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Villanova di San Giorgio di Nogaro (UD), 5 Maggio 2013
Chiesa di San Floriano Martire

Santa Messa
per la Festa di San Floriano Martire
celebrata dal Vicario Foraneo mons. Iginio Schiff
e accompagnata dal coro parrocchiale di Villanova e Porto Nogaro

CHIESA DI VILLANOVA - Si trova all'incrocio tra via Fàmula e via Giulia, la via che attraversa il ponte sul Corno, verso San Giorgio. La chiesa dedicata a San Floriano martire, come la precedente demolita negli anni '60, è stata realizzata dapprima sotto la conduzione pastorale di don Francesco Gomboso, poi di don Luigi Vacchiani ed infine di don Arturo Zanini. La prima pietra venne posta il 6 aprile 1931 e l'inaugurazione avvenne il 23-24 aprile del 1932. La chiesa conserva decorazioni dall'artista Silvio Pavon eseguite negli a.'40-50 e, sopra l'ingresso principale, il 07 novembre 1997 è stato inaugurato il rosone raffigurante San Floriano opera del figlio Andrea.



 CAMPANE

          S. Floriano, Villanova in festa - Si è celebrata domenica 5 maggio a Villanova di San Giorgio di Nogaro la festività di San Floriano, patrono anche della Protezione civile dell’Arcidiocesi di Udine. Presenti i gruppi della Protezione civile della Bassa Friulana e i sindaci di San Giorgio, Torviscosa, Gonars, Porpetto e Palazzolo. Il parroco, mons. Igino Schiff, ha presieduto alla cerimonia, benedicendo i mezzi, e celebrato la S. Messa in friulano.

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 CANTO E PREGHIERE INIZIALI


         
 LETURIS IN FURLAN



 LETURE DAL VANSELI


...mons. Schiff all'omelia...


...alla Consacrazione...


...al Padre Nostro...


 CJANT A LE COMUNION


...dopo la Comunione...

PREGHIERA DEL VOLONTARIO DELLA PROTEZIONE CIVILE


Signore, fai che questa tuta non debba mai sporcarsi di sangue,
che queste corde non debbano mai sorreggere un ferito,
che i nostri fari illuminino soltanto volti sereni,
che i nostri cani trovino soltanto persone in buona salute,
che la nostra barella trasporti solo allegria,
che le nostre manichette restino sempre vuote,
che dalle nostre radio si ascoltino soltanto messaggi di pace.
Signore, quando questo sarà possibile
proteggici nella nostra attività di soccorso
che oltrepassa tutte te barriere ideologiche, razziali e sociali
e se mai ci fosse necessità,
con tutti i nostri difetti e manchevolezze umane,
là noi saremo pronti.



 INNO A SAN FLORIANO


...la foto ricordo...

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Dopo la Messa, nella struttura della "Misericordia"di fronte alla chiesa...


...prima del rinfresco sono stati consegnati dei riconoscimenti a tre volontari...

Cenni storici sulla costruzione della nuova chiesa di Villanova
(di Franco Cristin )

          Queste note sono tratte dal Libro Storico di Villanova nel quale si sono potuti attingere i momenti e le date per una ricostruzione fedele di come un paese, in momenti di difficoltà economiche, abbia potuto erigere, grazie alla fede, una nuova Chiesa nei primissimi anni trenta del XX secolo. E’ noto che esisteva nel nostro Paese un’antica Chiesa, circondata dal camposanto e situata nell’area dell’attuale giardino-parco adiacente a Via Ponte Orlando. Nel 1866 il cimitero fu dismesso e sostituito da quello attuale; la vecchia Chiesa fu demolita, poiché pericolante, nei primi mesi del 1970. Dedicata a S. Floriano martire la chiesa, di stile toscano, era stata costruita prima del 1460 se l’incisione di tale data in una pietra della stessa rappresentava quella della dedicazione. L’edificio era composto di una navata con colonna in cotto, il coro con un unico altare di marmo e con una Pala rappresentante la Vergine seduta con il bambino in braccio, ai due lati San Michele Arcangelo e San Floriano; il retro coro serviva da Sacrestia. La superficie utile era di mq. 32 il numero delle anime di allora era di circa 550. Il pessimo stato in cui si trovava quella Chiesa, le dimensioni ridotte della stessa, il fatto che la superficie del terreno che la circondava non era sufficiente a contenere una costruzione più grande, pur pensando ad un eventuale abbattimento o inglobazione della Chiesa esistente, spinse la popolazione ad individuate un’altra area più adatta ad erigere la nuova Chiesa.

