nuove dal friuli e dal mondo

Abbazia di Rosazzo, 18 Novembre 2006
Seminario di Studi sul tema
Famiglia/Famiglie
Il problema della regolamentazione giuridica delle coppie di fatto

Organizzato dalla Unione Giuristi Cattolici Italiani di Udine e Gorizia
Ordine Avvocati di Udine
Fondazione Abbazia di Rosazzo


Nelle foto: Prandini, Nicora, D'Agostino, Macioce e Amodio

Sono intervenuti

S. EM. CARD. ATTILIO NICORA
Consulente Ecclesiastico Centrale dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani

PROF. RICCARDO PRANDINI
Docente di Sociologia della famiglia nella
Facoltà di Scienze Politiche - Università di Bologna
"Aspetti sociologici delle unioni di fatto, oggi"

PROF. FABIO MACIOCE
Segretario Centrale dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani
"II Diritto e le unioni di fatto"

PROF. FRANCESCO D'AGOSTINO
Presidente Centrale dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani, Ordinario di Filosofia del Diritto nell'Università di Roma - Tor Vergata "La dimensione antropologica della famiglia "

CARD. ATTILIO NICORA
È nato a Varese il 16 marzo del 1937 il cardinale Attilio Nicora, presidente dell'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. È stato ordinato il 27 giugno 1964. Eletto vescovo titolare di Fornos minore da Papa Paolo VI il 16 aprile 1977, è stato ordinato il 28 maggio a Milano. Nel 1984 è stato nominato co-presidente per parte ecclesiastica della commissione italo-vaticana incaricata di predisporre, nel quadro della revisione del Concordato, la riforma della disciplina di beni ed enti ecclesiastici. Il 30 giugno 1992 è diventato vescovo di Verona. Il 1° ottobre 2002 chiamato nella Curia romana come presidente dell'Apsa. Da Giovanni Paolo II creato e pubblicato cardinale il 21 ottobre 2003, diacono di S. Filippo Neri in Eurosia

PROF. RICCARDO PRANDINI
Riccardo Prandini è nato a Modena il 14 giugno 1967. Si è laureato nell'anno accademico 1990-91 in Scienze Politiche (Indirizzo politico-sociale) nell'Università degli Studi di Bologna. Titolo della tesi di laurea: "Fiducia e familiarità nella teoria sociologica". Relatore Prof. Pierpaolo Donati. Ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca nel 1997 presso il Dipartimento di Sociologia (facoltà di Scienze Politiche) dell'Università degli Studi di Bologna a completamento delI'VIII0 ciclo di dottorato in "Sociologia e Politiche sociali". Titolo della tesi di dottorato: "La rielaborazione del complesso simbolico dell'amore nelle relazioni di coppia. Una indagine empirica su coppie di giovani non sposati". Tutor: prof. Pierpaolo Donati. Ha vinto una Borsa di studio post-dottorato nel 1998 con un progetto dal titolo "Famiglia e Welfare state. Come realizzare l'equità attraverso politiche sociali selettive: il dilemma universalismo/selettività nelle politiche sociali locali". È Ricercatore in "Sociologia dei processi culturali e comunicativi" presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Bologna dal 1 ottobre 1999. Dall'anno accademico 2001-2002 tiene, nella stessa Facoltà, il corso di "Sociologia della famiglia". Dall'anno 2003-2004 insegna "Sociologia del Terzo ettore" nella Laurea Specialistica "Mercato, Occupazione, Ambiente", percorso di Politiche sociali e del benessere. È segretario di redazione della rivista "Sociologia e Politiche sociali" diretta da Pierpaolo Donati e edita per i tipi di Franco Angeli. È membro del Consiglio scientifico della sezione "Politiche sociali" dell'Associazione Italiana di Sociologia per il triennio 2002-2005. È segretario del Dottorato in "Sociologia" (Dipartimento di Sociologia, Università di Bologna)

PROF. FABIO MACIOCE
II prof. Fabio Macioce è ricercatore di Filosofia del Diritto presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Roma Tor Vergata, docente di Filosofia e Teoria generale del Diritto presso la facoltà di giurisprudenza della Lumsa (sede di Palermo), e Segretario Centrale dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani. Ha pubblicato, tra le monografie, un testo di filosofia del processo civile (La lealtà, Giappichelli 2005) e un libro sul problema dei Pacs e delle Unioni civili (Pacs, San Paolo 2006). Attualmente, si occupa del tema della laicità e del rapporto fra diritto e religione.

 

PROF. FRANCESCO D'AGOSTINO
Nato a Roma nel 1946 e laureato in Giurisprudenza, Francesco D'Agostino ha insegnato, prima come incaricato, poi come professore di ruolo, nelle Università di Lecce, Urbino e Catania; dal 1990 è Ordinario di Filosofia del Diritto nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Roma "Tor Vergata". E' stato nominato membro del Comitato Nazionale per la Bioetica fin dalla sua istituzione, nel 1990; ne è stato Presidente per il quadriennio 1995-1998; attualmente ne è Presidente Onorario. E' membro della Pontificia Accademia per la Vita. E' direttore della Rivista internazionale di Filosofia del diritto e di Nuovi Studi Politici. I suoi interessi scientifici nell'ambito della filosofia del diritto si rivolgono in particolare alla tematizzazione del fondamento antropologico del diritto e alla filosofia del diritto penale; come bioeticista si è particolarmente interessato ai rapporti tra bioetica e diritto.

