ho ascoltato per voi
Latisana, 4 Gennaio 2001

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CONCERTO DI EPIFANIA


Orchestra e Coro S.Marco di Pordenone

IL REPERTORIO

        Il programma di questa sera presenta una serie di autori legati tra loro da più motivi: cronologici, culturali, artistici, didattici, ma anche personali. La matrice culturale va individuata nell'opera di Arcangelo Corelli, da cui gli altri autori hanno appreso l'elemento caratterizzante dei barocco italiano: lo stile concertante, stile che vede nascere il dialogo in fitto ma equilibrato scambio dialettico tra le parti solistiche (concertino) e il "tutti". Questa forma avrà immensa fortuna e grande sviluppo fino ai giorni nostri. Il "Concerto fatto per la notte di Natale", l'ultimo degli otto concerti dell'op.6, è indubbiamente il più conosciuto in virtù della famosa "pastorale" che lo chiude, la quale è venuta a far parte della più tipica iconografia musicale delle festività natalizie. La Pastorale-Siciliano di Corelli è in verità il punto culminante di una serie di tentativi che durano per tutto il '600; in questo concerto la forma raggiunge, ispirandosi forse alla Natività dei Botticelli, il suo tipo ideale. In grazia e purezza d'immagine può ritenersi superata solo dalla Pastorale dell'Oratorio di Natale di Bach.
        Allievo di Corelli a Roma, amico e collaboratore di Haendel a Londra, fu Francesco Geminiani. Si tratta di uno dei più autorevoli pionieri dell'arte italiana all'estero e un caposcuola del violinismo del XVIII secolo. Geminiani fu grande violinista, grande compositore, grande teorico. A Londra si fece notare come violinista per l'esecuzione delle Sonate di Corelli, che allora erano ritenute ineseguibili. Il genere però in cui emerse e cui fu legato per tutta la vita fu il concerto grosso, che proprio grazie a lui assunse la sua forma più completa e definitiva, l'estensione a 5 degli archi del concertino. Rimanendo fedele ai principi fondamentali stabiliti da Corelli, egli tratta l'esecuzione violinistica ad alto livello sia sotto l'aspetto tecnico che dell'interpretazione. La derivazione dalla scuola di Corelli è testimoniata anche dalla revisione in forma di concerto delle Sonate composte dal suo maestro. Il virtuosismo, la genialità interpretativa gli alienarono a volte qualche simpatia, poiché l'esuberanza delle sue esecuzioni travalicava spesso la compostezza della scrittura. Sembra fosse lui l'inventore del rubato facendosi in ciò un antesignano del romanticismo musicale.
  
     Sempre nel segno dello stile concertato italiano vanno inquadrati i concerti per organo di Haendel. Si tratta di un genere unico che gli inglesi contemporanei ritenevano di pura invenzione haendeliana. Erano intermezzi che Haendel stesso eseguiva, con grande consenso di pubblico, tra le parti degli oratori che, come sappiamo, erano rappresentati più spesso in teatro che in chiesa. Questa destinazione spiega sia la scrittura semplice, limpida e brillante, sia la brevità. L'organo cui erano destinati era un piccolo portativo con pochi registri, simile per struttura all'organo Zanin con cui verrà eseguito il concerto questa sera. La sua sobrietà gli permetteva di dialogare, senza sopraffarla, con la piccola orchestra priva di ottoni e di percussioni. à il "gestoteatrale dei resto che dà forma al linguaggio di questi concerti, in una inesauribile invenzione ora dolce ora arguta, ogni volta sorprendentemente originale ma sempre improntata a un'aristocratica compostezza. I concerti per organo furono pubblicati in due raccolte di 6 concerti ciascuna, l'opera 4 (da cui è tratto il concerto n. 1 di questa sera) e l'op. 7.
  
     Il nome di Haendel risulta legato soprattutto alla popolarità di alcune pagine come l'oratorio Messiah, che abbiamo eseguito qui per la prima volta lo scorso anno, con il suo celebre Halleluja.
  
     Viceversa il Salmo CIX DIXIT DOMINUS è quasi sconosciuto. Esso appartiene al periodo giovanile, quando Handel, ventiduenne, si trovava a Roma. Si potrebbe pensare a un lavoro pieno di inesperienze, un timido approccio all'arte compositiva di un giovane ragazzo dotato ... ma non è così: l'organico corale prevede coro a cinque voci (con due soprani), soli, archi (con due parti reali di viola), basso continuo; un organico omogeneo. Stupisce la straordinaria maturità che Handel dimostra, e il fatto di saper attingere ed assimilare lo stile italiano unendolo alla tradizione tedesca. Questo risulta molto evidente nel primo coro dove, in una struttura contrassegnata da un contrappunto nel tipico stile del Concerto Italiano, alcune parti a tumo cantano un ---cantus finnus- tipicamente luterano. All'interno del brano si altemano vari movimenti: dalle dissonanze dello "Juravit" ai virtuosismi vocali del "Tues sacerdos", fino a giungere al "De torrente", pagina di straordinaria intensità.
  
