nuove dal friuli e dal mondo

Abbazia di Rosazzo, 23 Settembre 2016
Sala della Palma e sottoportico dell'ex Tribunale

Friûl ferît - Friuli ferito

Il terremoto del 1976
nelle fotografie di Riccardo Viola


...l'ingresso alla mostra...


...l'inaugurazione era preceduta da un'Assemblea del Benemeriti della Fondazione...

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...più tardi, davanti all'ingresso della mostra...


...Gianfranco Ellero ha illustrato le opere esposte e la sensibilità dell'autore degli scatti...

...dopo il taglio del nastro tricolore...


...ci siamo ritirati con l'intenzione di visitare la mostra un secondo tempo...

          Nell’ambito delle celebrazioni per il quarantennale del terremoto, la Società Filologica Friulana e la Fondazione Abbazia di Rosazzo promuovono la mostra fotografica dal titolo Friûl ferît – Il terremoto del 1976 nelle fotografie di Riccardo Viola. La mostra verrà inaugurata venerdì 23 settembre alle ore 19.00 presso la sala della Palma dell’Abbazia di Rosazzo con presentazione del catalogo Alla ricerca dell’arte ferita, curato da Gianfranco Ellero.
         
In quel mese di maggio del '76, subito dopo la tragedia immensa del terremoto, la Società Filologica Friulana, prima fra le istituzioni regionali, decise di promuovere un’azione per la ricognizione del patrimonio artistico e culturale che il terremoto aveva così orrendamente devastato.

         Fu proprio l’intuizione di Luigi Ciceri e di Giuseppe Bergamini a dare avvio alla prima campagna fotografica delle località più colpite. Fra le macerie ancora fumanti e già pervase dall’odore della morte di uomini e animali, era giusto lottare con tutte le energie per salvare il più alto numero possibile di vite umane, ma altrettanto necessario e provvidenziale risuonò l’appello per la salvezza dei beni artistici e storici. Nacque così la prima indagine mirata sui danni subiti dal patrimonio artistico friulano, con esiti di altissimo pathos e di raffinata figurazione, degni di esposizione e di memoria nel quarantesimo anniversario della grande tragedia friulana. Queste immagini, a testimonianza del dolore di un popolo, sono quelle di un giovane Riccardo Viola, grande amico e collaboratore della Società Filologica, recentemente scomparso. Munito dei permessi necessari per poter visitare siti vietati e transennati, si sottopose alla vaccinazione antitifica e iniziò a viaggiare fra i luoghi del dolore.
          Le immagini di Viola, in drammatica sequenza, documentano la gravità delle ferite inflitte dal sisma al nostro patrimonio artistico e storico; e se paragonate all’attualità, nel quarantesimo della tragedia ci permettono di apprezzare ancora di più la ricostruzione secondo il “Modello Friuli”: se il Friuli mirabilmente ricostruito conserva ancora la fisionomia del passato, dobbiamo ringraziare anche coloro che subito si preoccuparono della salvezza dei tratti più significativi della civiltà locale. 
          L’esposizione è stata organizzata in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia, l’Associazione Comuni Terremotati e Sindaci della Ricostruzione del Friuli, il CRAF di Spilimbergo e lo studio Foto Viola di Mortegliano, con il patrocinio del comune di Manzano.

          La mostra rimarrà aperta ogni venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 fino al 30 ottobre, negli spazi espositivi dell’ex Tribunale, presso l’Abbazia di Rosazzo.

...quindici giorni dopo...


...superando i tre scalini per giungere al sottoportico dell'ex tribunale ed altri tre per arrivare al piano ascensore,
 intorno alle ore 11 ero ritornato in Abbaia per completare il servizio che non avevo concluso...


...di solito non mi interesso di mostre fotografiche, perchè ritengo un controsenso fotografare delle fotografie...


...ma ho voluto essere presente a quella inaugurazione perchè si tenevo a stringere la mano a Riccardo Viola...


...non sapendo che il poverino ci aveva lasciati qualche mese prima...

          Non conoscevo personalmente il fotografo Riccardo Viola, avendolo incontrato solo due o tre volte in occasione di eventi nella zona di Mortegliano, ma mi era rimasta ben impressa nella memoria la sua sensibilità e attenzione nei miei confronti nel favorirmi durante le riprese fotografiche, anche all'epoca non facevo uso del deambulatore. Solo successivamente nel corso degli ultimi anni ero lentamente venuto a conoscenza del suo valore artistico e professionale, leggendo il suo nome legato a pubblicazioni e servizi editoriali di grande importanza.
          Avevo quindi colto quell'opportunità per incontrarlo e ringraziarlo, quando purtroppo era ormai troppo tardi...