varie dal friuli e dal mondo

San Daniele del Friuli, 26 Settembre 2004
81° Congresso della Società Filologica Friulana

 

                   
 Aperura di Eddi Bortolussi - canto - canto e chiusura convegno

A SAN DANIELE Il presidente Pelizzo al congresso della Società
mette in guardia sulle possibili conseguenze della legge 482/99
(IL GAZZETTINO - Lunedì, 27 Settembre 2004)

     A San Daniele è tornata per la terza volta - la prima nel 1921 e la seconda nell'immediato dopoguerra - la Società Filologica Friulana per il suo congresso annuale. Un weekend con concerti, spettacoli teatrali, visite alla città e con un convegno, nella mattinata di ieri, che è stato generoso di spunti. L'apertura in musica del Coro Guarneriano ha fatto da prologo all'intervento del sindaco di San Daniele, Gino Marco Pascolini, che si è fatto latore di una proposta per la creazione di una certificazione di friulanità: una sorta di bandiera blu per i comuni che adottino la marilenghe negli uffici pubblici, nella segnaletica stradale e nelle scuole. Il pepe sulla giornata ce l'ha messo Lorenzo Pelizzo, presidente della Filologica, con affondi - portati sempre con garbo e con l'apprezzato condimento di battute ironiche - nei confronti delle istituzioni. Dopo aver respinto al mittente il de profundis recitato nei confronti della Società da alcune lettere anonime e ribadita la forza dell'istituzione che egli rappresenta, il presidente ha reso pubblica la preoccupazione sulle conseguenze dell'introduzione della legge 482/99 che, se da un lato dà la possibilità di sviluppare progetti per la cultura friulana, dall'altro, ponendo sul piatto i "carantans", diventa un bovino il cui latte fa gola a molti, anche a chi di friulano ne mastica poco. Pelizzo ha poi evidenziato che l'imminente nascita dell'Azienda Regionale per la Cultura Friulana andrebbe a creare una struttura che, avendo la stessa mission (pronuncia inglese o friulana, fate voi), si metterebbe in concorrenza con la Filologica.
     Roberto Antonaz - assessore regionale, tra l'altro, alla cultura e alle identità linguistiche - ha rassicurato Pelizzo circa il ruolo della Società Filologica all'interno della nascente Agenzia Regionale. Quanto all'impegno di Trieste per la salvaguardia e la diffusione della lingua e della cultura friulana, l'assessore ha anticipato che dall'anno prossimo il friulano avrà uno spazio - «non dei ritagli qua e là» - nella programmazione radiotelevisiva regionale con un notiziario. Prima degli interventi conclusivi, con i saggi dei professori Giovanni Frau sulla varietà friulana sandanielese e della dottoressa Tiziana Cividini sulla storia del territorio collinare e la presentazione del numero unico dedicato a San Daniele, il presidente della Provincia di Udine, Marzio Strassoldo, ha spiegato come la vera specialità del Friuli Venezia Giulia sia quella linguistica. «I politici a Roma, a Trieste e anche nelle province - ha sostenuto Strassoldo - devono capire e far capire che quella linguistica è una questione fondamentale».
     Per quanto la riguarda, la Provincia di Udine firmerà presto una convenzione con la Società Filologica, promuoverà l'uso del friulano nelle istituzioni (kit con dizionario, correttore e glossario) e coprirà le sue strade con toponomastica bilingue. Quello sandanielese è stato un convegno, che, visti l'interesse delle istituzioni e l'affluenza di pubblico, ha ribadito la vitalità della società fondata a Gorizia nel 1919.
Fulvio Floreani

 

Filologica, la voce della cultura friulana
(di Nicola Cossar – MessaggeroVeneto del 27 Settembre 2004)

SAN DANIELE. «La Siena del Friuli» chiama e i friulani rispondono. Oltre 500 soci della Filologica hanno affollato ieri il teatro Ciconi di San Daniele per celebrare, tra cultura e amicizia, l'81° congresso di quello che era, rimane e - speriamo tutti - sarà per lungo tempo il riferimento fondamentale per la lingua e la cultura friulane. Questo il motivo conduttore (e anche l'impegno morale) degli interventi di Lerenzo Pelizzo, Roberto Antonaz e Marzio Strassoldo.

