Dietro le quinte

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La carezza del vecchio alpino


Questo sarà il ricordo del  mio amico alpino, anche se
la foto si riferisce ad altra persona presente a Cargnacco

Durante il mio girovagare nei vari paesi friulani, mi sono più volte trovato ad assistere a cerimonie, inaugurazioni o anniversari, organizzate dagli alpini, ed essere circondato da tutte quelle persone forti e generose mi dà sempre un senso di protezione. D’altra parte, intuendo le mie difficoltà, più di una volta giovanottoni che dovevo guardare dal basso verso l’alto, erano pronti ad offrirmi il loro aiuto.

Alla Messa per il 60° anniversario della battaglia di Nikolajewka non potevo mancare e, più di due ore prima dell’inizio delle cerimonie, ero già all’interno del Tempio di Cargnacco.

Prima della Messa, all’esterno del Tempio si sarebbe svolta la cerimonia per dedicare il piazzane alla memoria del cappellano degli alpini don Carlo Caneva, ma seguire quell’evento richiedeva uno sforzo oltre le mie possibilità. In questi casi, provvidenziale sarebbe la collaborazione di un aiutante, e bisognerà che prenda in considerazione l’offerta di uno o due amici (perdipiù esperti di tecniche fotografiche), e che non ho mai interpellato unicamente per il "timore di disturbare"…

In attesa della Messa, ero comunque impegnato a studiare il miglior piazzamento del mio "microfono speciale" per registrare la Messa, perché prevedevo di poter raccogliere dell’ottimo materiale per il sito.

Apro una parentesi per parlare del mio "microfono speciale", il risultato di esperimenti (e molti  fallimenti), con il quale sto ottenendo dei buoni risultati.

Andando ad un concerto o ad una Messa, bisogna decidere se è più importante registrare l’audio che passa attraverso l’impianto di amplificazione, o quello dell’interno della sala o della chiesa. In diverse occasioni ho utilizzato due sistemi di registrazione digitale, ma mentre il DAT può registrare ininterrottamente per 180 minuti, il MiniDisc, può immagazzinare al massimo 80 minuti di dati. C’è poi la complicazione delle due diverse tracce, che è impossibile sincronizzare, qualora ce ne fosse la necessità…

La tentazione era quella di "sacrificare" un microfono di buona qualità (quasi un milione delle vecchie lire), ed utilizzare le capsule a condensatore per creare due microfoni separati, ma ho preferito tentare di risolvere il problema rispolverando le mie esperienze di "tecnico elettronico" … non per niente i miei paesani mi chiamavano "il tenic"…!

Si trattava di trovare due capsule a condensatore con una larga banda di frequenza, ed alimentarle opportunamente. Nei cassetti del mio ex laboratorio, ora trasformato in deposito dei mie vecchi computer, ho trovato due capsule comperate chissà quando, che collegate ad un mini mixer, mi permette di ottenere degli eccellenti risultati. Ho fatto delle prove comparative durante le prove di un concerto, e confrontando i risultati, dalla bocca è uscito spontaneo... bravo Alduti...!
Devo ammettere che le cose si complicano nei teatri e negli auditorium, per i problemi causati dalle alte potenze audio utilizzate.

Ritornando a Cargnacco, dopo il piazzamento dei microfoni e la breve trasferta all’esterno per registrare le campane, con il permesso degli alpini del servizio d’ordine, mi sono seduto in uno dei banchi riservati ai reduci, ho incaricato un vecchio ma baldo alpino di dare un’occhiata al borsello che serviva a tenere occupato il posto e, armato di macchina fotografica (con un flash che spara lampi come un cannone), mi sono portato nell’abside in attesa del corteo.

Devo ammettere che il pulpito è la posizione ideale per avere una buona visione di tutta la navata, e ne ho approfittato per effettuare una completa serie di fotografie fin dall’entrata del corteo, ma quando tutto lo spazio dell’abside si era riempito di persone con gagliardetti, labari e bandiere, sono stato costretto a scendere e rifugiarmi nel mio posto riservato…

Durante la mia assenza, il posto era stato occupato da una giovane signora, che si scusava asserendo di essere la nipote di un reduce... ma non dando certo un buon esempio di galanteria, l’ho pregata di lasciarmi libero il posto… Da quella posizione, anche se tutto lo spazio centrale della navata era completamente occupata da persone, salendo sulla pedana del banco ed alzando la fotocamera, ho potuto scattare una cinquantina di foto di buona qualità, nei momenti più importanti della cerimonia.

Prima della cerimonia, fin dall’inizio tutte le mie "manovre" erano costantemente seguite dallo sguardo incuriosito degli anziani reduci della campagna di Russia che occupavano i primi banchi, alcuni dei quali aveva nascosto sotto la pedana il bastone che li aveva aiutati a camminare.. In mezzo a loro mi sentivo bene… non so come dire… mi sentivo in completa sintonia.

Come se queste sensazioni fossero contagiose, durante lo scambio del "Segno di Pace", un vecchio alpino che sedeva davanti a me, si è girato per stringermi la mano e con un dolce sorriso mi ha accarezzato una guancia.

Quello sguardo, che mi ha commosso fino alle lacrime, non lo scorderò mai.

Poco più tardi, mentre il tempio si stava svuotando, un altro motivo di commozione è stata la stretta di mano di un signore, che mi ha ringraziato (anche a nome degli altri, ha aggiunto) per tutto quello che sto facendo.

Il questo periodo, sicuramente il più felice della mia vita, mi commuovo molto facilmente e spesso penso che, se questi dovessero essere i miei ultimi giorni, lascerei questo mondo senza rimpianti.

Ma sarebbe un peccato perché "il natisone", ha ancora bisogno di me…!

Alduti - 29 Gennaio 2003

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