dall’aula, era affrescato. Purtroppo, nel 1792 si è proceduto ad una ristrutturazione della chiesa che ha fatto scempio della chiesa originale. In quell’epoca il barocco era ormai in decadenza, ma poichè nei paesi tutto arrivava in ritardo, a Paderno hanno pensato bene di rinnovare la chiesa che era tardo gotica, in quel "nuovo" stile. Pertanto hanno sostituito il campaniletto a vela della facciata con un campanile a torre, più imponente - ma abbiamo visto i danni che ha creato col terremoto - , hanno demolito il tetto per alzarlo di alcuni metri ( nel sottotetto esterno, a sud della chiesa, c’è la lapide che indica la data del cambiamento) ed hanno demolito l’arco gotico per farne uno grande barocco che si addiceva al nuovo presbiterio. Rimangono comunque, come ricordo, due lunette ed un frammento dell’angelo nunziante che, probabilmente costituiva il motivo centrale dell’arco trionfale. Nella lunetta in basso si vede una dolce Madonna con il Bambino in braccio che osserva l’adorante S.Rocco, protettore dei malati di peste, così venerato in quel periodo storico. In quella superiore un santo vescovo che potrebbe essere S.Silvestro. Sotto le lunette un’iscrizione incorniciata con la probabile indicazione dell’autore.

Parete sud.
Anche qui troviamo cinque quadri ed una lunetta. Rispetto a quella nord, si nota subito che anche un’altra mano ha usato i pennelli - probabilmente un aiuto del Thanner - . Si può osservare come gli elementi architettonici siano elementari ed anche i paesaggi, che costituiscono lo sfondo, siano molto scarni e poveri, rispetto l’altra parete. In alto a destra la scena rappresenta la deposizione del corpo di Cristo, avvolto nella Sindone, nel sepolcro sotto lo sguardo addolorato di Maria e di San Giovanni. A sinistra c’è la ‘discesa negli Inferi’: il Cristo con il vessillo della vittoria, lo stendardo con la croce, libera le anime dei giusti dalla morte. Bella l’immagine della morte raffigurata come la bocca di un leone da cui escono -si liberano - le anime dei giusti del Vecchio Testamento. Al centro a sinistra Gesù rovescia la pietra del sepolcro e risorge, mentre le guardie in parte stanno dormendo ed in parte guardano attonite. Osservate quanto ‘difficile’, e quindi pieno di errori pittorici, sia il movimento ascensionale del risorto, oltre all’infelice prospettiva del sepolcro stesso. A destra Gesù compare alla Maddalena e le parla. Purtroppo la scena è gravemente danneggiata dalla nicchia-finestra, prima realizzata, poi richiusa ed ora definitivamente ripresa. In basso a destra, l’ultima scena del ciclo di morte e resurrezione: Tommaso che mette le mani nel costato di Cristo Risorto di fronte a tutti gli altri apostoli. Il messaggio simbolico di tutto il ciclo può essere sintetizzato da tale immagine: voi che vedete come Gesù Cristo ha sofferto, è morto e risorto, abbiate la stessa fede di Tommaso che dopo aver dubitato parte lungo le strade del mondo per annunciare a tutti la Buona Novella del regno. Nella lunetta un santo, probabilmente San Girolamo, dell’antica chiesa di Aquileia che indica le Scritture come elemento determinante la riscoperta di chi è Dio. Lungo le pareti sia a destra come a sinistra, è stato recuperato un fascione con decorazioni a tralcio con inserite figure di animali. Interessante la scena sud ove si nota la forza e la rabbia di Gesù mentre scaccia i vari venditori dal Tempio di Gerusalemme ( monito per dire che in chiesa non si va mercanteggiare). Di difficile lettura è quella posta a nord, sembrerebbe un richiamo al battesimo, con annesso invito a testimoniarlo nel mondo.

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