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Premariacco (UD), 29 Maggio 2022

Ricordato l'eccidio del 29 Maggio 1944


...il raduno era stato fissato al lato ovest di Piazza Marconi...


...all'ora stabilita il corteo si è mosso per attraversare la piazza...


...e depositare la prima corona d'alloro al punto esatto dove nel 1944 era stata eretta la forca per il tragico epilogo...


...le altre corone sono state poste al centro del monumento...


...coordinato presidente provinciale dell'ANPI Dino Spanghero ,
l'incontro è proseguito con l'intervento del Sindaco ospitante di Premariacco Michele De Sabata...


         
...siamo riusciti a rendere sufficientemente decifrabili solo i primi due interventi,
a causa della bora che soffiava con sempre più violenza in Piazza Marconi a Premariacco...


...sono seguiti gli interventi dei Sindaci o dei rappresentati dei Comuni di San Giovanni al Natisone,
Tavagnacco, Corno di Rosazzo e del consigliere regionale Cristiano Shaurli...


...l'orazione ufficiale dello storico Diego Lavaroni ha concluso l'incontro...


...obbiettivi in libertà...


...a conclusione del servizio...

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Dal ricordo dei 26 patrioti uccisi, monito a tutelare la democrazia
(Lucia Aviani -  Messaggero Veneto del 30-05-2022)

          «Libertà e democrazia vanno difese, sempre, dalla sopraffazione violenta». Il monito a non dare per scontati valori «vulnerabili» è stato il tema ricorrente, ieri, della cerimonia di commemorazione dell'eccidio di Premariacco e San Giovanni al Natisone, dove il 29 maggio 1944 furono impiccati sulla pubblica piazza - atto di rappresaglia voluto per diffondere il terrore fra la popolazione - 26 patrioti, quasi tutti ragazzi, selezionati dai tedeschi fra i prigionieri del carcere di via Spalato, a Udine. I loro corpi - il più giovane aveva 16 anni - vennero lasciati appesi al patibolo fino a sera.
         Inevitabili i parallelismi con la tragedia ucraina, che ha "attualizzato" il messaggio della ricorrenza, sovrapponendo lo strazio della guerra in corso al ricordo di barbarie che si speravano tramontate per sempre. Dai rappresentanti dei Comuni direttamente coinvolti nel dramma l'esortazione a trasmettere la conoscenza di questa dura pagina della Resistenza: «La memoria è troppo corta, la storia non insegna», è stata l'amara considerazione del primo cittadino di Premariacco, Michele De Sabata, impegnatosi per i prossimi anni a coinvolgere attivamente le scuole nella commemorazione, perché la consapevolezza è il primo tassello nel processo di costruzione della pace.
          «Gli errori si ripetono», ha concordato la vicesindaca di San Giovanni, Katiuscia Di Lena, annunciando che la sala civica del suo Comune sarà intitolata a uno dei martiri, Ezio Baldassi.
          «Mai avremmo pensato di rivedere la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, e che per contrastare la volontà dei violenti non ci fossero altre vie se non quelle della resa incondizionata o delle armi», ha osservato il primo cittadino di Tavagnacco, Moreno Lirutti, sottolineando che «libertà e democrazia non sono date per sempre, vanno difese con impegno e sacrificio».
          Toccanti le parole del rappresentante dell'amministrazione di Corno di Rosazzo, il consigliere Marco Costantini, che ha raccontato un aneddoto famigliare: un parente avrebbe potuto rientrare fra i 26, si salvò solo per l'età, 14 anni. «Sei troppo giovane», gli disse l'uffìciale tedesco.
          Al consigliere regionale del Pd, Cristiano Shaurli - presente assieme al collega Elia Miani - il compito di portare la voce della Regione: «Per oltre 70 anni l'Europa ci ha garantito pace e benessere. Ora abbiamo di nuovo davanti agli occhi il male assoluto», ha commentato, lasciando poi spazio all'orazione ufficiale dello storico Diego Lavaroni, dell'Anpi, organizzatrice della manifestazione insieme alle amministrazioni civiche e rappresentata dal presidente provinciale Dino Spanghero.—

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SAN GIOVANNI AL NATISONE
Cerimonia in ricordo di ventisei vittime della ferocia delle Ss

           Era il 17 maggio 1944 quando il paese fu teatro di un attacco dei partigiani contro una ronda tedesca. In quello scontro a fuoco morì un soldato e a esso seguì pochi giorni dopo una seconda offensiva analoga a Premariacco. Da quei due episodi, 13 giorni dopo scaturì una dura rappresaglia della forza occupante, con un'esecuzione pubblica davanti villa de Brandis che costò la vita a 13 persone.
          Domenica le amministrazioni di San Giovanni al Natisone, Corno di Rosazzo, Premariacco e Tavagnacco, assieme alla sezione provinciale dell'Anpi, ricorderanno quel massacro e renderanno omaggio agli antifascisti impiccati lungo la strada. Alle 11 sarà così deposta una corona sulla lapide che ricorda l'eccidio, proprio fuori la storica dimora, alla presenza dei sindaci dei comuni coinvolti e di Adriano Bertolini, vicepresidente dell'Anpi provinciale Udine.
          Così 26 esponenti del Fronte della gioventù di Feletto, all'epoca rinchiusi in carcere in via Spalato a Udine, estranei a quell'attacco, ma scelti da Paul Moller, tenente delle Ss che comandava la polizia di sicurezza nel capoluogo friulano, furono destinati a essere simbolo della vendetta nazista, venendo caricati su un camion la mattina del 29 maggio e trasportati verso Cividale. A San Giovanni e a Premariacco furono allestiti due patiboli, dividendo i prigionieri tra le due località. I loro corpi rimasero appesi fino a sera: caricati poi su un camion, furono portati a Trieste per essere bruciati nella Fusiera di San Sabba.
          «Mio padre a quel tempo abitava a Dolegnano ed era bambino - racconta il primo cittadino Carlo Pali-, si ricorda che chiamarono tutte le persone del paese e le fecero passare lì davanti, per mostrare quella scena». Presente domenica anche una rappresentanza del Consiglio comunale dei ragazzi.—