biel lant a Messe a...

Basiliano (UD), 6 Maggio 2007

CAP: 33031 - Abitanti: 5029
Altitudine (s.l.m.) : m. 74 - Superficie : Kmq. 42,89

Basiliano (UD) - Paese immerso nella pianura friulana, fino al 1923 si chiamò "Pasian Schiavonesco". La zona fu abitata dai Romani, che costruirono alcuni castelli nella zona (a Variano, a Villaorba) a difesa di Aquileia contro le invasioni barbariche. La zona fu teatro di numerosi saccheggi per tutto il XV secolo, quando arrivarono i Turchi che incendiarono il paese. Data la sua posizione in zona pianeggiante, Basiliano si trovò in entrambe le guerre mondiali ad essere punto importante nello schieramento delle truppe.



 CAMPANE


          
 CANTI


          
 CANTI


Arte e cultura: BASILIANO (UD)
    
Il monumento artistico più interessante dell'intero comune è certamente la Chiesetta di S. Leonardo a Variano, posta su un modesto colle, nata in epoca imprecisata ma ristrutturata nel 1529 ed affrescata nel 1533. Ha l'aspetto tipico delle chiesette votive, con una zona absidale di qualche pretesa.
     Prima del terremoto era visibile soltanto la decorazione dell'arco trionfale con la Crocifissione (nella quale sono dipinti con tono da favola alcuni cammelli ed animali esotici). Ora, sulle pareti della navata e dell'abside sono stati recuperati altri dipinti, rozzi e sgrammaticati ma piacevolmente ingenui.
     Nella parete destra della navata, nel registro superiore scene della Passione di Cristo (La preghiera nell'orto, la Cattura e Gesù davanti a Pilato), la Strage degli innocenti, Madonna con Bambino e Santi; nel registro inferiore S. Leonardo, il Miracolo dei naufraghi compiuto da S. Nicolò, una serie di Santi (Agata, Caterina, Leonardo, Sebastiano), la Madonna con il Bambino tra i Ss. Rocco e Sebastiano e la Salita al Calvario. Nella parete di sinistra, affreschi devozionali raffiguranti la Madonna con Bambino tra Santi, in pessimo stato di conservazione.
     Gli affreschi dell'arco trionfale e della parete destra datano al 1533 e sono di un pittore vicino ai modi di Gian Paolo Thanner: un pittore di estrazione popolare, che si caratterizza per la marcata linea di contorno, il colorito piatto e incapace di costruire le figure, l'abbondanza delle notazioni cromatiche, l'uso non appropriato delle proporzioni ma che - tutto sommato - risulta gradevole proprio per l'ingenuità della narrazione che talvolta si fa poesia (com'è il caso del Miracolo dei naufraghi o di alcune scene della Passione e della Strage degli innocenti, "fumetto" ante litteram in cui l'evento tragico viene del tutto sdrammatizzato).
     Più che nella Parrocchiale del capoluogo, edificio di corretta impostazione architettonica, con facciata a salienti gradevole nella sua semplicità, consacrato nel 1869, con lacerti di affreschi del XVI secolo nel coro, altare barocco (1753) di Simone Pariotti con statue del lapicida gemonese Giovanni Pischiutta (ca. 1770) e Crocifissione a fresco nella lunetta del coro (secolo XX, scuola gemonese), o nella Chiesa parrocchiale di Orgnano, dove fino ad una cinquantina d'anni fa esisteva (proveniente dalla chiesa di S. Pietro) una Madonna lignea di Martino da Tolmezzo (datata 1498) ora nel Museo di Udine, conviene andare a cercare opere d'arte nella Parrocchiale di Variano, eretta a partire dal 1903 su progetto - poi modificato in parte - di Girolamo D'Aronco (all'interno, altare del 1736 del gemonese Sebastiano Pischiutti) e nella Chiesa di Basagliapenta, che conserva una notevole serie di opere d'arte del Settecento: l'altare maggiore di Sebastiano Pischiutti (1737), due laterali di Pietro Balbi, Pietro di Portogruaro (1750), tutte opere di notevole dignità, arricchite da elementi figurati; affreschi dovuti al pittore udinese Francesco Cucchiaro (1763), interprete minore della grande stagione pittorica settecentesca della quale, grazie al Tiepolo ed ai maestri veneti, anche il Friuli divenne partecipe (episodi relativi alla Vergine: l'Immacolata, l'Assunzione, l'Annunciazione, la Nascita della Vergine, la Presentazione della Madonna al tempio); tele con episodi biblici (il Giudizio di Salomone, Ester e Assuero) dovuti ad un anonimo pittore che mescola abilità tecnica e ricordi colti con cadute decisamente provinciali.
     Da notare che all'esterno della chiesa, nella facciata è collocata una statua dell'Immacolata di Benito Asquini e nel campanile sono murati elementi lapidei (uno dei quali con teste rozzamente incise) che paiono di epoca altomedioevale.
Nella Parrocchiale di Vissandone altare maggiore barocco in pietra e marmo di Carrara, opera di Sebastiano Pischiutta (1751), con statue di modesta fattura dei Ss. Pietro e Giovanni Battista ed elaborato altare del Rosario nella navata, imponente, con colonne in marmi pregiati, paliotto con bassorilievo raffigurante la Madonna del Rosario e quindici piccoli tondi, con i Misteri dipinti, entro cornice in latta dorata.
     Nella Chiesa parrocchiale di Villaorba, una interessante tela del 1684 raffigurante la Trinità, Santi e Anime purganti, una Sacra Famiglia dell'inizio del XX secolo dipinta dai fratelli Filipponi di Udine per l'altare laterale destro un dipinto cinquecentesco di scuola friulana, raffigurante S. Orsola e le compagne, proveniente dalla Chiesetta campestre di S. Maria e Orsola in cui sono visibili affreschi tardo trecenteschi (belle le immagini di S. Antonio abate con devoti inginocchiati e della Madonna con Bambino in trono).
     Nella Chiesetta campestre di S. Marco, lacerti di affreschi duecenteschi recentemente messi in luce (scene della vita di Cristo e di S. Marco, S. Cristoforo, Madonna dell'Umiltà). Recenti scavi hanno messo in luce reperti diversi, tombe e corredi funerari che suggeriscono una datazione al periodo altomedioevale.
     Desta curiosità la Casa di via Pantianicco 33, a Blessano, la cui facciata è stata completamente decorata a mosaico (con scene sacre e profane varia ispirazione e di gusto squisitamente naïf) dal proprietario Aurelio Antonutti.
     Basiliano vanta, in quest'ultimo secolo, un figlio illustre nel campo dell'arte: Aurelio Mistruzzi (Villaorba di Basiliano 1880 - Roma 1960), scultore impegnato e medaglista insigne. Le sue opere maggiormente conosciute sono quelle di Udine (statue nel Palazzo Municipale, nel Tempietto dei Caduti, al Tempio Ossario, in Museo), ma meritevole di attenzione è il Monumento ai Caduti della piazza di Basiliano (1921) in cui bene si esprime la monumentalità accademica che contraddistingue le opere della prima formazione. Ad altro scultore di Basiliano, Silvio Olivo, si deve il Monumento ai Caduti di Basagliapenta (1953).

 

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia