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Cividale del Friuli (UD), 29 Dicembre 2011
Duomo di S. Maria Assunta

Messa per il trigesimo
di mons. Paolo Caucig
ha accompagnato la liturgia il gruppo corale "Chei di Sant Stiefin"
di Remanzacco, dove don Paolo ha operato per oltre vent'anni



Adeste, fideles, laeti triumphantes,
venite, venite in Betlehem:
natum videte Regem angelorum.
 
Venite, adoremus; venite, adoremus;
venite, adoremus Domininus.
 
En, grege relicto, humiles ad cunas
vocati pastores adproperant:
et nos ovanti gradu festinemus.

Venite, adoremus; venite, adoremus;
venite, adoremus Domininus.


         
 PREGHIERA D'INIZIO E KYRIE


...mons. Livio Carlino all'omelia...


...alla Consacrazione e al Padre nostro...

Canto alla Comunione...


Nato per noi, Cristo Gesù,
Figlio dell'Altissimo:
sei cantato dagli angeli,
sei l'atteso dai secoli.

Vieni, vieni, Signore!
Salvaci, Cristo Gesù!

Nato per noi, Cristo Gesù,
Figlio della Vergine:
sei fratello dei deboli,
sei l'amico degli umili.

Vieni, vieni, Signore!
Salvaci, Cristo Gesù!



 PREGHIERE DI CHIUSURA E BENEDIZIONE

Un prete che sapeva guardare lontano
SI È SPENTO A 79 ANNI MONS. PAOLO CAUCIG
(Marco Tempo e Valentina Zanella - La Vita Cattolica del 2 Dicembre 2011)

           DIETRO «UNA SCORZA a volte un po’ ruvida, in lui batteva un cuore sensibile e fedele alle persone». Così l’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, ha ricordato mons. Paolo Caucig (nella foto) nell’omelia pronunciata durante le esequie, giovedì 1 dicembre, nel duomo di Cividale.
          Il sacerdote è mancato a 79 anni, martedì 29 novembre a Udine, alla Fraternità sacerdotale, dove era ospite da qualche mese, per l’aggravarsi di una malattia che lo aveva colpito da tempo. Una prova «sostenuta con forza e dignità», ha sottolineato l’Arcivescovo, grazie alla sua «fede sincera e genuina, senza incertezze; maturata dentro una fedele preghiera e alla dedizione alle persone e alle comunità cristiane nel ministero sacerdotale». E grazie ad un carattere forte: «Una tempra ereditata dalla terra in cui era nato, San Leonardo, nelle Valli del Natisone».
          «Era particolarmente legato al paesino di Clastra – ricorda il vicario generale dell’Arcidiocesi, mons. Guido Genero – dove, nella sua casa natale, ospitò per una quindicina d’anni la realtà delle case famiglia dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII». 
         Della sua origine mons. Caucig andava giustamente fiero e alla sua gente si è sempre sentito profondamente unito. «La fede lo aveva convinto a donarsi completamente al Signore nel sacerdozio e, di fatto, vi si è consacrato con grande entusiasmo, generosità e vitalità». Lo testimoniano numerose manifestazioni di affetto dalle parrocchie nelle quali ha prestato servizio: giovane cappellano a Ronchis di Latisana, Ceresetto e Torreano, parroco per 12 anni a Oleis, poi a Remanzacco, dal 1977 al 2000, prima della nomina a Canonico del duomo di Cividale e dell’impegno con i malati nell’ospedale della cittadina ducale.
          «Era un uomo “figlio delle sue Valli” – ricorda Mauro Fasano, di Remanzacco, che fu stretto collaboratore di mons. Caucig –. Una terra dura, dalla quale aveva ereditato un carattere forse non “facile”. Ma era sagace. Molto intelligente, sapeva leggere le persone e i tempi. A Remanzacco capì che culture diverse sono una ricchezza. E quando, con le caserme, arrivarono anche diverse famiglie meridionali, seppe coinvolgerle e farle diventare anima della comunità».
          Fasano ricorda mons. Caucig come «un grande parroco». «Tra gli anni 70 e 80 seppe vedere lontano, dedicarsi ai giovani e proporre un modo nuovo di porsi. Era un parroco che andava in campeggio con i ragazzi, che si dedicava loro». Un’attenzione rivelata anche nelle parole del testamento spirituale del sacerdote, letto – per sua volontà – durante il funerale. «A voi giovani, cari e amatissimi, ho dedicato le mie energie – scriveva mons. Caucig –. Costruite con fede e tenacia il vostro futuro; abbiate la forza e la costanza di rischiare tutto per le cose più belle e più sante. Siate cristiani coerenti e seminate gioia del Vangelo nelle vostre comunità». Un incoraggiamento, il suo. E un prezioso insegnamento.

 
La foto ricordo (a risoluzione di stampa)