biel lant a Messe a...

Dignano, 23 Gennaio 2005

Festa di San Sebastiano organizzata dal Gruppo Alpini di Dignano

Dignano (UD)
CAP: 33030 - Altitudine (s.l.m.): 112m
Abitanti: 2.549 - Superficie: 27 Kmq

Le prime notizie del paese, che sorge lungo il corso del Tagliamento in corrispondenza di un ponte importante per i collegamenti stradali, risalgono all'anno 875, quando fu costruita anche la chiesa di Santa Maria Maggiore (rimaneggiata ed affrescata nel XVI secolo e oggi chiamata Pieve dei Ss. Pietro e Paolo). Nel 1276 quasi tutto il Friuli subì una gravissima inondazione e Dignano fu completamente distrutto. La ricostruzione avvenne subito, ma nel 1327 il fenomeno si ripetè e il paese fu ricostruito più lontano dal fiume. Prima i Turchi con le loro invasioni nel 1450, poi la peste nel 1577: la popolazione di Dignano subì così una drastica riduzione in poco più di cento anni. Il paese appartenne all'Austria fino al 1866. Nel 1916 fu costruito un ponte militare, distrutto però l'anno successivo durante la ritirata. Ricostruito nel 1922, il ponte fu oggetto di numerosi bombardamenti anglo-americani durante la Seconda Guerra Mondiale. In segno di ringraziamento per lo scampato pericolo di una nuova distruzione del ponte, la popolazione dedicò alla Madonna il nuovo asilo e una cappella votiva. http://www.turismo.fvg.it


 Una panoramica dal greto del Tagliamento

  CAMPANE   

 CANTI E PREGHIERE 
              

INTERVENTO DEL SINDACO
LETTERA DAL BURUNDI

Questa lettera è un appello quasi disperato, è un grido di dolore e di aiuto di Mons. Joachim Ntahondereye, Vescovo di Muyinga (Diocesi del nostro parroco, Don Emmanuel RUNDITSE) in Burundi.
La condizione di estrema povertà di queste popolazioni si è ora ulteriormente aggravata a causa della grande siccità, che ha colpito un territorio che abbraccia cinque vaste parrocchie della  Diocesi di Muynga. E’ infatti dal mese di aprile dello scorso anno che non piove e le piantine non hanno avuto neppure il tempo di germogliare, che il gran sole le ha immediatamente bruciate.
A causa di questa calamità,  oltre 41000 esseri umani rischiano la vita; già numerosi bambini, anziani, ammalati sono MORTI DI FAME, spesso nella più totale indifferenza delle Organizzazioni internazionali e dei governi dei Paesi ricchi.
Mons. Joachim, che noi ben conosciamo  e apprezziamo per il suo grande esempio di uomo di fede e di  sincera umiltà cristiana, è lui stesso ammalato. E’ venuto in Italia, all’ospedale di Verona a farsi curare, ebbene, pensate, si sente quasi in colpa; si sente un privilegiato, in quanto gli è stata data l’opportunità di guarire, mentre i suoi fratelli in Burundi  MUOIONO DI FAME.
Monsignore non n si senta in colpa, guarisca e aiuti il suo popolo a risollevarsi, anche con il nostro piccolo aiuto, che le assicuriamo non mancherà, in particolare durante il periodo della Quaresima.

(Per inviare aiuti o ricevere informazioni, rivolgersi a: Don Emmanuel Runditse, Piazza Plebiscito N°9 33030 Dignano (UD) tel 0432-951010)

“ Venite , benedetti del ¨Padre mio, (...), perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare....”
(Matt 25, 34-35)
 

Da Vescovo incaricato di pascere i gregge di Gesù Cristo affidato a me, non posso nascondere il dolore che provo al vedere delle persone morire di fame nella mia diocesi. Il fenomeno è molto vistoso tra i ceti più vulnerabili, cioè i bambini, gli anziani, i rimpatriati e gli sfollati per motivo della guerra. Le zone maggiormente colpite sono quelle del nord della diocesi al confine con il Rwanda, ma ci sono parrecchi casi anche al centro e al sud. In tutto sono 5 le parrocchie che fanno fronte al dramma della fame. 

I motivi di questa fame sono legati da una parte all’impoverimento delle famiglie dovuto alla guerra civile successiva al golpe dell’ottobre 1993 e dall’altra parte alle irregolarità delle piogge nelle zone sopra citate. Denutriti, i bambini e gli anziani sopratutto diventano una preda facile delle malattie e ne trovano anche la morte. Nella provincia amministrativa di Kirundo che è nel nord della nostra diocesi, delle famiglie vendono terre e case per spostarsi poi verso le zone dove sperano trovare qualcosa da mangiare, ma senza nessuna garanzia di trovare né il cibo né un’altra casa e tanto meno un’altra terra in questo paese già sovrapopolato. Visto che nelle zone citate non piove neanche oggi, il dramma perdurerà prevedibilmente per tutto questo nuovo anno.  

Va notato pure che questa fame si è aggravata con il rimpatrio dei rifugiati dalla Tanzania. Essi arrivano le mani vuote e il cosiddetto “sacchetto del ritorno” cioè un pò di viveri che ricevono dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, non basta neanche per campare due settimane. Sono quindi costretti a rubare dai vicini correndo il rischio di farsi uccidere. 

