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Grado (Località Boscat), 25 Giugno 2005
 
Pranzo di pesce con gli "amici del siluro"

     Il gruppo di amici del "siluro" (un gioco con le carte), che di solito si ritrova nell’osteria di Leproso, non è un gruppo fisso ed omogeneo, ma varia con il tempo ed il procedere degli anni. Esso è formato da persone più o meno giovani, principalmente di Leproso, Orsaria, Premariacco, Ipplis, Oleis ed occasionalmente di altri paesi limitrofi. Può succedere che dopo un periodo più o meno lungo, qualche giocatore si stanca o a causa di qualche diverbio che può generarsi durante il gioco, per un periodo più o meno lungo o per sempre non si fa più presente, ma è subito rimpiazzato da elementi nuovi… Di solito si tratta di curiosi che dopo un periodo di studio osservando il gioco dal di fuori, trovano il coraggio di sedersi al tavolo da gioco, pagando immancabilmente lo scotto dell’apprendistato…
     Purtroppo in questi ultimi anni, più volte abbiamo lamentato l’assenza permanente di qualche giocatore, perché passato a miglior vita… Ci piace pensare che anche nella loro nuova dimensione, possano ritrovarsi per continuare a divertirsi a… batti cartòn…!
     Forse, pensando che la vita è breve ed è un peccato non godersela in allegria, arrivata
l’estate gli amici del siluro, ogni anno si ritrovano in un locale alla periferia di Grado per passare una mezza giornata insieme mangiando pesce (ben innaffiato con del buon vino), e… giocando a carte… Io non faccio parte della squadra, ma sono solo un’occasionale testimonio delle loro disfide, e talvolta beneficiario di qualche taiut (quando un giocatore realizza un siluro, ovverosia riesce a conquistare tutte le carte, offre una bottiglia per tutti). Già l’altra estate mio nipote Gianni Garbin, mi aveva pregato di unirmi alla comitiva per passare qualche ora con loro, ma non ricordo il motivo per cui non ho potuto partecipare a quella trasferta. Voglio ricordare che il gruppo è stato più volte solidale con me, sostenendo l’iniziativa in occasione delle "Festa per Walter", organizzando una cena nella Sede della "A.C.Azzurra", presso il Campo Sportivo Comunale di Premariacco nell’agosto del 2001. In occasione della "Serata per Aldo" all’Abbazia di Rosazzo del giugno 2004, oltre a regalarmi un nuovo telefonino, gli "Amîs de Osteria" di Leproso, hanno offerto anche un contributo per l’Associazione "Di ca e di là dal Nadison".
     Certo che, con le previsioni meteo che annunciavano una giornata particolarmente calda e afosa, salire in un’automobile sotto un sole che "spaccava i sassi" non era molto invitante, ma munito di una sufficiente scorta di acqua e di benzina, verso le 10.30 sono partito dall’osteria di Leproso dirigendomi verso Sud. Il gruppo invece aveva scelto l’osteria di Paderno come base di partenza. Dalle sommarie informazioni che avevo ricevuto, si trattava di raggiungere la trattoria "Alla buona vite" in Località Boscat nel comune di Grado, ed alle 11.15 io ero già sul posto ed avevo parcheggiato la Clio all’ombra di grandi alberi in un ampio cortile circondato dal verde. Con gran calma, ho estratto dal bagagliaio il robusto Manfrotto, piazzandovi sopra la nuova reflex digitale predisponendo il tutto… in attesa della truppa…
     Ero certo di non aver sbagliato posto, ma poco dopo le 11.30 ho chiesto ad un signore che su un terrazzo curava dei vasi di fiori, se per caso stessero attendessero… una truppa di matti… Con un mezzo sorriso, "il giardiniere" mi ha confermato che a mezzogiorno sarebbe arrivato un gruppo di 14 persone… Alle 11.45 ho telefonato a mio nipote che faceva parte del convoglio, e tra la confusione dei vari passeggeri ho saputo che in quel momento si trovavano nei dintorni di Fiumicello. Ad una sua domanda, confermavo la mia presenza ma mentivo spudoratamente dicendogli che in quel preciso momento stavo partendo da Leproso…!

     Immaginarsi la faccia di tutto l’equipaggio, quando, smontati dalle automobili, mi hanno visto lì pronto ad attenderli. Dopo alcune pose per la foto ricordo sul piazzale davanti al ristorante, ci siamo trasferiti sotto un magnifico pergolato all’ombra di grossi alberi, dove era preparata una lunga tavolata imbandita, ma la metà del gruppo di è accomodata su dei tavolini adiacenti per organizzare qualche giro di carte in attesa del pranzo. Sebbene durante il trasferimento avessero effettuato più di una tappa… per rifornimento, la prima preoccupazione è stata quella di ordinare da bere…. ma certamente non intendevano dissetarsi con l’acqua…
     Poco dopo sulla tavola erano comparse 4 caraffe di bianco con il vetro tutto sudato, e ci è stato indicato quello "mosso" più chiaro e frizzantino e quello "fermo" più color oro e secco. Con la fresca brezza che circolava sotto quel bersò, mentre un merlo e un svergellino invano tentavano di coprire il lancio di frasi irripetibile che ogni tanto si levavano dal tavolo da gioco, mi sono accorto che il bicchiere di "frizzantino" che tenevo tra le mani… si era prosciugato. Non sono certamente paragonabili ai vini di Spessa, Ipplis, Rosazzo, Buttrio o Manzano (e non voglio allargarmi oltre, tanto lascerei sempre fuori qualcuno), ma i vini prodotti dai fratelli Ermes e Franco Girardi, fanno la loro ottima figura… Sarebbe interessante conoscere il numero della caraffe (da litro) che sono state prosciugate prima, durante e dopo quel pranzo…
     Non sono un grande esperto di una cucina e non sono abituato ad pranzo con tante specialità e tanti modi di cucinare il pesce, ma i miei commensali (molto più esperti di me) sembravano molto soddisfatti… Dopo tre portate con tanti e diversi tipi di prodotti ittici, e stato servito un buon ed abbondante piatto di risotto che ha convito tutti di fare un’ora di sosta per sorbirsi un sorbetto ghiacciato e riprendere le partite lasciate in sospeso.
     Si trattava poi di rimettersi a tavola e ricominciare con del pesce arrosto e alla griglia, ma approfittando di questa sosta, ho ringraziato e salutato il gruppo di amici, che per un attimo si sono deconcentrati da gioco per ringraziarmi di essere stato con loro. Puntando verso Nord prendendo come punto di riferimento il monte Matajur, mi sentivo molto bene… era stato bello stare in compagnia di quel gruppo di persone semplici e schiette come me, che anche se non lo esprimono a parole, ti fanno capire la loro stima ed ammirazione… con loro avevo provato la stessa sensazione che provo quando lavoro in mezzo agli alpini… mi sentivo protetto…!