Dopo il  Seminario è seguita una Santa Messa concelebrata nella Chiesa Abbaziale di San Pietro Apostolo

Il matrimonio? Non è al capolinea
Al seminario dei giuristi cattolici il card. Nicora.
(Cristiano Donato –
La Vita Cattolica del 25 Novembre 2006) 

A FAMIGLIA? Nient’affatto al capolinea, al contrario di quanto predicato da certi pulpiti da trent’anni a questa parte. Il matrimonio rimane un’istituzione forte, nonostante le difficoltà. Ha voluto smascherare le distorsioni nascoste dietro tanti dati propinati all’opinione pubblica Riccardo Prandini, docente di Sociologia della famiglia all’ateneo di Bologna, al convegno di sabato 18 novembre presso l’Abbazia di Rosazzo su «Famiglia/Famiglie: Il problema della regolamentazione giuridica delle unioni di fatto», organizzato dalla sezione di Udine e Gorizia dell’Unione giuristi cattolici italiani, in collaborazione con l’Ordine degli avvocati e la Fondazione «Abbazia di Rosazzo». Il seminario, cui sono giunti gli indirizzi di saluto del guardasigilli Clemente Mastella e del governatore Riccardo Illy, ha visto quali relatori anche il segretario centrale dei Giuristi cattolici, Fabio Macioce, il presidente Francesco D’Agostino, ed il consulente ecclesiastico card. Attilio Nicora. Non sono poche le mistificazioni diffuse sulla famiglia, ha messo in chiaro Grandini sulla scorta dell’ultimo rapporto Istat con dati del 2003, denunciando pesanti responsabilità dei mass media. Un esempio? Non è affatto vero che crescono, come si dice, i single. «Le cifre parlano di un 24% di famiglie composte da una sola persona, quindi siamo sull’ordine dell’8-10% della popolazione, ma è un fenomeno causato dall’invecchiamento: in realtà, aumentano semplicemente i vedovi e le vedove, il che è una condizione, non certo uno stile di vita». Idem per il conclamato incremento delle coppie senza figli, pari al 21% delle famiglie: «Di esse quattro quinti vedono genitori sopra i 45 anni, i cui figli sono usciti di casa sposandosi a loro volta, e in ciò non vi è nessuna novità, nessun nuovo modo di vita». Scendono le coppie con prole, pur restando maggioranza relativa (42%), e qui emerge il vero dramma secondo Prandini: «Le famiglie italiane non riescono più a rigenerarsi. Il fatto è che, interpellate, dichiarano – ha rivelato – di volere 2,5 figli, ma ne generano uno, per cui un altro manca all’appello». Occorre allora uno scossone a mass media e politici inducendoli a riflettere su un desiderio frustrato «dal non trovare le condizioni per concretizzarsi ». Attenzione però: tutte le famiglie fanno almeno un figlio. Allora «non è vero che andiamo verso la famiglia senza figli – questa l’osservazione del docente – anzi essa nasce socialmente per dare genitori ai figli».L’8% delle famiglie, in aumento, vede nuclei con un solo genitore, ma occorre saper leggere le cifre: «Crescono in parte le vedove, che rimangono con i propri figli, in parte separazioni e divorzi, ma molto meno che nel resto d’Europa». Tutto ciò indica come non esista ancora, a livello di popolazione, un nuovo modo di formare una famiglia: «Questo probabilmente si presenterà – è stata la previsione di Prandini – quando le persone pretenderanno giuridicamente, sfruttando le tecniche di fecondazione artificiale, di fare figli senza il partner, fenomeno per ora limitato a piccole “enclaves”». Insomma, i nuclei monogenitoriali, piaccia o no, nascono da una crisi familiare.
Capitolo libere unioni, ossia quando due persone convivono senza essere sposate. Dalle cifre, ha lasciato intendere il sociologo, emerge l’ideologicità della questione: sono infatti appena il 3,8%, in lievissimo aumento, sul totale delle coppie. Insomma, una tempesta in un bicchier d’acqua, soprattutto «di fronte a problemi quali la povertà delle famiglie monoreddito». Nel dettaglio, poi, si scopre che di quel valore l’1,8% è costituito da libere unioni di persone mai sposate prima, per due terzi convivenze tra giovani, con un ruolo quasi di «matrimonio di prova», mentre nel 2% restante almeno uno dei partner è stato sposato. Questo rivela «non un attacco di massa contro l’idea di famiglia, ma un diverso avvicinamento alla sua costituzione».
Prandini ha illustrato come il matrimonio, fino agli anni ’70 punto d’inizio della vita di coppia, ora giunge a conferire il timbro di legittimazione ad una storia nata anni prima e sfociata nel 30% dei casi in convivenza. Non solo, ma in tale contesto sempre più la gravidanza della donna precede il matrimonio: «Sono novità enormi – ha spiegato il sociologo – ma di per sé non pongono in crisi l’idea di famiglia fondata sul matrimonio».
Quanto all’eventuale regolazione delle convivenze fuori dal matrimonio chiara la sua premessa, nel portare alla luce la vera realtà: «Il problema delle convivenze – ha fatto notare Prandini – nasce tutto per il riconoscimento dei matrimoni omosessuali, cui sono contrario, mancando il requisito basilare della differenza sessuale».
Anche riferendosi tuttavia alle convivenze eterosessuali, la posta in gioco, non è stato nascosto, è decisiva. Occorre essere consapevoli che «qualsiasi istituto giuridico tale da introdurre un nuovo modo di regolare le unioni di fatto – è stato il richiamo preoccupato di Prandini – oggettivamente produce un rimbalzo negativo sulla pienezza simbolica del matrimonio». A colpire è l’assenza di questo ragionamento nelle file dei non credenti: «Proprio questi ultimi in Francia si sollevarono contro i Pacs per una questione di giustizia rispetto a chi si sposa e con ciò si assume responsabilità». Istituto «civilizzatore» il matrimonio, conclude Prandini, ma sempre più bersaglio di «nuove forme di intolleranza invisibili», camuffate da neutralismo.