          Storia della nuova chiesa - Prese corpo l’idea di costruire una nuova Chiesa adatta ad una comunità che si andava sempre piu’ ingrandendo. L’accordo fra i paesani venne successivamente raggiunto nell’individuazione del terreno situato tra la strada per Porto Nogaro e la Via Famula, terreno prospiciente alla casa canonica di allora. Nel contempo furono superate anche alcune difficoltà logistiche e le limitazioni a suo tempo imposte dall’arcidiocesi di Udine. Va precisato infatti, che nei primi decenni del 1900, a Villanova si poteva celebrare soltanto una “Messa letta” al mattino delle feste; tutte le altre funzioni erano proibite. Questo per obbligare la popolazione a presenziare le funzioni nella chiesa di S. Giorgio e devolvere il quartese alla parrocchia di S. Giorgio. Nel 1919, il giorno in cui a Villanova si ottenne di potere impartire il battesimo ai neonati, di cantare Vespero e officiare le altre funzioni, il cappellano di allora Don Giovanni Zannier non esitò ad avviare le prime concrete iniziative. In un’adunanza della popolazione lo stesso cappellano propose di iniziare una raccolta di offerte per la costruzione della nuova Chiesa. La raccolta avviata nel 1919 e conclusasi nel 1924 non fu proficua; furono raccolte soltanto duemila lire. L’insuccesso ed altre difficoltà emerse spinsero il cappellano a desistere dall’impresa. Nell’ottobre del 1924 fu inviato a Villanova don Francesco Gomboso, religioso amabile e pio, dotato di buone qualità relazionali. Il neo cappellano riaccese nell’animo dei paesani il sentimento e le brame di una nuova Chiesa. In varie adunanze li persuase ad impegnarsi tutti al fine di raccogliere una determinata somma entro il 1925. Le buone qualità di don Gomboso gli permisero di affrontare e vincere tutte le difficoltà che si presentarono, e di non raccogliere le offese che gli venivano fatte da chi era contrario all’iniziativa. L’impegno dimostrato lo gratificò al punto tale che, in un anno, le offerte raccolte furono di lire 20.228,90. La dedizione di don Gomboso alla comunità di Villanova terminò il 3 luglio 1927 quando fu destinato parroco a Castions delle Mura; intanto le offerte erano ascese a lire 30543,75, tolte le spese, rimase la somma di lire 28743,75. Dobbiamo un grazie di cuore a don Francesco Gomboso se oggi ci troviamo uniti in questa chiesa, probabilmente con la sua fede ha saputo infondere fiducia nei paesani dando una forte spinta al progetto. Il suo insegnamento può essere preso ad esempio anche ai giorni nostri. Successivamente e per due anni, fino al novembre del 1929, la comunità venne affidata alla guida di don Luigi Pacchiani, nello stesso periodo il capitale raccolto arrivò a lire 35347,35. Dal novembre 1929 al 31 agosto del 1930 la divina provvidenza fece mancare un pastore alla nostra comunità: forse fu un atto di stimolo e di prova, poiché nonostante mancasse il parroco e grazie a insegnamenti dei parroci precedenti, lo spirito del paese non si spense e con l’interessamento di Cristin Giorgio il paese continuò nella raccolta di offerte al punto di fare arrivare il capitale a 36597,20 lire. Il 1° settembre 1930 arrivò a Villanova don Arturo Zanini, il quale dopo la funzione vespertina dell’otto settembre, chiamò a raduno i capi-famiglia del paese nella vecchia Chiesa. Gran parte vi aderirono e in quella occasione ricordò a tutti del pericolo e dell’insufficienza che la vecchia Chiesa presentava. Nonostante le difficoltà economiche li convinse a gettare le fondamenta della nuova chiesa confidando nella Divina Provvidenza. Il primo obiettivo che ci si prefiggeva era quello di portare la nuova Chiesa al coperto, per poterla benedire e officiare. Per non intaccare il capitale fino ad allora raccolto chiese un’ulteriore offerta che fruttò lire 4200.

