S. Pietro al Natisone (33049)
Sede municipale: S. Pietro al Natisone, v. Alpe Adria, 56
tel. 0432727550
Superficie Kmq 23,98
Altitudine m 140 - 866
N  46°07.45  -  E 013°28.95

IL TERRITORIO

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S. Pietro al Natisone è considerato, per numero di abitanti (al 31 dicembre 1998 erano 1.029) e per densità di superficie (poco meno di 24 kmq), il capoluogo delle Valli del Natisone. Il territorio, prevalentemente pianeggiante, chiuso sulla destra del Natisone dalla dorsale che va dal monte Mia al monte dei Bovi, a sinistra dalla dorsale che dal monte Hum giunge fino al Karkos. Da sempre la via di comunicazione con la valle dell’Isonzo, in Slovenia è rappresentata dalla strada statale che conduce a Pulfero e quindi al valico di Stupizza/Robic.

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La piana su cui sorge S. Pietro è divisa in due dallo sperone di Azzida (una delle 16 frazioni). A sua volta il Natisone divide in due la piana, lasciandone una parte sulla destra, attorno al paese di Vernasso, e l’altra, molto più ampia, sulla sinistra, fino a toccare la vallata dove scorre il torrente Alberone.

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L’ambiente e la vegetazione

Il territorio di S. Pietro, come si è già rilevato, è prevalentemente pianeggiante. La pianura si è formata nel corso del Quaternario, cioè nell’ultimo milione di anni, con l’accumulo di grandi quantità di detriti portati dal Natisone e dalle glaciazioni passate. I terreni sono permeabili, soggetti a siccità e poco fertili, anche se la fertilità aumenta via via che ci si avvicina al territorio collinare. Per quanto riguarda la vegetazione, le specie più presenti sono le varietà locali di querce, le betulle, gli ontani, i frassini, gli aceri montani e campestri. Molto diffuse le piante erbacee con fiori bellissimi (narcisi, mughetti, dente di cane, orchis, listera...) che danno molte soddisfazioni all’escursionista in grado di apprezzare, nelle varie stagioni, i doni che la natura offre.

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 La storia

Le tracce umane più antiche nel territorio delle Valli del Natisone sono state scoperte proprio a S. Pietro, in particolare a Biarzo, dove scavi abbastanza recenti (risalgono al periodo 1982-84) eseguiti in una grotta in prossimità del fiume hanno portato alla luce manufatti risalenti al paleolitico superiore - risalenti a circa 10 mila anni fa - ed al neolitico.

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Tratteggiare gli avvenimenti più importanti della storia di S. Pietro al Natisone significa raccontare il susseguirsi di invasioni, da parte di più popoli, che hanno comunque caratterizzato tutto il territorio della Slavia friulana o Benecia. Le prime popolazioni colonizzatrici con un nome proprio furono quelle dei Veneti (intorno al IX secolo a.C.), quindi i Celti, i Romani (che furono presenti per molti secoli). Nel V secolo nuovi invasori giunsero dall’est: via via furono i Visigoti, gli Ostrogoti, gli Unni e i Goti. Una fase di relativa stabilità fu rappresentata dalla presenza dei Longobardi, che varcarono le Alpi orientali nella primavera del 568. Il popolo di Alboino non ebbe però a S. Pietro e nelle Valli la stessa influenza che ebbe nel resto del Friuli. Dal VII secolo si registra la graduale penetrazione degli Slavi, la cui colonizzazione fu stabile, graduale e duratura.

In seguito il territorio di S. Pietro fece parte della gastaldia di Antro, feudo del Patriarcato di Aquileia sotto l’influenza dei Franchi, che non contrastarono la colonizzazione slava. Nelle Valli la conservazione dei caratteri etnico-culturali venne anzi favorita dalla continuità territoriale con la gastaldia di Tolmino e la contea di Gorizia.

Nel XV secolo l’area passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia, al quale le riconobbe una forte autonomia amministrativa. Dal XVIII secolo di succedettero l’occupazione napoleonica e quindi austriaca. Dal 1866 il territorio di S. Pietro al Natisone fa parte dello Stato italiano.

 La realtà attuale

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Anche S. Pietro al Natisone ha dovuto fare i conti, negli ultimi decenni, con il problema dell’emigrazione. Soprattutto le frazioni di montagna hanno perso molti abitanti. Da qualche anno la densità demografica si è però stabilizzata, grazie soprattutto alla possibilità di creare ed ottenere lavoro in loco data dalla zona industriale di Ponte S. Quirino. In essa le attività produttive operanti sono una trentina, che danno lavoro a circa 400 persone.

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A S. Pietro esiste un centro-studi che comprende il liceo psico-pedagogico e linguistico (ex scuola magistrale) da un paio d’anni in crescita come numero di studenti, una scuola media, una elementare statale ed una materna. L’ex sede dell’IPSIA ospita la scuola privata bilingue (italiano e sloveno) nata nel 1987, una delle realtà scolastiche più importanti dell’intero comprensorio.