Visita a parenti... e amici...

Viaggio a Fanna (PN)
(15 marzo 2000)

E’ proprio vero che, "le ore del mattino hanno l’oro in bocca", infatti, per il viaggio a Fanna, mi sono alzato un’ora prima e la scelta è stata positiva. Nei miei viaggi estivi, le partenze avvenivano anche prima, ma a metà Marzo la mattina si stà ancora molto bene sotto la "cusigna". Mancavano 10 minuti alle 8, quando uscivo da Via Pasubio, dopo averla abbondantemente inquinata con i gas di scarico della mia R5 (a causa della leva dello starter tirata).

Il traffico era abbastanza scorrevole, salvo nell’attraversamento della capitale del Friuli. Purtroppo, per recarcisi in quelle località, non ci sono percorsi alternativi ed è obbligatorio attraversare Piazzale Osoppo, amenochè non si decida di fare un lungo percorso "di aggiramento".

Durante il viaggio, mentre ammiravo le varie scene che veloci mi scorrevano sotto gli occhi, mi è venuta un’idea che potrebbe essere facilmente attuata e che potrebbe essere interessante anche per gli emigranti, che sono i diretti interessati dei miei viaggi attraverso le meravigliose contrade del nostro Friuli. Si tratterà di fare solo qualche esperimento, ma credo non ci siano grossi problemi tecnici. Sono sicuro che state "friggendo" per la curiosità di sapere di che cosa si tratta, ed io la tiro per le lunghe… apposta…!

Insomma, si tratta di piazzare la telecamera sul cruscotto e riprendere tutto il percorso, da Leproso fino al paese al quale sono diretto. Giunto a destinazione, le riprese potrebbero continuare con brevi interventi nei punti più importanti come chiese, monumenti, casa natale dell’emigrato, abitazione dei parenti, ripresa degli stessi, ecc… Il tutto potrebbe essere comodamente contenuto in una cassetta di 60 minuti, da inviare assolutamente gratis ai nostri amici lontani dal Friuli.

Credo che l’unico problema consista nel cercare di limitare il più possibile le vibrazioni, ma penso che il progetto sia fattibile, considerando la straordinaria efficacia dei moderni sistemi di stabilizzazione presenti nelle attuali telecamere digitali. Per la cronaca, nel borsello, vicino alla fotocamera digitale, ha di nuovo trovato posto la mia "100x Digital zoom".

Durante il viaggio, mentre attraversavo il Tagliamento, cercavo di immaginare che, se sul cruscotto avessi già montato "il trespolo", all’occorrenza lo avrei orientato verso destra o verso sinistra per inquadrare le acque del fiume e, poco prima, avrei ripreso il "murales" di Dignano, la bella chiesa di S.Vito di Fagagna, ecc…

Ma ben presto ho dovuto dedicare tutta la mia attenzione al percorso, dato che avevo già superato gli incroci di Vacile e di Sequals, entrando quindi in "un mondo sconosciuto"… Da quel momento dovevo solo stare attento ai cartelli che indicavano la mia meta più importante: Fanna. Superato un fiume abbastanza grosso, del quale non avevo intravisto nessun cartello che lo indicasse, mi è sorto un dubbio e, trovato uno spiazzo, ho parcheggiato per consultare le mie carte. Accertato che il fiume Meduna è nel tragitto in programma, e visto che poco più in là è segnalato Fanna, rinfrancato ho ripreso la marcia di avvicinamento e, quando ad un’incrocio è comparso un cartello che indicava "Fanna 5 km", ho tirato un sospiro di sollievo.

Esterno ed interno della chiesetta di San Silvestro, all'entrata del paese di Fanna.

Alle 9 stavo parlando con un signore mentre curava le piante di rosa che circondano la graziosa chiesetta all’entrata del paese. Dopo aver scattato alcune foto all’esterno ed all’interno della chiesetta, mi sono addentrato nel paese attraverso un stradina secondaria, in cerca di scene che potevano ricordare a Guido gli anni della sua infanzia. Ho notato che le varie borgate di periferia, sono immerse in meravigliose macchie di "boschetis", luoghi ideali per i giochi di bambini e… anche di adolescenti…!

Esterno ed interno della Parrocchiale di Fanna.

Verso le 9:20, come si può vedere nella foto, ero davanti alla parrocchiale e sono entrato all’interno. Appoggiato ad un banco (per prendere fiato) ed osservando un decina di ceri accesi, avevo deciso di accenderne uno per conto di Guido. Non so come lui la pensi in fatto di religione, ma avevo deciso di farlo comunque, consapevole che danni non ne poteva creare. Purtroppo mi sono accorto di aver lasciato in auto il borsello con il portafoglio e quindi non potevo fare la dovuta offerta per "rimborso spese". D’altra parte non me la sentivo di fare il "furbo" sotto lo sguardo di tanti occhi che mi osservavano senza battere ciglio… occhi di statue e dipinti meravigliosi che mi circondavano. A questo punto ho pensato che una breve ma "sentita" preghiera, sarebbe stato un mezzo di "telecomunicazione" più diretto.