          La costruzione del fabbricato - Il giorno 10 settembre 1930, previo preghiera di aiuto al Signore, con l’intercessione della Beata Vergine del Rosario, si diede inizio alla tracciatura delle fondazioni sul terreno. Queste operazioni furono affidate alla direzione dell’ing. Pez e si protrarrono per quattro giorni. I lavori veri e propri ebbero inizio il 15 settembre. Lo scavo delle fondamenta fu condotto per una profondità di m. 0,90 per i muri perimetrali e di m. 1,15 per i punti di maggiore impegno portante dei pilastri. Ma la Provvidenza aveva già palesato il suo benefico intervento. Lavori in corso per la costruzione della nuova chiesa di San Floriano. Esisteva nel paese un’imponente manufatto militare: una trincea, residuo della grande guerra che correva dal fiume Corno alla statale 14. Le fondazioni della chiesa furono riempite di calcestruzzo e di blocchi di cemento ricavati dalla vicina, ma ormai inutile trincea. Nell’ala della Chiesa a nord-ovest, dove esistevano dubbi sulla solidità, furono calati 11 grossi pali di legno legati con spranghe di ferro, come con altrettante altre spranghe di ferro furono armati i pilastri della navata della Chiesa. Le fondazioni furono portate fino a m. 0,80 dal suolo consumando 310 quintali di cemento e 124 metri cubi di ghiaia senza contare i blocchi di cemento armato tolti dalle trincee. Grazie all’impegno della popolazione per la prestazione gratuita di manodopera e dei trasporti l’impegno di spesa fu di lire 7500 anziché di lire 25000 come era stato preventivato dal progettista. Ormai la nuova Chiesa era nata e la gioia della gente si vedeva trionfare nei volti.

