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 Tarvisio, 16 Marzo 2003

TARVISIO (Ud)
732 metri s.l.m. - 205,52 km² - C.a.p.: 33018

Frazioni/Località: Camporosso - Cave del Predil - Coccau - Colazzo - Fusine in val Romana- Fusine Laghi - Monte Lussari - Rutte Grande - Rutte Piccolo - Sant'Antonio
Informazioni turistiche: Az. di Promozione Turistica del Tarvisiano e di Sella Nevea, v. Roma 10, tel. 0428-2135
Biblioteche: Biblioteca Comunale, e/o Centro Culturale, v. Stazione (apre il pomeriggio di ve.)
Escursioni: Parco regionale dei Laghi di Fusine - Foresta demaniale di Tarvisio – Riserve integrali di Riobianco e del Monte Cucco - Monte Priesnig - Monte Castello - Monte Santo di Lussari - Lago di Raibl - Massiccio del Canin - Altopiano del Montasio - Rifugio Grego Rifugio Corsi - Rifugio Pellarini - Rifugio Zacchi
Campeggi e rifugi: Rifugio Guido Cors Monte Jof Fuart, m. 1.854, tel 0428-6811 (apre da giugno a settembre) - Rifugio L. Pellarini, Carnizza di Camporosso, m. 1.499, tel 0428-60135 (apre da giugno a settembre) Rifugio Meschnik, Monte Lussari (sempre aperto) - Rifugio Zacchi, Fusine in Val Romana, m. 1.380 (apre da luglio a settembre)

