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Adorgnano di Tricesimo(UD), 13 Dicembre 2009

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 CAMPANE

Santa Messa e Festa di Santa Lucia

Cerimonia accompagnata dal Coro Giovanile Vocale e Strumentale...



 CANTO D'INIZIO


...il "pan di Sante Lusie"...

 
...il sacerdote all'omelia...


         
 CANTI


...la benedizione del pane e la conclusione della Messa...

Mentre il coro giovanile eseguiva l'ultimo canto, i fedeli si avvicinavano ai contenitori del pane prelevando uno o più pagnottelle, non senza depositare nell'apposito piattino la relativa offerta... Dopo aver raccolto le mie apparecchiaturei sono uscito dalla chiesa quando le scorte di pane stavano per esaurirsi, e questo sebbene il sacerdote non avesse garantito che "il pan di Sante Lussie" fosse un antidoto sicuro contro la normale influenza stagionale e tanto meno contro la nuova A/H1N1...



 CANTO FINALE

...intanto sul sagrato della chiesa "Sante Lussie" attingeva dalle ceste portare dal suo asinello "bomboni" e ogni altro ben di Dio, che con l'aiuto di un simpatico conducente collaboratore, distribuiva a piene mani a tutti i presenti grandi e piccini...

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La festa di Santa Lucia
(LindaAnn Loschiavo - www.cyberitalian.com/en/html/gal_71.html)

          Secondo il calendario Giuliano, il solstizio d'inverno iniziava il 13 dicembre, il giorno più breve dell'anno. I pagani sapevano organizzarsi durante gli scuri mesi di dicembre: per garantirsi il ritorno del sole portavano offerte, decoravano gli alberi e accendevano fuochi, gesti simbolici che supplicavano il ritorno della luce.
          Una figura sacra, Lucina, la dea sabina della luce, veniva venerata nel giorno più buio. Nel suo ruolo di levatrice, Giunone-Lucina era la dea che portava il miracoloso sole-bambino alla luce durante la festività di Yule/Jöl (o "ruota").
          Le festività non si fermavano lì. Nel terzo secolo (d.C.) il 25 dicembre fu eletto come "compleanno dell'invincibile sole" e divenne parte di una serie quindicinale di incredibili celebrazioni romane in onore di Saturno (chiamate anche Saturnalia). Nel IV secolo queste feste solari romane furono cristianizzate. Nessuna religione può avere successo senza un calendario completo delle festività! La maniera più semplice per creare le festività cristiane era quella di rinnovare e riformare le pratiche pagane.
          In coincidenza con il regno dell'imperatore romano Diocleziano, (culmine della persecuzione cristiana), Lucio, un benestante padre siracusano (l'allora capitale della Sicilia) aveva una casta figlia adolescente. Disdegnando il matrimonio, il sesso e i beni materiali, Lucia portava cibo ai ribelli che si nascondevano nelle catacombe. Un corteggiatore indispettito la denunciò e la giovane vergine fu condannata a morte.
          Dopo il suo martirio (avvenuto il 13 dicembre 304 d.C.) a cause delle tradizioni che associavano il suo nome alla luce, Lucia divenne la patrona della vista e dei raccolti. Gli artisti medievali la dipingevano mentre portava un fascio di grano e un piatto con delle piccole torte (più tardi scambiate erroneamente per i suoi occhi.
           Anche se la Chiesa cattolica cercò di reprimere ogni aspetto femminile del principio divino, questa giovane martire siciliana fu uno dei primi santi cristiani a raggiungere la popolarità e ad avere un ampio numero di seguaci prima del V secolo.
          Forse a causa dei missionari che narravano i racconti del suo martirio e della castità, il culto di Santa Lucia si diffuse fino alla Scandinavia, alle Americhe e più lontano. Le si attribuivano miracoli. Le leggende raccontavano di una carestia in cui, quando fu invocato il nome di Santa Lucia, apparve una nava carica di grano dorato. In seguito, la Chiesa fece di Lucia una santa.
          Caravaggio e altri artisti la dipinsero. In suo onore furono composte poesie e canzoni. Il grande Caruso cantava "Santa Lucia", una barcarola napoletana. Il suo ammiratore, Mario Lanza, incise la stessa canzone. Un grandissimo ammiratore di Lanza, Elvis Presley, ne incise a sua volta una versione.
          Non molte martiri adolescenti vantano canzoni composte appositamente per loro nè dolci (divenuti popolari) preparati per la loro festa.
          In Sicilia, tradizionalmente, il 13 dicembre si mangia la "Cuccia" invece che il pane, per commemorare la santa che portò il grano ai siciliani affamati e colei che protegge le persone che hanno malattie agli occhi. (La parola siciliana "Cuccia" deriva dall'arabo "kiskiya" (terracotta o grano)