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Terzo di Aquileia, 12 Dicembre 2004

TERZO DI AQUILEIA (UD)
CAP: 33050 - Altitudine (s.l.m.): m. 5
Abitanti: 2.600 - Superficie: Kmq. 28.23

L'origine del luogo è sicuramente romana; le località come Terzo, Sesto e Tricesimo furono tappe e stazioni delle cinque strade che dipartivano da Aquileia per congiungersi al resto delle province d'Italia, della Rezia, del Norico e della Pannonia. L'antico nome del paese fu "Ad tertium lapidem", ossia la terza lapide o cippo, posto a tre miglia da Aquileia. Le vicende storiche di Terzo furono sempre legate a quelle della vicina colonia romana. Nel 452 Aquileia e i suoi dintorni subirono le devastazioni degli Unni e di Terzo si persero le tracce. Solo dopo quasi sei secoli il nome di Terzo riappare in alcuni documenti; nel 1042 le ville circostanti furono donate dal Patriarca di Aquileia al convento di S. Maria; tuttavia nel 1138 tutta la zona passò sotto la diretta amministrazione del Patriarca. Dopo il trattato di pace di Worms (1508) fra Venezia e l'Imperatore Massimiliano I, Terzo passò sotto il dominio austriaco per rimanervi, tranne che nel breve periodo napoleonico, fino al 1918, quando tornò all'Italia. http://www.turismo.fvg.it

  CAMPANE   

 CANTI
         


Principali monumenti e opere d'arte

La Chiesa parrocchiale di Terzo di Aquileia, edificata sopra una precedente costruzione tra il 1840 ed il 1846 dall'impresa Vincenzo Defior su un disegno dell'ingegner Tarnoldo di Carnia, è di grandi dimensioni, certo eccessive in rapporto al numero degli abitanti per cui fu costruita.
La facciata è di tipo neoclassico, con sei larghe lesene e timpano inscritto in una struttura rettangolare con balaustra sopra la quale sono poste cinque statue.
L'interno, ad unica navata, presenta un altare marmoreo settecentesco, con due angeli laterali e bassorilievo nel paliotto, ed un ampio affresco di Sebastiano Santi nel catino absidale con la Trinità e cori di angeli, in verità di mediocre livello qualitativo per la mancata capacità del pittore muranese (1788-1866) di "tenere" lo spazio. Del Santi era anche, nella navata, l'affresco con la Gloria di S. Biagio, distrutto nel 1918.
Di minore dimensione, ma più ricca di storia, la Chiesa di S. Martino, situata nell'antica via Annia. Costruita in tempi diversi, ha semplice fattura ed unica navata; le pareti della navata e dell'abside sono coperte da brani a fresco, purtroppo in non buono stato di leggibilità, appartenenti all'epoca medioevale e rinascimentale.
Gli affreschi del presbiterio, in particolare l'Incoronazione della Vergine ed i Padri della Chiesa nelle vele, sono stati attribuiti ad un seguace di Pellegrino da San Daniele (ca. 1503); per altre parti del ciclo è stato fatto il nome di Giampietro da S. Vito o di Gian Paolo Thanner (inizio secolo XVI) ma le attribuzioni non sembrano plausibili.

Informazioni tratte da: 
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org