Da poco, il governo del Burundi ha riconosciuto ufficialmente che le dette zone sono in uno stato di emergenza e ha chiesto aiuto per loro alla comunità internazionale. Rimane comunque opportuno e necessario il contributo della nostra comunità diocesana, anche perchè l’auspicato aiuto pubblico arriverà probabilmente tardi e, come nel passato, verrà distribuito forse in modo tale da tagliare fuori i senza voci che spesso sono proprio i più bisognosi. 

Ecco più o meno il numero delle persone alle quali già tentiamo di venir in aiuto con le poche risorse a nostra disposizione e con i minimi contributi che possono dare le nostre comunità cristiane fin ora non colpite dalla fame. 

Parrocchie

Numero delle famiglie

Numero delle persone

GASORWE

1350

6075

KANYINYA

1400

6300

MURAMBA

1900

8550

MURORE

2550

11475

RUHEHE

2000

9000

TOTALE

9200

41100

 Con questa breve presentazione, rivolgo un appello a tutte le anime generose di dare un suo contributo anche piccolo per aiutarci ad alleggerire la sofferenza delle sorelle e dei fratelli delle nostre zone provate.  

Muyinga, lì 12/01/2005
† Joachim NTAHONDEREYE
Vescovo di Muyinga

 

Ha animato l'Eucaristia il Coro P.A.Pavona di Palmanova, diretto dal M. Franco Gori
con la "Missa de Angelis" di don Albino Perosa

Principali monumenti e opere d'arte
La Pieve dei Ss. Pietro e Paolo a Dignano - in un primo tempo consacrata alla Madonna - è di origine antichissima, tanto da essere ricordata in documenti di due secoli anteriori all'anno Mille. La sua attuale costruzione, peraltro, deriva dal rimaneggiamento che subì agli inizi del XVI secolo, epoca in cui (1504) fu anche affrescato il coro: facciata a capanna, con il consueto motivo dell'occhio e con una serie di archetti gotici in mattone che corrono sotto la linea di gronda e proseguono nelle pareti laterali. L'interno è ad unica navata con presbiterio costolonato.
Elegantissimo il campanile romanico, visibile fin da lontano, con piccole feritoie binate, una cella campanaria con bifore divise da una colonnina e terminazione a pigna. Delle tante opere d'arte eseguite nei secoli ben poco è rimasto: si vedono però ancora gli affreschi che coprono la volta del coro e che per la loro impaginazione sono stati per lungo tempo creduti opera di Pellegrino da S. Daniele.
Esecutore ne fu invece Giampietro da Spilimbergo, piccolo maestro per lo più attardato nei modi, discontinuo nello stile tanto da alternare brani di qualche validità tecnica ad altri di molto modesta esecuzione.
Qui dipinse negli spicchi delle vele la figura di Cristo in mandorla e quelle degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa; Santi e Sante a mezzo busto nei sottarchi. I toni sono piuttosto cupi, modulati sul rosso, sul bruno, su colori terrosi in genere.
Nella navata nord, scene della Passione di Cristo, del XVIII secolo, attribuibili al pittore sandanielese Giuseppe Buzzi, cui vanno assegnate anche le sagome lignee dei Ss. Pietro e Paolo ai lati dell'altare.
La Chiesa parrocchiale di S. Sebastiano, che presenta un atrio ottocentesco con quattro robuste colonne che sostengono l'ampio frontone (1845), è sostanzialmente dovuta, nella sua attuale struttura interna, all'architetto carnico Domenico Schiavi che nel 1773 presentò il progetto di rimodernamento del precedente edificio: l'udinese Luca Andrioli, capomastro (ma anche architetto in proprio) fu incaricato di seguire i lavori.
L'interno maestoso e luminoso come tutte le costruzioni dello Schiavi, mosso da cornici aggettanti e bei capitelli corinzi al sommo di paraste, conserva un altare (1780-1801) di Giacomo Pischiutti gemonese sul quale sono poste le due statue dei Ss. Sebastiano e Antonio da Padova dello scultore padovano Giacomo Contiero (ca. 1749).
Fanno parte del patrimonio artistico della chiesa due dipinti su tavola, raffiguranti i Ss. Urbano e Gallo, parte di un altarolo eseguito nel 1564 da Bernardino Blaceo per la Confraternita dei Ss. Antonio e Sebastiano.
Nella Chiesetta di S. Giorgio a Carpacco "opera prima", tra quelle conosciute, del pittore Pietro da S. Vito, una tavola dipinta nel 1509 (adì 30 agosto) con le figure della Madonna con Bambino tra i Ss. Giorgio e Sebastiano, adattata entro un altarolo ligneo di epoca posteriore.
Esecuzione modesta (si veda il S. Sebastiano) nel complesso ma particolari descrittivi come il vaso di fiori sul basamento in primo piano, la decorazione floreale del piedistallo su cui poggia la Vergine e le svagate espressioni dei Santi conferiscono al dipinto una intonazione "naïf" che riscatta la povertà dell'insieme.
Nella Parrocchiale, consacrata nel 1926, buon altare in pietra dello scultore veneziano Giovanni Caribolo, 1668, con statue dei Ss. Michele e Giorgio ed acquasantiera del XVI secolo.

Informazioni tratte da: 
GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org