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 Ronchi dei Legionari, 22 Maggio 2005 

CAP: 34077 - Altitudine (s.l.m.): m. 11
Abitanti: 9.780 -  Superficie: Kmq. 16,98

La Storia di Ronchi del Legionari. La località, adagiata alle pendici del Carso, era abitata sin dall'epoca preromana. Tracce di castellieri sono state rinvenute nella frazione di Selz. In epoca romana sorsero alcune ville rurali, i cui impianti sono stati recentemente rinvenuti lungo il perimetro dell'Aeroporto del Friuli Venezia Giulia. Insieme ai territori vicini, fu soggetta a continue scorrerie, anche da parte dei Conti di Gorizia; visse un periodo di tranquillità nel Settecento e Ottocento, e, nel 1850, ebbe una Podestà quale rappresentante consiliare, mentre nel 1912 venne elevata al rango di Borgata. Durante il primo conflitto fu tra le località distrutte dall'allagamento dei territori che il comando austriaco ordinò per impedire l'avanzata degli Italiani. www.turismo.fvg.it

CAMPANE

Una foto dal fondo della chiesa e sugli altari laterali...


Santa Messa nella chiesa di San Lorenzo, accompagnata dal coro “Vox Julia”

         

 

Alla cerimonia erano presenti rappresentanti e volontari di varie associazioni che operano a Ronchi e dintorni, per l'ottava edizione della “Manifestazione provinciale del volontariato” promossa dalla Provincia, dall’Amministrazione Comunale e dal Centro servizi del volontariato del Friuli Venezia Giulia. L'importante evento si è svolto da venerdì a domenica a Ronchi dei Legionari, con tre giornate intense, fatte di convegni, manifestazioni, dimostrazioni sportive e spettacoli con il chiaro obiettivo di incontrare e conoscere le numerose realtà che operano nell’isontino, ma non solo. Era dedicata ai giovani, al loro rapporto col volontariato, questa edizione 2005 ed è proprio da Ronchi dei Legionari che è partito un percorso fatto di riflessione ed approfondimenti che ha coinvolto il mondo della scuola.

 

Arte e Cultura

     La Chiesa parrocchiale, dedicata a S. Lorenzo, risulta già esistente nel XIV secolo; ampliata nel 1646 ed in parte ricostruita nel 1780, è piuttosto ampia, a una navata, con facciata tripartita da quattro lesene; venne semidistrutta nella prima guerra mondiale: in tale occasione fu fatto saltare il campanile e si perdettero due pale raffiguranti l'una S. Giuseppe, l'altra S. Lorenzo: quest'ultima, considerata di scuola del Tintoretto, fu smembrata.
     Al 1923 risale la ricostruzione dell'edificio che presenta quattro altari laterali, altar maggiore seicentesco dovuto allo scultore veneziano Pietro Bagatella, con pala di modesta fattura del 1929 (opera del pittore triestino Eduardo Passauro), pulpito e battistero.
     Perse la Chiesa di S. Silvestro, demolita nel 1923, e la Chiesa di S. Poletto, distrutta dalla guerra '15-18, entrambe ricche di affreschi (di quelli di S. Poletto, eseguiti nel 1581 dall'udinese Nicolò Cumin, esiste la documentazione fotografica), gli edifici sacri di maggior interesse artistico sono le Chiesa della SS. Trinità e a Vermegliano, la Chiesa di S. Stefano.
     La prima è del 1762 ed ha i caratteri della cappella privata: la facciata, riquadrata da due lesene su piedistallo alto, con trabeazione e frontone triangolare, è dominata dall'ampio portale d'ingresso collegato con due volute alle lesene; in una nicchia in alto, una statua raffigurante S. Ignazio. L'aula è a croce greca e si conclude in alto con una volta semisferica impostata su quattro archi; nel presbiterio con volta a crociera, un bell'altare barocco in marmo con elementi decorativi della mensa, colonne binate e arioso elegante fastigio sopra il quale poggiano alcune statue.
     L'altare contiene una pala dipinta con le figure della Trinità. Sulla parete sinistra buon dipinto cinquecentesco raffigurante la Madonna fra i Ss. Nicolò e Lorenzo. Risale al 1593, è opera del monfalconese Alessandro Spilimbergo e proviene dalla distrutta chiesa di S. Silvestro.
     Nella Chiesetta di S. Stefano alcuni affreschi cinquecenteschi raffiguranti quattro Sante, S. Michele che pesa le anime e S. Giorgio che salva la principessa dal drago. Affreschi che possono essere attribuiti al pittore udinese Sebastiano Secante (uno dei meno conosciuti della nota famiglia d'artisti) che un documento dice essere entrato in lite con i camerari di Vermegliano per lavori effettuati e non pagati nel 1553.
Accanto ad una delle Sante (dipinte con buona proprietà) compare la data "1576" scritta a carboncino probabilmente da qualche visitatore, conferma della vetustà del dipinto.
     Sull'altare di S. Valentino, pala d'altare di Leonardo Stagni (1855), singolare figura di sacerdote e pittore, soprattutto di ex-voto.

Informazioni tratte da: 
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org