 La parrocchiale dei ss.Pietro e Paolo


CAMPANE

 L'interno della parrocchiale, prima e durante la S. Messa

La parrocchiale dei ss. Pietro e Paolo in Tarvisio è uno degli esempi più importanti di chiesa fortificata dell'intero arco alpino.
Una precedente cappella in onore di s. Pietro era stata eretta a seguito della concessione del Vescovo di Bamberga Alberto (1399). L'attuale venne fondata nel 1445, come attesta l'iscrizione sulla porta principale (foto in basso), e subito protetta da quattro torri, da un muro di cinta e da un fossato, a difesa dalle incursioni. Nel 1650 furono aggiunte le piccole navate laterali e in seguito la nuova sacrestia, di fronte alla precedente racchiusa alla base della torre campanaria. Nel 1960-62 per iniziativa di Mons. G. Fontana e su progetto dell'arch. G. Della Mea, venne allungata di m 20 verso la piazza.
Gli affreschi
. Sono degli inizi del 1500 e attribuiti alla scuola carinziana di Villaco. Nell'abside la parete di sinistra (lato N) è divisa in due campate: nella prima il Giudizio Universale, nella seconda il ciclo evangelico dell'infanzia di Gesù che si conclude con la Risurrezione. Questa parte, notevole per il prospetto architettonico e l'armonia dell'insieme, segue lo schema compositivo degli affreschi della chiesa di Thorl-Maglern ritenuti opera di Thomas von Villach (1435-1520).
Dall'alto in basso sono raffigurate: l'Annunciazione, la Natività, l'Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio, la Risurrezione (alla sinistra del Cristo la Chiesa col vessillo della vittoria, alla destra la Sinagoga cogli occhi bendati e il vessillo spezzato), l'Eucarestia che nasce dal sangue di Cristo tra Magistero e Teologia, la ss.ma Trinità (?), la Madonna col Bambino, alcune figure di Santi. Sempre nell'abside la parete destra è ricoperta quasi interamente dall'immagine equestre dell’ l'imperatore Carlo V. Volle essere un tributo di riconoscenza al 'defensor Ecclesiae' che il 20 ottobre 1532, proveniente da Vienna, pernottò a Tarvisio con le sue schiere (Gli 80.000 uomini dell'iscrizione sono forse un po' troppi!) e volle si celebrasse un ufficio religioso. Sopra la porta d'accesso alla sacrestia la viva descrizione di Gesù che benedice i fanciulli.
Nella piccola navata di sinistra l'affresco di Gesù che conferisce il primato a Pietro è posteriore agli altri e fino al 1960 dominava la facciata della chiesa, nascondendo la trifora. Nella navata opposta si possono ammirare la ss.ma Trinità e una delicata Madonna con Bimbo in una graziosa cornice di Angeli.
Gli affreschi, per lungo tempo nascosti sotto l'intonaco della facciata, ora collocati nella navata centrale, presentano la caduta di Gesù sotto la croce e l'agonia nel Getsemani. Visibili accanto a Gesù i tré discepoli prediletti e in alto, probabilmente, la cittadella di Tarvisio nel 1500. Notare nell'angoletto a sinistra, in basso, il volto di un turco a ricordare i ripetuti assedi di quel tempo. Sull'arco trionfale dell'abside un altro recente ritrovamento: il sacrifìcio di Abramo con le parole della Genesi: "Abramo credette al Signore che glielo accredita come giustizia". Il coro ligneo dell'abside, di notevole pregio, riprende nelle colonne il tema squisitamente eucaristico della vite e dei tralci. E' di scuola tedesca, del 1650 circa.
Gli altari. Il più importante è senza dubbio quello dell'Incoronazione della Madonna (foto a fianco) che si trova sulla sinistra della navata centrale. E' della scuola di Villaco cui appartengono i famosi altari di Pontebba e di Maria Gail. Ciò che ci rimane è la parte centrale (lo Schrein) del Flugelaltar, antica ancona a sportelli mobili che ebbe larghissima diffusione nell'Europa Centrale intorno al 1500.
L'altare maggiore che domina il presbiterio è del 1722 ed è arricchito dalle statue dei ss. patroni Pietro e Paolo. Del tardo '800 la statua del Buon Pastore, proveniente dalla Val Gardena. Nel 1733 assieme al pulpito vennero costruiti tre nuovi altari. A quest'epoca risale probabilmente la mutilazione del Flügelaltar. Furono restaurati nel 1884 con la posa del nuovo altare dedicato a S. Domenico, all'interno della navata di sinistra. Sulla destra il gruppo di S. Anna e di Maria Bambina è opera ottocentesca della Val Gardena, incastonato nell'altare settecentesco, così come la tela del gemonese O. Berti (1922) è inserita nell'altare attiguo e raffigura S. Francesco con il Crocifisso. Sotto la mensa di quest'ultimo altare la statua di S. Francesco Saverio dormiente nel sonno della pace, tra S. Giovanni Nepomuceno e S. Ignazio di Lojola (?), compagno di studi e maestro di spirito di S. Francesco Saverio.
L'altare della celebrazione, l'ambone, la sede presidenziale sono realizzazioni recenti dell'artigiano G. Domini, su progetto di p. A. Polesello che si è ispirato alle colonne dell'arco trionfale.
Le vetrate sono neo-gotiche e bene si inseriscono nello stile e nella storia dell'edificio sacro. Quelle dell'abside, composte a Innsbruch nel 1887, dono dell’amm. Arco von Zinneberg, raffigurano S. Leopoldo rè, gli Apostoli Pietro e Paolo, S. Massimiliano Vescovo. Quelle della navata centrale risalgono al '62 e sono opera del conte Ricardi di Netro. Sulla parete di sinistra, accanto all'ingresso, Ottone 1° grande Vescovo di Bamberga (1103-1139) che riorganizzò civilmente e religiosamente la Valcanale, e l'imperatore Enrico II il quale fondò nel 1007 il Vescovado di Bamberga, inclu- dendo la Valcanale e altre terre carinziane (il principato di Bamberga durò fino al 1759). Il secondo finestrone è dedicato ai Santi Ermacora Vescovo e Fortunato diaco- no, martiri e patroni della Chiesa Aquileiese.
Di fronte, sull'altra parete, Cirillo e Metodio, i missionari dell'Oriente cristiano, ai quali si deve la scrittura paleoslava come mezzo di facile penetrazione del Vangelo fra quelle popolazioni. Tornando vicino all'ingresso, la vetrata ritrae Carlo Magno che nell'811 fissa i confini del patriarcato alla Drava e il patriarca Paolino, uomo di cultura, amico e consigliere dell'imperatore.
Lapidi. Sono numerose le lapidi funerarie e gli stemmi familiari legati alla storia della nostra cittadina e della nostra chiesa. Fra tutte segnaliamo quella che si trova nella colonna del pulpito, scritta in lingua latina, e dedicata alla fam. Rechbach che ebbe un ruolo importante nello sviluppo economico della valle e che si distinse per prodigalità verso la Chiesa e i poveri.

Principali monumenti e opere d'arte

La Chiesa parrocchiale di Tarvisio, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, è costruzione quattrocentesca in parte modificata nei secoli successivi. Stile carinziano all'estero (facciata con tre archi acuti che introducono all’endonartece, terminazione a tronco di piramide) ed all'interno; dalla zona absidale si alza un campanile, con slanciata cupola a cipolla.

Importanti gli affreschi riemersi intorno al 1959 quando si decise di allungare la chiesa verso la piazza (progetto di Giacomo Della Mea); nei lavori di demolizione della facciata gli affreschi esistenti vennero prontamente staccati ed in seguito portati all'interno. Un grande (e poco leggibile) S. Cristoforo venne ricollocato sulla nuova facciata; all'interno finirono (dopo il restauro) due episodi della Passione (Orazione nell'orto e Gesù cade sotto la Croce) di buona fattura. Nel presbiterio un insieme di affreschi di notevole interesse si sviluppa nella parete di destra con una popolaresca ma efficace rappresentazione dell'imperatore Carlo V a cavallo (in ricordo dell'intervento dell'imperatore al passaggio dei Turchi per Tarvisio). Sulla parete sinistra, nella prima campata affreschi raffiguranti il Giudizio Universale (leggibile solo nella parte superiore; con Paradiso, Purgatorio e Inferno (secolo XVI).