          Il 25 gennaio 1931 i capi-famiglia nominarono un comitato di sei persone così composto: Dell’Ominut Pietro fu Antonio; Bertoli Giacomo di Angelo; Pines Francesco di Domenico; Pines Demetrio di Gio-Batta; Cristin Giorgio fu Antonio; Cristin Pietro fu Domenico. Sotto la guida di don Zannier, il compito del comitato era quello di studiare in quale modo si potevano provvedere i mezzi e le risorse economiche che avrebbero consentito la costruzione del grezzo fino alla copertura. Benedizione della nuova chiesa celebrata il 23 aprile 1932 da S.E. Mons. Giuseppe Nogara. Si deliberò di istituire una tassazione. Ogni nucleo famigliare avrebbe contribuito con lire 15 al campo agricolo di proprietà per la durata di tre anni successivi. Si ricordi che le risorse economiche del momento erano quasi esclusivamente quelle derivanti dalla coltivazione della terra; per molti era già oneroso reperire le risorse per la sopravvivenza. Ciò nonostante la proposta trovò l’adesione dell’intera comunità. Non vi aderirono soltanto i proprietari terrieri non residenti nel paese. I lavori in economia furono affidati al muratore Chiabà Giuseppe di S. Giorgio di Nogaro coadiuvato da Orsaria Giuseppe di Villanova sotto la direzione dell’ing. Garlato di Udine. Il giorno 6 aprile 1931, seconda Domenica di Pasqua, avvenne la benedizione della prima pietra. S. E. Mons. Nogara Arcivescovo di Udine delegò per questa cerimonia il Parroco di S. Giorgio di Nogaro e il Vicario Foraneo Don Battista Monai. Presenziarono tutti i parroci dei paesi vicini e le autorità.
          Alle ore 16 ebbe luogo la processione dalla vecchia Chiesa al luogo della nuova. Tutto il paese appariva addobbato con archi verdeggianti, fiori e bandiere a testimoniare la gioia dell’intera comunità. Nella pietra appositamente preparata furono incluse in un tubo di vetro alcune monete in corso e fuori corso per un valore di lire 35 e una pergamena con scritto: “PIO XI PONT. MAX. VICTORIO EM. REGE IT. JOSEPH NOGARA ARCH. UTIN. PRIMUM LAPIDEM POSUIT XI KALEN. ARP. MCMXXXI AD ERIGENDUM NOVUM TEMPLUM IN HON. S. FLORIANI ET B. M. V. ROSARII AESTU POPULI CLERIQUE ZELO DECRETUM. COMPLEAT DOMUM DOMINI GLORIA DEI. VILLANOVAE AEDEM DIE GESTIENTIBUS ANIMIS”, tradotto in italiano, “Mentre era Pontefice Pio XI Vittorio Emanuele re d’Italia Giuseppe Nogara arcivescovo di Udine il giorno 11 aprile 1931 si pose la prima pietra per la costruzione di un nuovo tempio in onore di S. Floriano e della Beata Vergine del Rosario deliberato da ardente desiderio del popolo e dallo zelo del clero, completi la casa del Signore la gloria di Dio insieme alla gioia di tutti gli animi”. Fu sottoscritta dai sacerdoti autorità e alcuni cittadini di Villanova. Il 22 aprile 1931 dopo la S. Messa cantata iniziarono i lavori dello zoccolo utilizzando per la sua costruzione 100 qli di cemento e 3, 30 metri cubi di ghiaia. Il 1° maggio 1931 al suono delle campane fu collocato il primo mattone. A questo ne seguirono ben 260.000 per portare a termine l’opera, assieme a 500 quintali di cemento, 200 metri cubi di ghiaia oltre 400 di sabbia; 18.435 coppi; 600 tavelloni; 500 quintali di calce; 43 quintali di ferro; 5.000 quintali di legname per il tetto. I muratori per mettere in opera tutti questi materiali impiegarono ben 5.185 ore per un importo di lire 10.370; per i manovali si spesero soltanto lire 3.862, poiché gran parte della manualità fu prestata dalla popolazione gratuitamente.La ditta Ietri di S. Giorgio fu incaricata di costruire porte e finestre, il sig. Spizzo Agostino sempre di S. Giorgio fu incaricato di costruire i decori in finto marmo nella porta centrale. Don Francesco Gomboso divenuto parroco a Castions Delle Mura, già cappellano a Villanova dal 1924 al 1927, regalò due confessionali provvisori. Nei primi mesi del 1932 furono portati a termine anche i lavori di copertura. La Chiesa era stata eretta: quello che solo qualche anno prima appariva un sogno era già una realtà.
Il risultato era stato ottenuto grazie alla partecipazione di tutti gli abitanti sorretti dalla fede, con la fiducia in Dio, la guida del parroco, grazie ad offerte in generi e in denaro, con prestazioni gratuite di manodopera e con obbligazioni cambiarie di lire 45 per campo. La chiesa non era ultimata era soltanto un grezzo, ma si potevano celebrare le funzioni religiose. Il fabbricato sviluppava una pianta a croce latina ad unica navata, era costruita interamente in cotto, ma offriva agli occhi di tutti una dolce veduta per la disposizione e le proporzioni armoniche delle forme e dei suoi volumi.
          L’odierno visitatore non può non domandarsi come mai un’esigua comunità, in tempi di marcate ristrettezze economiche, abbia potuto realizzare un’opera così imponente. La benedizione della Chiesa celebrata il 23 aprile 1932 da S.E. Mon. Giuseppe Nogara assurse ad una grande festa ecclesiastica e paesana, con la partecipazione di tutta la cittadinanza, del clero e delle autorità. S. E. Mon. Arcivescovo compì il sacro Rito della Benedizione dei muri perimetrali esterni poi entrando in Chiesa con i fedeli benedisse l’interno. Seguì la celebrazione della S. Messa accompagnata dal coro delle ragazze della Scuola Professionale di San Giorgio di Nogaro. Dopo il Vangelo S.E. Mons. Arcivescovo tenne un commovente discorso sulla santità della casa di Dio e sui doveri dei fedeli in proposito. Nel  1957 il “Comitato pro lavori Chiesa “ in una visita al parroco, degente in ospedale, espresse
l’intenzione di raffigurare il martirio di s. Floriano. L’opera affidata sempre a Silvio Pavon doveva essere pronta il 4 maggio ricorrenza del Santo, così in 15 giorni il lavoro fu portata a termine e il costo fu di lire 120000. Si può affermare che dal punto di vista artistico, grazie a Silvio Pavon, in questa chiesa si trova il meglio dell’arte aulica; il vero affresco, il vero encausto, gli stucchi lucidi, le tempere, le finte sete, il cassettonato, l’illusione dell’ aggetto.
          Il giorno 25 novembre 1957 sotto la guida pastorale di Don Mario Moratti, con l’intervento S.E. Mons. Arcivescovo Giuseppe Zaffonato, alla presenza di tutta la popolazione la Chiesa, dedicata a S Floriano martire e alla Beata vergine del Rosario, venne solennemente consacrata. La cerimonia iniziò con la benedizione del portone principale, seguì l’ingresso di S.E. Mons. Arcivescovo Zaffonato, dei parroci e di tutta la cittadinanza. La Chiesa priva di banchi si riempì subito tanta era la gente accorsa. Fece seguito la benedizione e la consacrazione delle croci inserite nei pilastri disposti lungo il perimetro interno della Chiesa e nel Presbiterio, e la consacrazione dell’Altare Maggiore.

          Primi sacramenti - Nell’anno 1932 fu somministrato, nella nuova Chiesa, il primo battesimo al neonato Pines Claudio. I primi matrimoni furono celebrati il 29 novembre del 1939, quello di Bertoli Romano con Cristin Italia e quello di Cristin Ido con Cristin Anna.
          Note generali - Queste notizie sono stata ottenute consultando i libri storici di Villanova, ma anche dalle testimonianze orali di qualcuno che, ora non piu’ tanto giovane, ha assistito ai vari eventi o gli sono stati raccontati. A queste persone che hanno saputo fissare nella loro memoria fatti e date non documentabili, esprimiamo la nostra gratitudine.

(Grazie ad Alessandro Aiello per l'invio di questi preziosi documenti)