     Un'opera di grande impegno, dove tutte le voci indistintamente sono portate ai limiti estremi dei rispettivi registri; a ciò deve aggiungersi un trattamento armonico sprezzante delle regole, e anche quel "piglio giovanile" che contribuisce a rendere ancor più insidiose le varie parti. Nulla da invidiare dunque alle composizioni più mature e famose.

DAVIDE DE LUCIA, organista
Nato a Spilimbergo nel 1969, inizia l'attività artistica dedicandosi allo studio dei pianoforte con U. Tracanelli, dell' organo e della composizione con T. Todero presso il Conservatorio "J. Tomadini" di Udine. Successivamente si trasferisce a Parma per completare gli studi nella classe di Stefano Innocenti, con il quale si diploma a pieni voti in organo e composizione. Contemporaneamente, terminati gli studi classici, si iscrive all'Università di Padova e si dedica all'approfondimento dei repertorio musicale rinascimentale e barocco studiando organo e clavicembalo con Andrea Marcon. Segue per diversi anni i corsi di perfezionamento di prassi esecutiva della musica antica, di organo barocco e di clavicembalo tenuti da Jean Claude Zehender, Luigi Ferdinando Tagliavini, Cristopher Stanbridge, Lorenzo Ghielmi, Alan Curtis. Dal 1994 al 1998 ha studiato a Salisburgo presso la "Musikochshule Mozarteun" dove ha frequentato le classi di composizione e di direzione, e si è perfezionato nella classe concertistica di Daniel Chorzempa. Ha seguito dei corsi sulla vocalità rinascimentale e barocca e sulla direzione di coro in particolare con Egon Schwarb.

PATRIZIA VACCARI, soprano
Si è diplomata in pianoforte sotto la guida di Vincenzo Pertile, e in organo e composizione organistica con Elsa Bolzonello Zoia al Conservatorio "Benedetto Marcello" di Venezia. Dopo aver iniziato lo studio del canto con Erica Bacchi, ha frequentato i corsi di canto barocco con Nancy Long e di clavicembalo con Anne Galiet al "Centre de Musique Ancienne" di Ginevra. Ha partecipato a corsi di perfezionamento sia di musica organistica con L. F. Tagliavini, M. Torrent, H. Vogel, M. Radulescu, che di interpretazione vocale del repertorio rinascimentale e barocco con M. Figueras, R, Jacobs, A. Rooley, C. Miatello, G. Banditelli. Attualmente continua, il proprio lavoro di ricerca vocale con Sherman Lowc e partecipa al corsi dell' "Institut für Gesang und Instrumentalspiel" di Lichtenberg (Germania). Ha collaborato con importanti formazioni vocali e strumentali, quali la "Cappella Musicale di San Petronio" di Bologna e il "Concerto delle Dame" (dir. S. Vartolo), il gruppo madrigalistico "F. Corti" (dir. R. Dell'Acqua), i "Sonatori della Gioiosa Marca", l'ensemble "Artemisia" (dir. C. Smith), la "Cappella Ducale" di Venezia (dir. L. Picotti), l'ensemble "Arte-Musica" (dir. F. Cera), "Athestis Chorus" (din E M. Bressan), "Ars Combinatoria" (dir. C. Astronio) e "La Capella Reial de Catalunia" (dir. J. Savall). Ha preso parte a prestigiose rassegne concertistiche e festivals di musica antica in Italia ed all'estero: Olanda (Utrecht), Belgio (Bruges), Francia (La Chaiqe Dieu, Lille, Strasburgo, Avignone), Austria (Linz, Vienna), Repubblica Ceca (Praga.), Germania (Spagna) (Valencia, Madrid, Barcellona), Stati Uniti (New York). Canada (Toronto, Montreal). Più recentemente ha partecipato ad esecuzioni di opere ed oratori d'epoca barocca tra cui: il Medoro di F. Lucio (Venezia 1650), il "Narciso" di C. Borzio (Lodi 1676), "Assaionne" di G. P. Colonna (Bologna 1684), "Il Trionfo dei Tempo e del Disingarmo" di G. F. Haendei (Roma 1707),la "Rappresentazione di Anima e Corpo" di E. de'Cavalieri (Roma 1600.), "Orfeo" di C. Monteverdi (Mantova 1607), "S. Adriano" di A. Pistocchi (Modena 1692), "Dido and Aeneas" di H. Purceli (Londra 1683). Nell'ottobre dei 1994 ha cantato come solista al Teatro alla Scala di Milano nell'ambito delle celebrazioni monteverdiane. Ha inciso per le case discografiche "Tactus", "Astrèe", "RivoAlto", "Naxos" e "Quadrivium". All'attività concertistica unisce quella didattica: è stata docente al Conservatorio "F. A. Bomporti" di Trento e all'Istituto Musicale "F. Sandi" di Feltre (Belluno).