Nella seconda campata, Storie della Vita della Madonna, con elaborate architetture e notevoli episodi, tra cui l’annunciazione e la Natività di Cristo (scuola di Thomas von Villach, fine secolo XV - inizio secolo XVI). Per quanto concerne la scultura, degna di attenzione una Incoronazione della Vergine (secolo XVI) in legno inserita in un più tardo altare addossato all'arco trionfale, ed alcune belle lapidi sepolcrali.

Al muro di cinta che circonda la chiesa sono addossate tre lapidi di epoca romana rinvenute nel Tarvisiano. La prima testimonia dell'affetto di Giulia Stratonica per il marito Aquilino Cesenatese defunto a 46 anni; la seconda – risalente al 180 d.C. - è stata scritta, per voto, dai coniugi Vitale e Sura: la terza, del 190 d.C., è l'unica figurata, presentando nei riquadri laterali un Satiro con tirso (distintivo delle baccanti) ed una Danzatrice. Vi si leggono i nomi di Mutilio Cresto e di Fiorentina Secundina, «moglie di rare doti». A fianco della chiesa due torrioni, uno circolare e uno ottagonale, ritenuti del XV secolo, ricordano l'antica fortezza.

La Chiesetta della Beata Vergine di Loreto, a Tarvisio Basso, risale al secolo XVII: vi si conservano caratteristici altari lignei, affreschi e stucchi della fine del Seicento nel cupolino, pregevoli dipinti su tavola del 1520 circa, raffiguranti Apostoli, rincontro della Madonna con S. Anna e l'Annunciazione, di pittore carinziano, e due tele della fine del Seicento {Sposalizio della Vergine e Adorazione dei Magi) copie di Lucio Candido delle portelle dell'organo di Tenzone dipinte da G. A. Pordenone.

A Coccau, Chiesa di S. Nicolò con ciclo di affreschi nelle pareti della navata risalente ai primi anni del Quattrocento. Nelle scene con la Passione di Cristo (Flagellazione, Viaggio al Calvario, Deposizione, Sepoltura, Resurrezione) come nelle figure dei Santi è possibile riscontrare motivi desunti dalla pittura tardo giottesca rielaborati da un maestro austriaco: fresche figure isolate nello spazio, trattate con popolana ingenuità e colore schiarito. Di qualche decennio anteriore pare la suggestiva Adorazione dei Magi, alquanto rovinata dal tempo, che vive per la sola forza del disegno, il quale sostituisce praticamente il colore: non mancano ingenuità formali, così come una cena grossolanità nei volti paesani, ma tutto è riscattato dalla freschezza che promana da quel disegnare efficace e quasi senza pretese (si noti, ad esempio, in quale modo venga realizzato il chiaro-scuro nelle montagne che fanno da sfondo alla scena).

A Camporosso, nella strada principale a ridosso di casa Kranner, in prossimità dell'ufficio postale, c'è una lapide funeraria di epoca romana - studiata anche dal Mommsen - con i bassorilievi di un pedagogo e di un maestro nei riquadri laterali e la seguente scritta sul fronte: «Sacra agli dei Mani - in memoria di Avilia Leda, morta nell'età di 35 anni - Mutilio Fortunato ed Avilio Grato - alunni fecero». Nella Pieve di S. Egidio, con interessante interno a tré navate e presbiterio di tipo gotico a volta costolonata, due riquadri a fresco raffiguranti la Flagellazione e la Crocifissione a sinistra dell'arco trionfale. Sono dovuti a Thomas von Villach, fine secolo XV, e si fanno apprezzare per la corretta impaginazione, l'esuberanza del colore, l'elaborato panneggio, la linea attenta e sicura. Di bella fattura l'altar maggiore del 1704, il pulpito settecentesco; più modesti gli affreschi del 1712 nel soffitto delle navate.

Nella parrocchiale di Fusine, altari lignei del XVIII e XIX secolo; a Cave del Predil, la parrocchiale costruita nel 1971, con uso di materiali non tradizionali, su progetto degli architetti Giovanni Morassutti e Alberto Ferrini di Udine, ha sostituito la precedente nella quale si conservano modesti altari barocchi. Il Santuario di Monte Lussari, sorto - secondo leggenda - nel 1360 allorché il Patriarca di Aquileia ordinò fosse costruita una cappella con altare sul luogo in cui era stata trovata una statuetta della Madonna con Bambino, ha avuto varie vicende: chiesa in muratura nel XVI secolo, ebbe il campanile nel Seicento. Crollato per un fulmine nel 1807 e di lì a poco ricostruito, fu ridotto a un cumulo di macerie durante la prima guerra mondiale. L'odierna costruzione risale al 1924; la statua miracolosa è opera di scuola austriaca del periodo gotico; gli affreschi che decorano l'arco trionfale sono dello sloveno Toni Kralj (1930); la Via Crucis su lastre di marmo è del 1941.

A Raibl/Cave del Predil, da pochi anni è stata allestita la Mostra permanente della tradizione mineraria, un piccolo museo che raccoglie testimonianze e immagini della millenaria storia di quello che può essere considerato il più importante giacimento di piombo e zinco delle Alpi.

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
 
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org