Il Friuli a Madone di Mont
(VALENTINA ZANELLA - La Vita Cattolica)

          QUARANT’ANNI fa, tra le macerie del sisma, il Friuli si metteva in cammino verso il santuario di Castelmonte per chiedere al Signore, per intercessione di Maria, il dono della ricostruzione.
          «Un pellegrinaggio che avveniva a pochi giorni dalle scosse dell’11 e 15 settembre – ricorda il direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, don Loris Della Pietra –, che amplificarono i danni, turbarono gli animi, ma certamente non spensero la speranza e non troncarono la volontà di rinascere». Salendo a Madone di Mont per la 41ª volta, quest’anno, a poco più di una decina di giorni da un altro, terribile, sisma, quello in Lazio, giovedì 8 settembre – festa della Natività della Vergine Maria – i friulani faranno memoria dell’esperienza vissuta nel 1976 e non mancherà un pensiero a quanti si trovano in questo momento a vivere la medesima sfida e alle vittime della recente tragedia. Si pregherà, oggi come allora, per il dono della ricostruzione, materiale e spirituale. E i friulani, afferma ancora don Della Pietra, ancora una volta «rinnoveranno la gratitudine a Dio per il cammino compiuto, sperimenteranno ancora una volta la consapevolezza di essere Chiesa in cammino, bisognosa di perdono e, al contempo, capace di vivere la misericordia laddove ci sono macerie, ferite e peccato».
         L’appuntamento è fissato con ritrovo a Carraria alle 14.15. Alle 14.30 la benedizione dei pellegrini da parte dell’Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato, cui seguirà la salita a piedi con la preghiera del Rosario e, alle ore 17, sul piazzale, la celebrazione eucaristica, l’atto di affidamento a Maria e il canto del Magnificat. «Maria camminerà davanti a noi e con noi», conclude don Della Pietra. «Lasciatevi guardare dalla Madonna», incoraggiava papa Francesco lo scorso mese di giugno in un incontro spirituale con i sacerdoti. E proseguiva: «In Maria troviamo la terra promessa – il Regno della misericordia instaurato dal Signore – che viene, già in questa vita, dopo ogni esilio in cui ci caccia il peccato. Presi per mano da lei e aggrappandoci al suo manto ». Una raccomandazione valida per ogni credente e certamente sentita dal popolo friulano che salirà a Castelmonte.