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Mariano del Friuli, 29 Gennaio 2004

MARIANO DEL FRIULI (Go)
32 m s.l.m. - 8,36 km2 - 1.648 ab. - C.a.p. 34070 - Prefisso telefonico: 0481

Frazioni/località: Corona
Biblioteche: Biblioteca comunale, v. Manzoni e v. Trieste, Corona (apre i pomeriggi di lu., me., ve.)
Associazioni: Banda musicale comunale M. Pompanin, e/o Centro sociale, v. Manzoni -
Corale R. Portelli, e/o Centro sociale - Gruppo corale Corona, v. Trieste, Corona
Infrastrutture turistiche Sport e tempo libero: Palestra comunale, v. Roma 9


CAMPANE

  L'interno della chiesa e i due altari laterali

 Immagini durante la celebrazione dell'Eucaristia


Principali monumenti e opere d'arte.
L'originale facciata della Chiesa parrocchiale di S. Gottardo a Mariano si deve all'architetto milanese, ma abitante in Udine, Paolo Baroffi, ancora praticamente sconosciuto nonostante documenti recentemente ritrovati attestino la sua presenza anche a Castions di Strada, Campolongo e quella del fratello Maurizio a S. Pier d'Isonzo.
Eseguita nel 1759, la facciata è concepita come uno scenario, nettamente divisa in due parti, di cui l'inferiore classicheggiante, slanciata, rigorosa nella semplificata struttura appena mossa dalle piccole nicchie e da quattro lesene che una robusta cornice interrompe a due terzi, trova nella parte alta un insolito coronamento di tipo rococò dal linearismo dolce e sinuoso.
All'interno altari di un certo prestigio. Quello maggiore, del 1804, opera probabile dei Mattiussi scultori udinesi, ha una struttura piuttosto elaborata, termina in alto con un cupolino a cipolla e nel paliotto - entro specchiature - presenta la raffigurazione a bassorilievo della Cena di Emmaus, abbastanza frequente negli altari friulani.
Due statue in legno dipinte, rappresentanti S. Gottardo e S. Barnaba, opera del XVIII secolo, completano l'altare. Gli altari laterali sono dedicati alla Beata Vergine del Rosario (in cornu epistolae, secolo XVIII, con una statua della Madonna con Bambino in legno policromo del XX secolo) e a S. Gottardo (in cornu evangelii, seconda metà del secolo XVIII). Quest'ultimo, in marmi vari, è arricchito da un tabernacolo di grande effetto e di bellissima fattura, rivestito da una tarsia marmorea a colori vivaci (proviene da un altro altare ed è datato 1704) e da una pala del 1825 dipinta dal celebre pittore goriziano Giuseppe Tominz, qui peraltro non in uno dei suoi momenti più felici. Affreschi di Giulio Justulin (1902) decorano il presbiterio: nella scena del Sacro Cuore, belle le caratterizzazioni delle famiglie degli artigiani e dei contadini.
La piccola Chiesa della SS. Trinità, datata al 1550, come si legge in una lapide murata all'esterno, oggi ridotta alla sola zona absidale cui è stata aggiunta una facciata, conserva il settecentesco altare in marmo (con paliotto nel quale si ammira un lavoro molto fine d'intarsio con vasi di fiori colorati su sfondo nero) ed un interessante (per quanto mutilo) ciclo d'affreschi cinquecenteschi attribuibili all'udinese Arsenio Negro. Si tratta delle figure dei dodici Apostoli, mosse, plastiche, accampantesi con sicurezza nello spazio, non immemori della lezione del Pordenone ma a conoscenza anche della poetica raffaellesca.
Nella strada principale di Mariano, entro una nicchia, è posta una Madonna con Bambino del XV secolo, gotica nelle fattezze, uno dei pochi esempi del genere esistenti in Friuli.
Nella frazione di Corona, la Chiesa parrocchiale, costruita nel 1705 dopo che la precedente era stata distrutta nel 1699, ha un bell'altar maggiore eseguito nel 1729 dal goriziano Pasqualino Lazzarini (le statue laterali dei Ss. Giovanni Evangelista e Zenone furono scolpite da Paolo Zuliani di Gradisca); degli altari laterali, opera di Giovanni Battista Mazzoleni, ca. 1742, quello di S. Caterina, settecentesco, di gradevole aspetto, contiene una pala d'altare del goriziano Antonio Paroli (1688-1768) raffigurante i Ss. Caterina, Rocco e Sebastiano: opera indubbiamente provinciale ma di bell'effetto.
La Via Crucis, che sostituisce vecchie ed ingenue immagini, è stata dipinta nel 1950 dal pittore istriano (ma di famiglia gradiscana) Gino de Finetti (1877-1955): è opera altamente drammatica e piena di pathos, nella quale sono riciclate sensazioni, ansie e paure dell'ultima guerra mondiale.
 

 Informazioni tratte da: 
 GUIDA ARTISTICA DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 
(
a cura di Giuseppe Bergamini )
dell'Associazione fra le Pro Loco del Friuli-Venezia Giulia
http://www.prolocoregionefvg.org