     Due i volti del tradizionale appuntamento (aperto dal benvenuto del Coro Guarneriano ben istruito dal maestro Adelchi Zoratti): quello culturale e quello politico, con i bilanci e i problemi illustrati dal presidente Lorenzo Pelizzo e con la risposta dei due interlocutori di sempre: l'amministrazione regionale e quelle provinciali.
     Lorenzo Pelizzo, richiamati i progressi e i risultati dell'attività (grandi soddisfazioni dal sito internet), domandando all'amico, socio e presidente della Provincia di Udine Marzio Strassoldo di migliorare e ottimizzare i rapporti con la Filologica, magari delegandole certi progetti sulla cultura friulana. Le osservazioni, fermamente cortesi, alla Regione: da anni non si ritocca il contributo (di cui si è comunque grati); dopo l'approvazione dello Statuto regionale, la SFF è stata esclusa dall'Arlef, poiché il nuovo organismo di tutela di lingue ed etnie minoritarie, essendo ente di diritto pubblico, non può comprendere i privati. «Il nostro contributo è stato sempre di assoluto primo piano - ha detto Pelizzo -; speriamo e chiediamo che la Regione non si dimentichi di questo e riveda la nostra posizione». Infine, la questione Rai: rivolto all'assessore alla cultura Antonaz, il timoniere della Filologica ha chiesto notizie e tempi sull'inizio delle trasmissioni tv e radio in marilenghe.
     Pronte e soddisfacenti le risposte. Antonaz (intervenuto con il vicepresidente del consiglio Monai), ribadita la centralità del ruolo della Filologica, «espressione unitaria del mondo friulano», ha sottolineato che i due capisaldi della nuova stagione sono la legge 482 di tutela, e l'Arlef, «dove la Filologica avrà un ruolo importante, nel consiglio e nel comitato scientifico». Questione Rai: «Nel 2005 partiranno i notiziari tv e radio in lingua friulana». Rapporti Sff-Regione: devono essere più stretti di fronte alle sfide trans-nazionali del nuovo millennio; la società sta cambiando rapidamente, spesso cambiano anche i soggetti con cui dialogare, ma una deve essere la progettualità in favore di una terra e della sua cultura.
     Infine Strassoldo: ricordato che sta per essere firmata una convenzione Provincia-SFF per lavorare ancor di più e ancora meglio insieme, ha richiamato l'attenzione sul ruolo dell'Arlef: «Non deve essere il contenuto ma il contenitore delle iniziati in favore del friulano; il contenuto celo devono mettere la Filologica in primis e poi l'Università di Udine, che nel proprio statuto ha inserito fin dall'inizio l'impegno in difesa della cultura friulana. Per chiudere, una tiratina d'orecchi ad assessori e consiglieri e assessori regionali a ai parlamentari friulani: troppo tiepidi e spesso assenti di fronte a questioni vitali per la cultura della loro gente.
     Concludendo, la Filologica porta a casa un buon risultato sul piano politico: non è sola nella sua battaglia, i rapporti con gli enti pubblici stanno migliorando e stanno dando ulteriori frutti; legge 482, Arlef e Rai sono i banchi di prova, per la SFF certo, ma anche per i nostri amministratori. 

  

Frau: «Questa è la nostra Siena»
Doppio volume monografico in dono alla cittadina collinare

     SAN DANIELE. È stato il terzo congresso della Filologica quello celebrato ieri al Ciconi. Il primo si svolse il 25 settembre del 1919, il secondo il 21 ottobre del 1945, con l'elezione - come ricorda puntualmente Gianfranco Ellero in apertura del doppio volume monografico San Denêl - i Michele Gortani a presidente, di Lodovico Zanini e Piero Pinausi a vice e di Gianfranco d'Aronco a segretario, mentre fra i consiglieri troviamo Chino Ermacora, Enrica Cragnolini, Titute Latele, Giuseppe Marchetti e Pier Paolo Pasolini.
     Questo terzo congresso ci ha" fatto scoprire altri amici della SFF, come il nuovo sindaco di San Daniele, Gino Marco Pascolini, che in continuità con il predecessore Paolo Menis, ha espresso grande affetto per la Filologica e grande passione perla questione friulana. E così anche l'assessore al turismo e alle Pro loco della Provincia di Pordenone Renzo Francesconi, giovane e preparato amministratore con le idee ben chiare sul nostro mondo culturale.
     La parte culturale del congresso - che forse andrebbe anticipata al sabato - ha vissuto due momenti. Il primo è stato la presentazione di quello che sarà il dvd La patria del Friuli (tre film in uno, distribuiti in 25 mila copie in tutto il pianeta friulano; c'è anche il libro) a firma di Marcello Baldi e Lorenzo Pezzali: un mosaico di rara bellezza.
     Il secondo ci ha offerto due eleganti anticipazioni del numero unico San Denêl (Arti grafiche friulane): l'intervento del professor Giovanni Frau, un faro della nostra cultura, su San Daniele la Siena del Friuli, e della più giovane e brava Tiziana Cividini su Territorio di San Daniele in epoca romana. Relazioni di alta qualità, come il resto del grande lavoro contenuto nelle 1200 pagine della doppia monografia (la prima sulla cittadina collinare). Coordinati da Carlo Venuti e Federico Vicario, ci hanno lavorato una quarantina fra studiosi ed appassionati, regalandoci un ritratto completo, esauriente, bello della nostra Siena, del paese cioè in cui si parla il friulano più elegante e forse più genuino. Ma perché questo appellativo? Niente di scientifico, ma quasi una tradizione popolare che il dotto Theodor Gartner nel 1883 scambiò per un dato scientifico di cui non trovò mai conferma. «Ma se alla gente va bene - chiosa faceto Frau -, perché non deve andare bene agli studiosi?».
     E poi l'antichità presentata dalla Cividini: uno studio che conferma l'importanza del Sandanielese fin dall'epoca romana. E il passare dei secoli non cancellerà la sua bellezza. (n.c.)