Il
fiume Natisone
Il fiume Natisone è per ampiezza, caratteristiche geomorfologiche, collocazione
e fauna ittica uno dei più interessanti corsi d'acqua del Friuli Venezia
Giulia. E' caratterizzato da un bacino totale di 322 kmq, nasce a 415
metri sul livello del mare e deriva dalla confluenza del Rio Bianco e
del Rio Nero che scendono dalle falde del Monte Maggiore e dal Gabrovig.
Indi il corso d'acqua a regime torrentizio scorre in direzione sud-est
in una valle ristretta fino a quota 325. Il suo percorso accidentato
e tortuoso attraversa valli profondamente incise e terreni prevalentemente
marnosi, a tratti calcarei. Avvolge l'abitato di Longo, si allarga per
poi restringersi al livello del Monte Mia e del Monte Matajur. A
valle di Robig il fiume punta verso sud, descrive un'ampia curva intorno
alle pendici del monte Mia, poi entra in territorio sloveno dove scorre
con frequenti cambiamenti di direzione fino alla Sella di Caporetto ove,
piegando a sud, rientra in territorio italiano raggiungendo l'abitato
di Stupizza e puntando a sud sino a quota 190 metri s.l.m. dove termina
l'alto corso. Con una modesta portata supera l'abitato di Pulfero, quindi
si allarga nella vasta zona arenacea che gravita su San Pietro al Natisone
giungendo al Ponte di San Quirino a valle del quale riceve, in riva sinistra,
l'apporto di alcuni affluenti come l'Alberone, l'Erbezzo e il Cosizza,
poi raggiunge Cividale, dove termina il corso medio del fiume. A
sud di Cividale inizia il corso più caratteristico e selvaggio del fiume
che entra nella caratteristica forra, poi la sponda si abbassa fino a
Manzano, ai ponti della linea ferroviaria Udine-Trieste e alla SS 56.
Raggiunto Trivignano scompare completamente nella falda alluvionale e
dopo un percorso di circa 32 Km avviene la confluenza con il Torre, una
confluenza virtuale, in realtà.
Pare che in tempi antichi il Natisone si dirigesse verso il mare
nei pressi di Aquileia e che il subalveo abbia mantenuto l'originaria direzione, mentre
l'alveo si è spostato verso Est. Per questo motivo quando il fiume è in piena sfocia nel
Torre, mentre in condizioni normali le acque assorbite dalle ghiaie dell'Alta Pianura
friulana scorrono in subalveo seguendo il letto antico. Il regime torrentizio del Natisone
e la morfologia dell'alveo provocano una notevole variabilità della portata, che registra
massimi autunnali e primaverili di 380 mc/s e minimi estivi di alcuni mc soltanto.
Per quanto attiene la fauna ittica il corso del fiume può
essere sostanzialmente suddiviso in due zone principali. Una prima comunità tipica del
tratto montano e pedemontano popola l'area compresa fra la località Arpit e Perovizza e
conta la presenza della trota marmorata (Salmo [Trutta] marmoratus), il temolo
(Thymallus thymallus), la trota fario (Salmo [Trutta] trutta), lo scazzone ( Cottus
gobio) ed altri
Ciprinidi reofili. In questa zona è stata immessa anche la trota iridea. La seconda zona,
compresa fra Premariacco e la località Case di Manzano, si differenzia nettamente dalla
precedente e conta la presenza di specie come il barbo (Barbus plebejus), il cavedano
(Leuciscus souffia), l'alborella (Alburnus alburnus alborella), i gobidi (Padogobius
martensii) e il naso, o savetta (Chondrostoma nasus nasus) specie alloctona di recente
immissione. Fra le precedenti esiste una zona intermedia nella quale permane una certa
sovrapposizione delle specie.
L'ambiente fluviale rappresenta un luogo ideale per gli
uccelli che vi trovano riparo e cibo in abbondanza e che percorrono questo
"corridoio" nel corso delle loro migrazioni. Vi si trovano quindi, in tali
occasioni, numerosi uccelli di passo come anatre, cicogne ed aironi. L'area di confluenza
con il Torre, inoltre, ospita l'occhione (Burthinus oedicnemus) che depone le uova in
piccole conche fra i ciottoli, ma anche il corriere piccolo (Charadius dubius) e il raro
succiacapre (Caprimulgus europaeus). Si rimarca anche la presenza del topino (Riparia
riparia) e del gruccione (Merops apiaster). Nelle zone ghiaiose sono diffusi anche il
calandro Anthus pratensis), il martin pescatore (Alcedo atthius) la cappellaccia
(Galeridie cristata) e, nelle zone prative, l'averla minore (Lanius minor).
Le formazioni vegetali sono caratterizzate dalla presenza
di specie erbacee a notevole capacità di attecchimento che caratterizzano le superfici
rivestite da materiale grossolano di ciottoli e ghiaie. Vi sono formazioni arbustive che
proteggono le sponde in aree meno esposte alla frequente azione del fiume, identificabili
con il salice (Salix purpurea), sambuco (Sambucus nigra) e amorfa. Le formazioni arboree
che dominano gli argini sono caratterizzate dalla presenza del pioppo nero (Populus
nigra)
e del salice (Salix alba) , ma anche dell'olmo (Ulmus minor) , la robinia (Robinia
pseudoacacia) e l'acero campestre (Acer campestre).
(A.Ceschia)
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