0-indie.GIF (197 byte). IL MOLINO DI LEPROSO

Il molino di Leproso, chiamato anche "Molino del Braida" dal nome del suo costruttore, è situato sulla sponda sinistra del fiume Natisone a valle del ponte che unisce Leproso ad Orsaria.

Da ricerche fatte per ricostruire la storia di questo molino si è trovata, all’Archivio di Stato di Venezia, una mappa che risale all’anno 1767. In questa mappa vi è indicato il sito del molino precedente, ubicato sulla sponda destra del fiume e distrutto da una violenta alluvione nell’anno 17… Da qui la necessità di costruirne un altro in luogo più sicuro.

Viene scelta la riva sinistra che presenta un ampio spiazzo, per cui il molino può essere costruito non più sul fiume, ma più arretrato.

Per farvi giungere l’acqua del fiume, affinché il molino potesse sfruttare al meglio la forza impressa dal flusso delle acque del Natisone, viene costruita una vera e propria opera idraulica, ben descritta e disegnata in mappa. Viene costruita una "rosta" cioè una diga formata da grosse pietre che ha lo scopo di alzare il livello dell’acqua per immetterla nel canale derivatore attraverso la "presa" o chiavica e farla giungere fino al molino. L’acqua giunta alle ruote le fa girare mettendo così in moto tutti i macchinari: buratti, tramogge e macine attraverso gli alberi di trasmissione.

Il primo nucleo di costruzioni era formato dal "molino di rode due" con soprastante granaio e da un piccolo fabbricato, sulla sponda destra del canale e di fronte al molino, fabbricato che serviva, con la sua mola, a "guar li ferri".

Con il tempo vengono costruiti altri manufatti: una piccola casa di abitazione con retrostante porcilaia, una piccola stalla con fienile. Il fabbricato con la "mola per guar li ferri" viene ingrandito, come pure viene ingrandito il molino a cui viene aggiunto, verso il 1888, a sud, un corpo più basso. Infine una stalla con splendido porticato.

Con il passare degli anni anche il sistema idraulico viene ammodernato: la rosta diventa una diga più solida, al posto della chiusa di legno per la captazione dell’acqua verso il canale, viene costruita una chiusa più grande e più solida, in ferro, tuttora esistente. La piccola chiusa in pietra, ora dissestata, veniva usata in alcuni periodi per far scorrere l’acqua nel canale sfioratore.

Le ruote in legno vengono sostituite da un possente rotone che si può ammirare tutt’oggi.

Nel fabbricato che nella mappa del 1767 è indicato come fabbricato per "guar li ferri", ingrandito e provvisto di una pista per l’orzo, trovano posto i macchinari azionati ad olio pesante, che venivano usati nei periodi di magra del fiume. Sulla facciata nord del molino, fra la porta del molino e la finestra del primo piano c’è una piccola ancona raffigurante un Santo con la graticola, la Madonna con il Bambino e due angeli e un guerriero e,  più in basso verso destra, una testa di Cristo scolpita sulla pietra.

Durante la ristrutturazione, dopo il terremoto del 1976, sono emersi dei caratteri cirillici e nel piccolo fabbricato di fronte il molino, nella primitiva casa di abitazione all’interno, sulle pareti si sono rinvenute delle pitture murali raffiguranti scene campestri di piazze con chiese e campanili con la caratteristica forma a cipolla nella parte superiore.

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Dalla supplica del 1767

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A.S.V. Ville di Leproso e Orsaria. 1767.

Scritta in alto: La presente mano indica il molino di rode due fabbricato dopo la distruzione dell’alveo, che era fabbricato nel sito indicato dalla mano A

Scritta in basso:  Sito dove era il molino che fu distrutto dal Torrente Adison

Scritta al centro: Mola per guar li ferri

Scritta di lato: Disegno formato da me sottoscritto ordinato del Magistrato eccellentissimo Dei beni inculti in obbedienza del riverito mandato de ditta eccellentissima magistratura de dì 31 luglio 1767, rilasciato sopra la supplica presentata nel suddetto eccellentisimo magistrato li 30 luglio suddetto, per nome di
Giuseppe Braida supplice nel quale resta delineato il sito dove era fabbricato il molino di rode due, e dimostrato dalla mano A; ed il molino di rode due fabbricato dopo la distruzione dell’altro molino, come sopra, et il descritto come nel presente; essendo il molino nel presente situato nella villa di Leproso giurisdizione dell’Abbazia di San Pietro di Rosazis Territorio del Friuli.

Avendo avuto per perito estraordinario don Girolamo
Terminato in Venezia li 5 settembre 1767
Stefano perito ordinario
Di mano propria

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