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Cladrecis di Prepotto (UD), 23 Giugno 2012
 
Il ritorno dei falciatori

          All'inizio di questa pagina, un doveroso ringraziamento al prezioso collaboratore del nostro "natisone" Oddo Lesizza, autore del servizio fotografico. Non posso però minimizzare il difficile compito nella scelta delle immagini da utilizzare, tra gli oltre 350 preziosi scatti effettuati da Oddo.


Alle 05.59 i primi falciatori arrivavano al punto prefissato vicino alla chiesetta di Cladrecis,
e dopo un'Ave Maria di buon auspicio per la bella giornata appena iniziata...

...marcia di trasferimento ai limiti di una vasta distesa erbosa...


...pressapoco nel punto dove sarebbe sorta la meda...

...un'abbondante sputo a mo di lubrificante ed una sfregatina alle mani,
prima di inforcate le falci e senza indugi dare inizio del duro lavoro...

...qui vediamo uno esperto falciatore insegnare a "dai di côt" (affilare la falce con la cote),
ad un dilettante presente occasionalmente nella radura erbosa...

...in realtà si trattava del proprietario del prato Lorenzo Pelizzo,
Presidente della Società Filologica Friulana...


...ma dopo un certo numero di affilature, il filo della falce diventa monco per cui deve essere "battuto", e per questa operazione vengono utilizzati gli strumenti visibili nella foto di centro, da noi chiamate "batadoriês". Dopo l'operazione di affilatura, la "côt" viene riposta nel "codâr" (anticamente un corno vuoto di bue) che contiene acqua per lubrificare le successive operazioni... La struttura in legno della falce, nel mio paese veniva chiamata "falzâr"...


Dopo due ore abbondati di duro lavoro, la comparsa delle "donne con i cesti"
ha portato una ventata di gioia e freschezza in quei uomini affaticati dal duro lavoro
e in quel momento particolarmente affamati...!



...provvidenziale ristoro con la "golasiòn", in italiano "prima colazione",
 mentre gli strumenti di lavoro erano tutti in fila conficcati nel terreno...

...ma bisognava riprendere il lavoro e proseguire ad oltranza almeno fino alla pausa pranzo
per dar tempo al fieno di asciugarsi al punto giusto, prima di costruire la "meda"...


...dalle chiese del circondario era giunto il suono delle campane che annunciavano il mezzogiorno, quando il gruppo dei falciatori avevano completato il lavoro e dando un'ultimo sguardo all'ampia radura con l'erba completamente a terra, lentamente si incamminavano verso il posto di ristoro sotto gli alberi...


...dopo la prima e faticosa fase di lavoro, c'era tutto il tempo per rifocillasi
con un menù preparato con amore dalle signore...



....pietanze semplici ma concrete come un buon minestrone con cotechino ed altri prodotti di casa, abbondantemente annaffiati con i pregiati vini di quelle località... c'è anche stato il tempo per un riposino per dare il tempo di asciugarsi al fieno tagliato... con gran soddisfazione letta sul viso di uno degli organizzatori...



Erano le 14.30 circa, quando è cominciata la fase finale e forse più divertente di tutta la giornata... la raccolta ed il trasporto del fieno per costruire la meda. In questa fase dei lavori si è usato l'antico e semplice sistema di caricare il fieno su dei rami di albero e trascinarli verso la meda in costruzione come fossero una slitta...


...alcune foto ricordo...


...quando erano giunte quasi le 17.30....