Uscito dalla chiesa, senza grande fretta ho cominciato a chiedere informazioni per raggiungere Via Mandra, dove abita Mariuta, la sorella di Guido Zanetti emigrato in Canada.

Girovagando per le vie del paese, ho letto un cartello che indicava "Casali Boscarini" e, ricordando che si trattava del borgo dove era nato Guido, ho deciso di dare un’occhiata. Per individuare esattamente la casa natale di Guido, ho chiesto informazioni ad un signore che con la moglie stava lavorando nel suo orto. Anche in questo caso, ho dovuto esprimermi in italiano visto che alla mia prima richiesta di informazioni, molto gentilmente i miei interlocutori mi rispondevano sempre in un mix di italiano e veneto. Giunto nel cortile dove guido ha fatto i primi passi "e chissà tropis vôltis chel ‘a poât il cul partiâra", ho cercato di fare dei confronti con la foto che avevo stampato per consegnarla a Mariuta, notando che la casa era irriconoscibile, avendo subito numerose modifiche nell’arco degli ultimi quarant’anni. Dopo aver scattato qualche foto, ho creduto fosse giunto il momento di puntare direttamente all’obbiettivo principale… l’abitazione di Mariuta.


Siora Mariuta (sorella di Guido Zanetti residente in Canada) con le nipoti

Sebbene ci sia giunto per una strada secondaria, che sfiorando un boschetto attraversa orti e vigne, non ho avuto difficoltà a trovare il numero 14 e, suonato il campanello, ad aprire la porta è venuta la nipote e siora Mariuta. Grande gioia, con strette di mano, abbracci e baci dalla sorella di Guido, che mi ha gentilmente fatto accomodare in cucina, ma in quell’incontro è mancato il "fattore sorpresa". Infatti, la mia visita era stata preannunciata la sera prima, con una telefonata dal Canada. 

Con piacere ho constatato che la sorella di Guido parlava in friulano, che non si differenzia di molto da quello che si parla nella nostra zona. Mentre parlava, estraeva da una grossa busta fotografie e stampe, molte delle quali avevo già visto. Nella mezz’ora che sono stato in quella casa, Mariuta mi ha raccontato la storia della sua famiglia e dei sacrifici per allevare tutte quelle creature. La simpatica nonna, dagli occhi molto espressivi e dai lineamenti delicati malgrado l’età, da giovane doveva essere una gran bella ragazza. Ho potuto finalmente vedere alcune recenti foto di Guido, in una delle quali era alle prese con una pianta di fico, che in quelle zone fa molta fatica a produrre i suoi frutti. Purtroppo, non avendo impostato bene la mia macchina fotografica, le foto sono risultate sfocate, mentre quella in bianco e nero che vi propongo è riuscita perfettamente, sebbene sia ripresa da una stampa su carta.

La famiglia Zanetti (Guido al centro) - Io, e siora Mariuta.

Ho salutato (e baciato per conto di Guido) la signora Mariuta, un po’ contrariata perché non ho voluto accettare niente di quello che mi offriva. Ho comunque promesso che se passavo per Fanna non avrei mancato di andare a salutarla.

Esterno ed interno della chiesa di Madonna di Strada (Fanna). L'emigrazione ha segnato profondamente la storia di Fanna e gli emigranti fannesi hanno sempre mantenuto un forte legame con Madonna di Strada. Negli anni Cinquanta vollero lasciare un segno concreto del loro affetto. Nacque così, accanto al Santuario, la Casa dell'Emigrante (foto sotto), aperta ad accogliere i pellegrini che vi sostano per le giornate di spiritualità.

Prima di allontanarmi, mi sono recato nel Santuario di Madonna di Strada, un luogo dove regna una gran pace, ideale per un periodo di riposo e di meditazione, a contatto con la natura ed il suo Creatore.


Armando Miorini con la moglie Adriana e Olindo De Stefano.

Intorno alle 11 ero a Vacile e, suonato il campanello all’ingresso di casa Miorini, con piacere ho visto che ad aprire il cancello è venuto Armando in persona, ancora convalescente dopo un delicato intervento chirurgico. Armando sta migliorando abbastanza rapidamente ed al più presto riprenderà la collaborazione al nostro sito. Poco dopo è arrivata sua moglie Adriana, e successivamente Olindo De Stefano, che era stato avvertito con una telefonata. Dopo quasi un’oretta in allegra compagnia ed un garbato ma irremovibile rifiuto di fermarmi per il pranzo, ho salutato gli amici dandoci appuntamento a data da destinarsi, per un incontro più prolungato e… con i piedi sotto la tavola. Mentre mi allontanavo da Vacile, il mio orologio da polso segnalava con 12 bip il mezzogiorno. La mia R5 mi ha riportato a Leproso in tempo per l’aperitivo, cioè prima delle 13… Spero di non essere transitato davanti all'obbiettivo di qualche autovelox.