MARINA DE LISO, mezzosoprano
Nata a Rovigo nel 1974, ha intrapreso lo studio del canto giovanissima diplomandosi con il massimo dei voti al Conservatorio di Rovigo sotto la guida della Prof.ssa ChuTai-Li. Dal 1993 è componente dell'Athestis Chorus. Si è esibita con l'Orchestra di Padova e del Veneto, con l'Accademia di San Rocco di Venezia, con l'Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone, con i Virtuosi Italiani e l'Orchestra da Camera di Mantova. Nel 1997 debutta nell'opera Una favola per Caso di Nicola Sani e Lucio Gregoretti e nel 1998 interpreta due ruoli nell'operina di Luca Mosca Peter Schiemib. Ha inciso il IX LIBRO di Madrigali di Luca Marenzio con il gruppo La Venexiana per la casa discografica GLOSSA. Si sta perfezionando in canto barocco con la Prof.ssa Claudine Ansermet presso la Scuola Musicale di Milano.

MARIO CECCHETTI, tenore
Dopo l'esordio giovanile come violoncellista in complessi cameristici, si è dedicato all'attività vocale, diplomandosi presso il Conservatorio di Pesaro. Dopo gli ulteriori studi con i maestri L. Kozma e S. Bruscantini, si è specializzato nella vocalità e nel repertorio barocco, collaborando con direttori quali G. Acciai, S. Balestracci, F. Bonizzoni, A. Curtis, A. De Marchi, R. Clemencie, G. Garrido, R. Gini, H. Handt, T. Kopmann, A. Marcon, J. Savall, S. Vartolo e, per il repertorio classico-romantico, con G. A. Gavazzeni, P. Maag, B. Campanella. Ha effettuato tournée in varie località estere fra cui Parigi ai Teatro Chatelet, Metz, Saintes per il Festival Internazionale di Musica antica, alla Chaise Dicu, Vienna per il Musikvercin e le Wiener Fest Wochen, Amsterdam per l'Holland Festival, Bruxelles per il Kunst Festiva], Lisbona per la fondazione Gulbenkian, Liegi, Ginevra, Lugano, Scoul in Corea del Sud per il Scoul Art Center. Innsbruck per il festival di Musica Antica. E' stato ospite dei Festival di Salisburgo con un concerto al Mozarteum sotto la guida dei M° Maurizio Pollini nel progetto Pollini II. In Italia ha partecipato a numerose manifestazioni per le principali organizzazioni musicali e per i maggiori teatri. Oltre ad aver inciso per la Tacms, Divox, Frequenz, Bongiovanni, Nuova Era e Ricordi ha partecipato ad emissioni radiofoniche per RAI radio 3 e per la RTSI.

IL PROGRAMMA

Latisana, 4 Gennaio 2001
CONCERTO DI EPIFANIA
Orchestra e Coro S. Marco di Pordenone
Tiziano Forcolin
, direttore
Davide De Lucia
,
organista - Laura Antonaz, soprano
Patrizia Vaccari
, soprano - Marina De Liso, mezzosoprano
Mario Cecchetti
, tenore - Gerd Kenda, basso

01 4:43 Larghetto e staccato GEORG FRIEDRICH HAENDEL
Concerto per organo e archi
op. 4 n. 1 in Sol min.
02 5:12 Allegro
03 1:19 Adagio
04 3:40 Andante
05 0:53 Adagio e staccato FRANCESCO GEMINIANI
Concerto grosso op. 3, n. 3 in Mi min.
06 2:29 Allegro
07 2:24 Adagio
08 3:36 Allegro
09 4:17 Pastorale (Largo) ARCANGELO CORELLI
dal Concerto grosso op. 6, n. 8 in Sol min.
10 5:58 Dixit Dominus GEORG FRIEDRICH HAENDEL

SALMO CIX Dixit Dominus

per soli, coro e orchestra
11 3:04 Virgarn virtitus
12 3:05 Tecum principium
13 2:21 Juravit Dominus
14 1:49 Tu es sacerdos
15 3:18 Dominus a dextris tuis
16 3:56 Judicabit
17 3:51 De torrente
18 7:27 Gloria


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